La riscoperta della tecnica della tarsia a tema neorinascimentale e più in generale un rinnovato interesse per l’arredo ligneo del XV e XVI secolo si manifestarono già dagli anni Trenta del XIX secolo. A seguire, nel giro di pochi anni, la nascita di Musei specializzati nelle principali nazioni europee, l’attenzione dei collezionisti per questi manufatti, e il proliferare delle scuole di Arti e mestieri ne determinarono la fortuna. L’Umbria fu protagonista su diversi fronti e in varie maniere, con abilissimi restauratori come Alessandro Monteneri, ma al contempo per eclatanti episodi di dispersione, come la vendita di tutti gli arredi del Palazzo Ducale di Gubbio e soprattutto dello Studiolo di Federico da Montefeltro lì conservato e finito al Metropolitan Museum di New York; o per l’attività di un altro celebre mercante e restauratore, Elia Volpi, originario della zona di Città di Castello. Il saggio tratteggia questa stagione sia attraverso i cataloghi delle grandi esposizioni del tempo, cui partecipavano abili ebanisti con opere in stile, così come antiquari con pezzi antichi. Proprio sul tema della dispersione il contributo offre spunti inediti, in particolare un documento che riguarda Cavalcaselle e un antiquario francese, e che ha come oggetto il coro dell’Indivini della Basilica superiore di Assisi.
Un contesto per la dispersione dello Studiolo: la tarsia nel XIX secolo tra fortuna collezionistica e riscoperta della tecnica
Mirko Santanicchia
2023
Abstract
La riscoperta della tecnica della tarsia a tema neorinascimentale e più in generale un rinnovato interesse per l’arredo ligneo del XV e XVI secolo si manifestarono già dagli anni Trenta del XIX secolo. A seguire, nel giro di pochi anni, la nascita di Musei specializzati nelle principali nazioni europee, l’attenzione dei collezionisti per questi manufatti, e il proliferare delle scuole di Arti e mestieri ne determinarono la fortuna. L’Umbria fu protagonista su diversi fronti e in varie maniere, con abilissimi restauratori come Alessandro Monteneri, ma al contempo per eclatanti episodi di dispersione, come la vendita di tutti gli arredi del Palazzo Ducale di Gubbio e soprattutto dello Studiolo di Federico da Montefeltro lì conservato e finito al Metropolitan Museum di New York; o per l’attività di un altro celebre mercante e restauratore, Elia Volpi, originario della zona di Città di Castello. Il saggio tratteggia questa stagione sia attraverso i cataloghi delle grandi esposizioni del tempo, cui partecipavano abili ebanisti con opere in stile, così come antiquari con pezzi antichi. Proprio sul tema della dispersione il contributo offre spunti inediti, in particolare un documento che riguarda Cavalcaselle e un antiquario francese, e che ha come oggetto il coro dell’Indivini della Basilica superiore di Assisi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.