I tanti eventi emergenziali che, oramai con troppa frequenza, colpiscono il nostro Paese dimostrano, ogni volta, lo scarso livello di resilienza delle nostre comunità. Come migliorare l’integrazione tra i processi di conoscenza, valutazione e progettazione dell’Ambiente Costruito in relazione ai rischi derivati da eventi “improvvisi”, come ad esempio atti terroristici e terremoti, ed eventi “lenti”, come inquinamento atmosferico e ondate di calore? I risultati presentati in questo volume, frutto del Progetto di Rilevante Interesse Nazionale BE S2ECURe – “(make) Built Environment Safer in Slow and Emergency Conditions through behavioUral assessed/designed Resilient solutions”, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, propongono metodi, strumenti e linee guida per accrescere la resilienza dell’Ambiente Costruito, inteso come sistema complesso di edifici, infrastrutture, spazi aperti e utenti che lo popolano, anche in condizioni multirischio, fornendo applicazioni utili all’individuazione di strategie di mitigazione sia su casi ideali che su casi reali. I rischi trattati sono legati ad eventi improvvisi (Sudden On- set Disasters – SUOD), come terremoti e atti terroristici, e lenti (Slow Onset Disasters – SLOD), come inquinamento dell’aria e isola di calore, prendendo in considerazione fattori di criticità come affollamento, tipologie di utenti e loro comportamento, ma la sua metodologia è facilmente applicabile anche ad altri tipi di rischi. Due importanti innovazioni caratterizzano l’approccio metodologico. In prima istanza, l’utente non è più “indefinito”, ovvero anonimo, ma soggetto dotato di età, genere, di conoscenza o meno dell’Ambiente Costruito che lo ospita e di eventuali disabilità e viene introdotto nelle simulazioni all’interno della modellazione numerica. A questo si è aggiunto un nuovo focus che dal singolo rischio porta al multirischio partendo dal presupposto che non possiamo più far affidamento sulla nostra conoscenza degli eventi passati per anticipare i rischi futuri. In quest’ottica, per la prima volta sono stati messi in relazione rischi che hanno scale temporali differenti, come ad esempio onde di calore e terremoto, e la strategia di intervento è stata messa alla prova per far sì che risponda efficacemente a tutti i vari rischi potenziali, bypassando così la prassi comune di singolo intervento per singolo rischio, in direzione di un approccio, laddove possibile, più di matrice olistica. Un approfondimento particolare è stato poi dato all’utilizzo di strumenti innovativi come realtà virtuale (virtual reality – VR) e serious gaming per aumentare la consapevolezza e la preparazione degli utenti di fronte all’evento emergenziale e far così attivare loro le giuste azioni.

Ambiente costruito resiliente in condizioni multirischio. Metodi, strumenti e soluzioni behavioural-based

Giovanni Mochi
;
2024

Abstract

I tanti eventi emergenziali che, oramai con troppa frequenza, colpiscono il nostro Paese dimostrano, ogni volta, lo scarso livello di resilienza delle nostre comunità. Come migliorare l’integrazione tra i processi di conoscenza, valutazione e progettazione dell’Ambiente Costruito in relazione ai rischi derivati da eventi “improvvisi”, come ad esempio atti terroristici e terremoti, ed eventi “lenti”, come inquinamento atmosferico e ondate di calore? I risultati presentati in questo volume, frutto del Progetto di Rilevante Interesse Nazionale BE S2ECURe – “(make) Built Environment Safer in Slow and Emergency Conditions through behavioUral assessed/designed Resilient solutions”, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, propongono metodi, strumenti e linee guida per accrescere la resilienza dell’Ambiente Costruito, inteso come sistema complesso di edifici, infrastrutture, spazi aperti e utenti che lo popolano, anche in condizioni multirischio, fornendo applicazioni utili all’individuazione di strategie di mitigazione sia su casi ideali che su casi reali. I rischi trattati sono legati ad eventi improvvisi (Sudden On- set Disasters – SUOD), come terremoti e atti terroristici, e lenti (Slow Onset Disasters – SLOD), come inquinamento dell’aria e isola di calore, prendendo in considerazione fattori di criticità come affollamento, tipologie di utenti e loro comportamento, ma la sua metodologia è facilmente applicabile anche ad altri tipi di rischi. Due importanti innovazioni caratterizzano l’approccio metodologico. In prima istanza, l’utente non è più “indefinito”, ovvero anonimo, ma soggetto dotato di età, genere, di conoscenza o meno dell’Ambiente Costruito che lo ospita e di eventuali disabilità e viene introdotto nelle simulazioni all’interno della modellazione numerica. A questo si è aggiunto un nuovo focus che dal singolo rischio porta al multirischio partendo dal presupposto che non possiamo più far affidamento sulla nostra conoscenza degli eventi passati per anticipare i rischi futuri. In quest’ottica, per la prima volta sono stati messi in relazione rischi che hanno scale temporali differenti, come ad esempio onde di calore e terremoto, e la strategia di intervento è stata messa alla prova per far sì che risponda efficacemente a tutti i vari rischi potenziali, bypassando così la prassi comune di singolo intervento per singolo rischio, in direzione di un approccio, laddove possibile, più di matrice olistica. Un approfondimento particolare è stato poi dato all’utilizzo di strumenti innovativi come realtà virtuale (virtual reality – VR) e serious gaming per aumentare la consapevolezza e la preparazione degli utenti di fronte all’evento emergenziale e far così attivare loro le giuste azioni.
2024
979-12-81229-10-5
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1589554
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