Il presente studio indaga aspetti della meditazione buddhista che rimandano a stati di coscienza deliberatamente coltivati dai praticanti e stati alterati di coscienza che sono involontari e non controllabili. Si tratta della distinzione tra la pratica della visualizzazione, che rappresenta una forma di alterazione della coscienza consapevole, e il fenomeno delle cosiddette “visioni di verifica”, attestazioni visive inconsce che si manifestano durante la meditazione e vengono interpretate come conferma della qualità della pratica stessa. Il caso delle visualizzazioni è codificato nei testi e, se subisce delle trasformazioni, ciò avviene in seguito alle innovazioni introdotte da maestri carismatici che vengono successivamente istituzionalizzate. D’altra parte, nel caso delle visioni, ci addentriamo nell’ambito dell’esperienza individuale del praticante, anche se l’interpretazione di tali segni di verifica è anch’essa soggetta a criteri standardizzati. In questo modo sarà possibile esplorare sia la dimensione formale sia quella informale e ordinaria di stati di coscienza all’interno della pratica meditativa buddhista. In conclusione, sarà valutato se e in che misura le visioni di conferma, intese come stati alterati di coscienza, possano essere considerate una forma alternativa di conoscenza.
“COME IL VOLTO IN UNO SPECCHIO”. Visualizzazioni e visioni in testi di meditazione buddhista cinese
E. Bianchi
2024
Abstract
Il presente studio indaga aspetti della meditazione buddhista che rimandano a stati di coscienza deliberatamente coltivati dai praticanti e stati alterati di coscienza che sono involontari e non controllabili. Si tratta della distinzione tra la pratica della visualizzazione, che rappresenta una forma di alterazione della coscienza consapevole, e il fenomeno delle cosiddette “visioni di verifica”, attestazioni visive inconsce che si manifestano durante la meditazione e vengono interpretate come conferma della qualità della pratica stessa. Il caso delle visualizzazioni è codificato nei testi e, se subisce delle trasformazioni, ciò avviene in seguito alle innovazioni introdotte da maestri carismatici che vengono successivamente istituzionalizzate. D’altra parte, nel caso delle visioni, ci addentriamo nell’ambito dell’esperienza individuale del praticante, anche se l’interpretazione di tali segni di verifica è anch’essa soggetta a criteri standardizzati. In questo modo sarà possibile esplorare sia la dimensione formale sia quella informale e ordinaria di stati di coscienza all’interno della pratica meditativa buddhista. In conclusione, sarà valutato se e in che misura le visioni di conferma, intese come stati alterati di coscienza, possano essere considerate una forma alternativa di conoscenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.