La perdita progressiva di specie animali e vegetali, avvenuta soprattutto nella seconda parte dell’ultimo secolo, è divenuta sicuramente uno dei problemi di maggiore rilevanza a livello mondiale. La drammaticità di questa condizione è stata recepita da buona parte dei Paesi che nella conferenza mondiale di Rio de Janeiro sullo stato dell’ambiente, tenutasi nel 1992, hanno sancito il loro impegno per la conservazione della biodiversità sull’intero pianeta. Il termine biodiversità è così divenuto a tutti familiare, nonostante dia adito a non poche ambiguità interpretative. La biodiversità è la varietà biologica che si esprime a livello genetico, di singoli individui, di biocenosi e di ecosistemi. Parliamo perciò di ambiti molto diversi e tra loro integrati. La valutazione storica della diversità biologica del nostro territorio ci porta a verificare le trasformazioni indotte dall’uomo, che attraverso il progressivo prelievo delle risorse si è distinto come un eccezionale trasformatore delle caratteristiche naturali del territorio. Ambienti diversi quali boschi, praterie, paludi, fiumi, laghi, spiagge sono stati profondamente modificati e alterati nei loro delicati equilibri, anche con profonde trasformazioni, talvolta sconvolgenti, dalle quali si sono però originati nuovi equilibri, non sempre e necessariamente da considerare in termini negativi. Le più recenti ricerche ci inducono a rivedere tante interpretazioni dettate dalla istintiva necessità di conservare una natura ancestrale, che di fatto non abbiamo mai conosciuto e della quale stentiamo scientificamente a comprendere il reale significato quali/quantitativo. Dobbiamo quindi verificare la naturalità dei nostri habitat tenendo però presente che maggiore naturalità non rappresenta necessariamente biodiversità più elevata. Infatti la gestione del territorio realizzata in epoca storica, pur determinando profonde trasformazioni degli ambienti naturali, attraverso lo sviluppo di nuovi ecosistemi ha portato alla realizzazione di una notevole quantità di habitat per specie animali e vegetali che si sono così ampiamente diffuse. La tradizionale gestione agro-silvo-pastorale, frammentando gli ecosistemi ha infatti enormemente diversificato il territorio, costituendo la base per lo sviluppo di molti ambienti di transizione, i cosiddetti ecotoni, che sono tra i più ricchi di specie. In base a queste premesse lo studio del patrimonio vegetale del territorio della Provincia di Terni è stato condotto con riferimento ai tre principali livelli che si integrano nella costituzione del paesaggio inteso come insieme di ecosistemi. Si è quindi proceduto iniziando dal livello di analisi delle singole specie che costituiscono la flora, per continuare con quello delle comunità che definiscono i tipi di vegetazione, dalla cui integrazione ha origine il paesaggio vegetale. L’occasione per l’esecuzione di questi studi è stata l’analisi di settore per il PTC della Provincia, al quale hanno concorso numerosi specialisti. L’integrazione delle conoscenze ha portato ad una visione complessa, non riduzionista, delle caratteristiche, della struttura e delle peculiarità degli ambienti presenti nel territorio in oggetto, che ha costituito la base su cui fondare le scelte urbanistiche e gestionali. Si tratta di una procedura assolutamente condivisibile in quanto vuole scoprire l’intimo funzionamento del sistema ambientale, conoscerne la fisiologia, per programmare in modo da rispettare le sue delicate interazioni e quindi intervenire in modo equilibrato e compatibile. Trasformare una relazione scientifica in un testo comprensibile ai non specialisti è opera sempre complessa ed impegnativa alla quale gli Autori si sono comunque dedicati nella convinzione che questo aspetto, la cosiddetta divulgazione, non sia meno importante della relazione scientifica stessa. Ben poco possono infatti realizzare le Amministrazioni pubbliche se nella popolazione non esiste la consapevolezza della necessità di realizzare un uso razionale delle risorse. Diviene pertanto fondamentale la conoscenza del percorso scientifico che ha portato alla definizione delle scelte adottate. L’ambiente deve essere infatti interpretato in modo corretto al fine di poterlo gestire e nel contempo mantenere. Il territorio della provincia di Terni si presenta sicuramente come uno dei più interessanti e ricchi in termini di naturalità a livello europeo. Ciò è indice di una maturata conoscenza e consapevolezza dei valori dell’ecologia nella sua popolazione.

Il paesaggio vegetale della Provincia di Terni.

