Dannato Faust! Dal teatro immaginario di Hector Berlioz al teatro dell’immagine di Robert Lepage.

Il saggio analizza la natura ambigua e visionaria de La Damnation de Faust di Hector Berlioz, indagando la sua originale destinazione come composizione concertistica e la successiva riscoperta teatrale. Attraverso l’esame della messinscena realizzata da Robert Lepage per il Metropolitan Opera di New York, si riflette sul potenziale scenico dell’opera, nonostante l’iniziale rifiuto da parte di Berlioz verso una rappresentazione teatrale. Lepage, con il suo approccio di teatro dell’immagine, trasforma l’orchestra e la struttura musicale in generatori visivi, rispettando lo spirito evocativo e simbolico dell’opera. L’integrazione tra tecnologia, proiezioni e musica restituisce vitalità scenica alla partitura, dimostrando la modernità e la potenza visionaria del dramma musicale di Berlioz. Nel saggio si sostiene che la regia di Lepage non tradisce ma esalta l’immaginario musicale berlioziano, rivelandone la latente vocazione teatrale.