Nella prima parte di questo manuale (capitolo primo) si punta a focalizzare lo statuto proprio della filosofia politica, sia attraverso il confronto con altri stili e metodi di ricerca sulla politica, sia ripercorrendo alcuni passaggi salienti del dibattito, ancora oggi quanto mai acceso, sulla natura e sugli obiettivi di questa disciplina. Tale premessa metodologica consente di puntare poi l’obiettivo, nella seconda parte (capitolo secondo), su alcuni principali modelli di ordine politico che hanno dominato la tradizione filosofica dell’Occidente, al fine di cogliere gli elementi distintivi così come gli aspetti di continuità e frattura nel quadro complessivo del pensiero occidentale. I primi due passi di questo percorso introducono a quelli successivi, destinati a focalizzare i concetti salienti del discorso filosofico-politico. In questa chiave vanno letti il capitolo terzo (“Definire la giustizia: l’agenda dei diritti e dei doveri”), il capitolo quarto (“Autorità, potere, libertà”), il capitolo quinto (“Etica pubblica, bene comune, democrazia”). La struttura del manuale non è quindi quella tipica di una storia della filosofia politica, genere già più volte praticato e di cui sarebbe stata superflua un’ulteriore versione; si cerca invece di introdurre allo studio della disciplina con un taglio tematico. In tale prospettiva, l’importanza del costante riferimento ai classici risiede nel fatto che costituiscono il punto di partenza e di appoggio migliore per fornire strumenti che agevolino la comprensione dei diversi argomenti affrontati. Su questa base diventa inoltre più agevole orientarsi nel panorama pluralistico che contraddistingue la nostra tradizione filosofica o, se si preferisce, nel panorama “delle” tradizioni che connotano la complessa vicenda del pensiero filosofico-politico dell’ Occidente, incluse quelle che, sovente, specie nel contesto culturale del nostro paese, hanno ricevuto un’attenzione minore di quella che forse sarebbe stata opportuna. Qualsiasi manuale di filosofia politica, ma in generale qualsiasi introduzione alla filosofia, non dovrebbe pretendere di più. Se fare filosofia significa, come sostiene Hannah Arendt, imparare a «pensare ciò che facciamo», la modesta, ma forse non del tutto irrilevante, funzione che può svolgere l’estensore di un manuale è di offrire una prima attrezzatura di base per iniziare a misurarsi con questo compito.
Filosofia politica
GATTI, Roberto
2007
Abstract
Nella prima parte di questo manuale (capitolo primo) si punta a focalizzare lo statuto proprio della filosofia politica, sia attraverso il confronto con altri stili e metodi di ricerca sulla politica, sia ripercorrendo alcuni passaggi salienti del dibattito, ancora oggi quanto mai acceso, sulla natura e sugli obiettivi di questa disciplina. Tale premessa metodologica consente di puntare poi l’obiettivo, nella seconda parte (capitolo secondo), su alcuni principali modelli di ordine politico che hanno dominato la tradizione filosofica dell’Occidente, al fine di cogliere gli elementi distintivi così come gli aspetti di continuità e frattura nel quadro complessivo del pensiero occidentale. I primi due passi di questo percorso introducono a quelli successivi, destinati a focalizzare i concetti salienti del discorso filosofico-politico. In questa chiave vanno letti il capitolo terzo (“Definire la giustizia: l’agenda dei diritti e dei doveri”), il capitolo quarto (“Autorità, potere, libertà”), il capitolo quinto (“Etica pubblica, bene comune, democrazia”). La struttura del manuale non è quindi quella tipica di una storia della filosofia politica, genere già più volte praticato e di cui sarebbe stata superflua un’ulteriore versione; si cerca invece di introdurre allo studio della disciplina con un taglio tematico. In tale prospettiva, l’importanza del costante riferimento ai classici risiede nel fatto che costituiscono il punto di partenza e di appoggio migliore per fornire strumenti che agevolino la comprensione dei diversi argomenti affrontati. Su questa base diventa inoltre più agevole orientarsi nel panorama pluralistico che contraddistingue la nostra tradizione filosofica o, se si preferisce, nel panorama “delle” tradizioni che connotano la complessa vicenda del pensiero filosofico-politico dell’ Occidente, incluse quelle che, sovente, specie nel contesto culturale del nostro paese, hanno ricevuto un’attenzione minore di quella che forse sarebbe stata opportuna. Qualsiasi manuale di filosofia politica, ma in generale qualsiasi introduzione alla filosofia, non dovrebbe pretendere di più. Se fare filosofia significa, come sostiene Hannah Arendt, imparare a «pensare ciò che facciamo», la modesta, ma forse non del tutto irrilevante, funzione che può svolgere l’estensore di un manuale è di offrire una prima attrezzatura di base per iniziare a misurarsi con questo compito.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.