CALANDRA, Rolando;GIGANTE, Daniela;VENANZONI, Roberto
2002

Abstract

La perdita progressiva di specie animali e vegetali, avvenuta soprattutto nella seconda parte dell’ultimo secolo, è divenuta sicuramente uno dei problemi di maggiore rilevanza a livello mondiale. La drammaticità di questa condizione è stata recepita da buona parte dei Paesi che nella conferenza mondiale di Rio de Janeiro sullo stato dell’ambiente, tenutasi nel 1992, hanno sancito il loro impegno per la conservazione della biodiversità sull’intero pianeta. Il termine biodiversità è così divenuto a tutti familiare, nonostante dia adito a non poche ambiguità interpretative. La biodiversità è la varietà biologica che si esprime a livello genetico, di singoli individui, di biocenosi e di ecosistemi. Parliamo perciò di ambiti molto diversi e tra loro integrati. La valutazione storica della diversità biologica del nostro territorio ci porta a verificare le trasformazioni indotte dall’uomo, che attraverso il progressivo prelievo delle risorse si è distinto come un eccezionale trasformatore delle caratteristiche naturali del territorio. Ambienti diversi quali boschi, praterie, paludi, fiumi, laghi, spiagge sono stati profondamente modificati e alterati nei loro delicati equilibri, anche con profonde trasformazioni, talvolta sconvolgenti, dalle quali si sono però originati nuovi equilibri, non sempre e necessariamente da considerare in termini negativi. Le più recenti ricerche ci inducono a rivedere tante interpretazioni dettate dalla istintiva necessità di conservare una natura ancestrale, che di fatto non abbiamo mai conosciuto e della quale stentiamo scientificamente a comprendere il reale significato quali/quantitativo. Dobbiamo quindi verificare la naturalità dei nostri habitat tenendo però presente che maggiore naturalità non rappresenta necessariamente biodiversità più elevata. Infatti la gestione del territorio realizzata in epoca storica, pur determinando profonde trasformazioni degli ambienti naturali, attraverso lo sviluppo di nuovi ecosistemi ha portato alla realizzazione di una notevole quantità di habitat per specie animali e vegetali che si sono così ampiamente diffuse. La tradizionale gestione agro-silvo-pastorale, frammentando gli ecosistemi ha infatti enormemente diversificato il territorio, costituendo la base per lo sviluppo di molti ambienti di transizione, i cosiddetti ecotoni, che sono tra i più ricchi di specie. In base a queste premesse lo studio del patrimonio vegetale del territorio della Provincia di Terni è stato condotto con riferimento ai tre principali livelli che si integrano nella costituzione del paesaggio inteso come insieme di ecosistemi. Si è quindi proceduto iniziando dal livello di analisi delle singole specie che costituiscono la flora, per continuare con quello delle comunità che definiscono i tipi di vegetazione, dalla cui integrazione ha origine il paesaggio vegetale. L’occasione per l’esecuzione di questi studi è stata l’analisi di settore per il PTC della Provincia, al quale hanno concorso numerosi specialisti. L’integrazione delle conoscenze ha portato ad una visione complessa, non riduzionista, delle caratteristiche, della struttura e delle peculiarità degli ambienti presenti nel territorio in oggetto, che ha costituito la base su cui fondare le scelte urbanistiche e gestionali. Si tratta di una procedura assolutamente condivisibile in quanto vuole scoprire l’intimo funzionamento del sistema ambientale, conoscerne la fisiologia, per programmare in modo da rispettare le sue delicate interazioni e quindi intervenire in modo equilibrato e compatibile. Trasformare una relazione scientifica in un testo comprensibile ai non specialisti è opera sempre complessa ed impegnativa alla quale gli Autori si sono comunque dedicati nella convinzione che questo aspetto, la cosiddetta divulgazione, non sia meno importante della relazione scientifica stessa. Ben poco possono infatti realizzare le Amministrazioni pubbliche se nella popolazione non esiste la consapevolezza della necessità di realizzare un uso razionale delle risorse. Diviene pertanto fondamentale la conoscenza del percorso scientifico che ha portato alla definizione delle scelte adottate. L’ambiente deve essere infatti interpretato in modo corretto al fine di poterlo gestire e nel contempo mantenere. Il territorio della provincia di Terni si presenta sicuramente come uno dei più interessanti e ricchi in termini di naturalità a livello europeo. Ciò è indice di una maturata conoscenza e consapevolezza dei valori dell’ecologia nella sua popolazione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/159577
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