Numerose ricerche che riguardano i ‘territori del margine’ (De Rossi, 2018) e i piccoli centri, portano alla luce esperienze del ‘ri-abitare’. Il tema del ritorno al territorio (Magnaghi, 2020; Dematteis, 2017), letto come riappropriazione da parte delle comunità di cura, può essere interpretato come condizione cardine per lo sviluppo di comunità locali solidali, che si attivano nella valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale. In questo senso, il margine e il periurbano possono rappresentare i luoghi di trasformazioni in atto, dove esplicitare le relazioni possibili tra architetture, paesaggio e territorio. Il contributo intende indagare il ruolo che piccoli centri, intesi come complessi rurali, villaggi, borghi piuttosto isolati e caratterizzati da una forte valenza paesaggistica, possono acquisire nella pianificazione di area vasta attraverso una metodologia di progetto integrato, interdisciplinare e transcalare. Il principale strumento è la co-costruzione di progetti di comunità, con cui perseguire la rigenerazione architettonica e territoriale dei luoghi nel tempo. Tale metodologia vede il coinvolgimento attivo di più attori: istituzioni, comunità di riferimento ed università. Quest’ultima, nella terza missione di relazione col territorio (Magnaghi, 2006; Saija 2016), può generare processi di co-produzione di conoscenza che producono impatti concreti sulla società. Il contributo riporta l’esperienza nata dal basso di rigenerazione del complesso di Sant’Angelo Vico l’Abate in Chianti, avviata nel 2019, dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Architettura (DiDA) dell’Università degli Studi di Firenze, in partenariato con la proprietà (IDSC). L’ambizioso progetto, primo tassello per la costruzione di un sistema metropolitano di piccole comunità di periferia attraverso la valorizzazione del patrimonio ecclesiastico, si è articolato in una dimensione collaborativa, riuscendo ad incidere concretamente sugli strumenti decisionali di governo del territorio metropolitano ed incentivando nuove forme dell’abitare.

Rigenerare è ricostruire: un progetto integrato sperimentale a Sant’Angelo Vico l’Abate

Eliana Martinelli
2024

Abstract

Numerose ricerche che riguardano i ‘territori del margine’ (De Rossi, 2018) e i piccoli centri, portano alla luce esperienze del ‘ri-abitare’. Il tema del ritorno al territorio (Magnaghi, 2020; Dematteis, 2017), letto come riappropriazione da parte delle comunità di cura, può essere interpretato come condizione cardine per lo sviluppo di comunità locali solidali, che si attivano nella valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale. In questo senso, il margine e il periurbano possono rappresentare i luoghi di trasformazioni in atto, dove esplicitare le relazioni possibili tra architetture, paesaggio e territorio. Il contributo intende indagare il ruolo che piccoli centri, intesi come complessi rurali, villaggi, borghi piuttosto isolati e caratterizzati da una forte valenza paesaggistica, possono acquisire nella pianificazione di area vasta attraverso una metodologia di progetto integrato, interdisciplinare e transcalare. Il principale strumento è la co-costruzione di progetti di comunità, con cui perseguire la rigenerazione architettonica e territoriale dei luoghi nel tempo. Tale metodologia vede il coinvolgimento attivo di più attori: istituzioni, comunità di riferimento ed università. Quest’ultima, nella terza missione di relazione col territorio (Magnaghi, 2006; Saija 2016), può generare processi di co-produzione di conoscenza che producono impatti concreti sulla società. Il contributo riporta l’esperienza nata dal basso di rigenerazione del complesso di Sant’Angelo Vico l’Abate in Chianti, avviata nel 2019, dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Architettura (DiDA) dell’Università degli Studi di Firenze, in partenariato con la proprietà (IDSC). L’ambizioso progetto, primo tassello per la costruzione di un sistema metropolitano di piccole comunità di periferia attraverso la valorizzazione del patrimonio ecclesiastico, si è articolato in una dimensione collaborativa, riuscendo ad incidere concretamente sugli strumenti decisionali di governo del territorio metropolitano ed incentivando nuove forme dell’abitare.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1570440
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