Il tema della malnutrizione e della scarsità di risorse alimentari nei Paesi in via di sviluppo (Pvs) emerse nel corso degli anni Sessanta come questione di rilievo internazionale, uscendo dall’ambito umanitario per essere collocato all’interno del discorso sullo sviluppo e sulle prospettive di crescita economica e di stabilità politica del mondo post-coloniale. A tale cambio di prospettiva contribuì una concomitanza di fattori: il lavoro di sensibilizzazione sulla fame e la malnutrizione portato avanti dalla Fao dall’inizio del decennio e basato su studi e dati dell’agenzia che dimostravano la necessità di un aumento della produzione agricola a fronte di una popolazione mondiale crescente; l’attenzione che gli Stati Uniti posero sulla questione a partire dal 1965 e il loro tentativo di coinvolgere gli alleati nell’attuazione di strategie per fare fronte al «problema alimentare mondiale»; la crisi alimentare che colpì alcune regioni dell’India fra il 1965 e l’inizio del 1967 che parve confermare le preoccupazioni diffuse su uno squilibrio strutturale fra disponibilità di risorse alimentari e popolazione crescente. In quel momento, infatti, il problema venne interpretato, sia dalla Fao sia a Washington, proprio in questi termini, e il caso dell’India divenne emblematico di quello che sarebbe potuto accadere anche altrove.
Lyndon Johnson, la «war on hunger» e il problema della popolazione mondiale
Lorella Tosone
2024
Abstract
Il tema della malnutrizione e della scarsità di risorse alimentari nei Paesi in via di sviluppo (Pvs) emerse nel corso degli anni Sessanta come questione di rilievo internazionale, uscendo dall’ambito umanitario per essere collocato all’interno del discorso sullo sviluppo e sulle prospettive di crescita economica e di stabilità politica del mondo post-coloniale. A tale cambio di prospettiva contribuì una concomitanza di fattori: il lavoro di sensibilizzazione sulla fame e la malnutrizione portato avanti dalla Fao dall’inizio del decennio e basato su studi e dati dell’agenzia che dimostravano la necessità di un aumento della produzione agricola a fronte di una popolazione mondiale crescente; l’attenzione che gli Stati Uniti posero sulla questione a partire dal 1965 e il loro tentativo di coinvolgere gli alleati nell’attuazione di strategie per fare fronte al «problema alimentare mondiale»; la crisi alimentare che colpì alcune regioni dell’India fra il 1965 e l’inizio del 1967 che parve confermare le preoccupazioni diffuse su uno squilibrio strutturale fra disponibilità di risorse alimentari e popolazione crescente. In quel momento, infatti, il problema venne interpretato, sia dalla Fao sia a Washington, proprio in questi termini, e il caso dell’India divenne emblematico di quello che sarebbe potuto accadere anche altrove.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.