Il dibattito sui temi di “abitudine” e “follia” ha attraversato l’intero arco del pensiero filosofico e psicologico. Nonostante la loro apparente marginalità o appartenenza ad ambiti di discussione specifici e specialistici, abitudine e follia rappresentano a ben vedere due categorie dalle svariate implicazioni teoriche. Ponendosi, infatti, all’incontro di più prospettive d’indagine, esse hanno avuto la capacità di favorire l’interazione tra sapere medico, psichiatrico e psicologico, ma soprattutto di sollecitare lo sguardo filosofico e condurlo a una revisione dei propri presupposti. In questo scritto, si analizzano alcune prospettive filosofiche, con una particolare attenzione alla tradizione francese (Maine de Biran, Victor Cousin, Félix Ravaisson, Paul Janet), e alle sue influenze su dibattiti medico-psichiatrici del tempo e su alcune riflessioni di metà Novecento.
Abitudine e follia. Studi di storia della filosofia e della psicologia
Denise Vincenti
2019
Abstract
Il dibattito sui temi di “abitudine” e “follia” ha attraversato l’intero arco del pensiero filosofico e psicologico. Nonostante la loro apparente marginalità o appartenenza ad ambiti di discussione specifici e specialistici, abitudine e follia rappresentano a ben vedere due categorie dalle svariate implicazioni teoriche. Ponendosi, infatti, all’incontro di più prospettive d’indagine, esse hanno avuto la capacità di favorire l’interazione tra sapere medico, psichiatrico e psicologico, ma soprattutto di sollecitare lo sguardo filosofico e condurlo a una revisione dei propri presupposti. In questo scritto, si analizzano alcune prospettive filosofiche, con una particolare attenzione alla tradizione francese (Maine de Biran, Victor Cousin, Félix Ravaisson, Paul Janet), e alle sue influenze su dibattiti medico-psichiatrici del tempo e su alcune riflessioni di metà Novecento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.