La Villa dell’Ambrogiana, per la sua posizione territoriale, collocata alla confluenza dei fiumi Arno e Pesa, ha sempre rappresentato uno strategico elemento di controllo sul territorio. Almeno dal Trecento, quando era proprietà dei Frescobaldi, fino all’acquisto da parte dei Medici e anche oltre, il fiume ha dettato la posizione nevralgica dell’insediamento, sito nodale per i trasporti, sia terresti che fluviali, essendo collocato in coincidenza di uno scalo portuale e di una stazione di sosta tra Firenze e Pisa. La villa era al centro di una rete per la gestione e lo sfruttamento del territorio circostante. Le acque sorgive, particolarmente abbondanti nella zona pianeggiante e collinare che circonda il complesso, alimentarono la villa, ma anche la rete dei poderi circostanti e servirono anche per la produzione dei laterizi, essendo il podere dell’Ambrogiana dotato di due fornaci. Queste invarianti giustificano, almeno in parte, le ragioni che hanno spinto i numerosi proprietari che si sono avvicendati nel tempo all’acquisto del complesso. La villa era situata anche in posizione nevralgica rispetto alle bandite di caccia, collocate sulle due sponde dell’Arno, quella della Val di Pesa e quella del Montalbano: ed è proprio per assecondare la sua passione venatoria che il cardinale Ferdinando de’ Medici, nel 1574, aveva acquistato il podere dell’Ambrogiana per poi trasformarlo in una villa. Questo studio prende le mosse dalla constatazione che tali elementi che permangono immutati nel territorio hanno lasciato un’impronta indelebile sulla villa determinandone la posizione, l’impianto a corte, la materialità del costruito ma anche gli usi e gli interventi edilizi nel corso del tempo. Questo approccio, che pone la villa in un costante dialogo con il suo territorio, porta a comprendere come le ville Medicee, apparentemente sovrapponibili per vicende costruttive, usi e funzioni, in realtà se sottoposte al vaglio documentario possono rivelare una fisionomia singolare e autonoma che tanto deve alla zona nella quale ognuna di esse è inserita.
La villa dell'Ambrogiana dai Frescobaldi ai Medici
Funis F.
2024
Abstract
La Villa dell’Ambrogiana, per la sua posizione territoriale, collocata alla confluenza dei fiumi Arno e Pesa, ha sempre rappresentato uno strategico elemento di controllo sul territorio. Almeno dal Trecento, quando era proprietà dei Frescobaldi, fino all’acquisto da parte dei Medici e anche oltre, il fiume ha dettato la posizione nevralgica dell’insediamento, sito nodale per i trasporti, sia terresti che fluviali, essendo collocato in coincidenza di uno scalo portuale e di una stazione di sosta tra Firenze e Pisa. La villa era al centro di una rete per la gestione e lo sfruttamento del territorio circostante. Le acque sorgive, particolarmente abbondanti nella zona pianeggiante e collinare che circonda il complesso, alimentarono la villa, ma anche la rete dei poderi circostanti e servirono anche per la produzione dei laterizi, essendo il podere dell’Ambrogiana dotato di due fornaci. Queste invarianti giustificano, almeno in parte, le ragioni che hanno spinto i numerosi proprietari che si sono avvicendati nel tempo all’acquisto del complesso. La villa era situata anche in posizione nevralgica rispetto alle bandite di caccia, collocate sulle due sponde dell’Arno, quella della Val di Pesa e quella del Montalbano: ed è proprio per assecondare la sua passione venatoria che il cardinale Ferdinando de’ Medici, nel 1574, aveva acquistato il podere dell’Ambrogiana per poi trasformarlo in una villa. Questo studio prende le mosse dalla constatazione che tali elementi che permangono immutati nel territorio hanno lasciato un’impronta indelebile sulla villa determinandone la posizione, l’impianto a corte, la materialità del costruito ma anche gli usi e gli interventi edilizi nel corso del tempo. Questo approccio, che pone la villa in un costante dialogo con il suo territorio, porta a comprendere come le ville Medicee, apparentemente sovrapponibili per vicende costruttive, usi e funzioni, in realtà se sottoposte al vaglio documentario possono rivelare una fisionomia singolare e autonoma che tanto deve alla zona nella quale ognuna di esse è inserita.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.