Secondo una tradizione ormai quasi millenaria, ogni 15 maggio, vigilia dell’anniversario della morte del santo patrono Ubaldo Baldassini (1084-1160), si rinnova a Gubbio il rito della festa dei Ceri: una manifestazione folcloristica non riesumata, ma consolidata nel tempo, che contamina il sacro e il profano e il cui svolgimento è contrassegnato da tre macchine a spalla lignee che presentano una forma non soltanto efficiente dal punto di vista meccanico ed elegante dal punto di vista compositivo, ma anche fortemente identitaria, che distingue e qualifica i Ceri rispetto alle macchine a spalla protagoniste di altre analoghe celebrazioni tradizionali. Tanto da eleggerli da macchine lignee al rango di vere e proprie architetture lignee la cui silhouette, non a caso, è stata assunta dalla Regione Umbria come proprio emblema.

I Ceri di Gubbio: un patrimonio materiale, immateriale e identitario

Belardi Paolo;Menchetelli Valeria
2025

Abstract

Secondo una tradizione ormai quasi millenaria, ogni 15 maggio, vigilia dell’anniversario della morte del santo patrono Ubaldo Baldassini (1084-1160), si rinnova a Gubbio il rito della festa dei Ceri: una manifestazione folcloristica non riesumata, ma consolidata nel tempo, che contamina il sacro e il profano e il cui svolgimento è contrassegnato da tre macchine a spalla lignee che presentano una forma non soltanto efficiente dal punto di vista meccanico ed elegante dal punto di vista compositivo, ma anche fortemente identitaria, che distingue e qualifica i Ceri rispetto alle macchine a spalla protagoniste di altre analoghe celebrazioni tradizionali. Tanto da eleggerli da macchine lignee al rango di vere e proprie architetture lignee la cui silhouette, non a caso, è stata assunta dalla Regione Umbria come proprio emblema.
2025
9788899586539
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1601717
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