Alla ricerca di una natura “sublime” o delle vestigia del passato, a partire dal Settecento pittori provenienti da molte parti d’Europa hanno attraversato l’Umbria e si sono confrontati con la varietà morfologica del suo paesaggio. Il saggio presenta una significativa selezione di autori e opere, molte delle quali studiate qui per la prima volta, lungo un itinerario che si dispiega dal limpido classicismo di Richard Wilson, per gli inglesi “il padre della pittura di paesaggio”, all’impressionante notturno che Lucien Simon, soggiogato dagli antichi riti dell’“Umbria santa”, dipinge ad Assisi nel 1907, sino agli inabitati scorci degli anni Venti, tra Perugia e Orvieto, di Parisani e Prencipe. È un percorso che si muove tra celebrati scenari, prospettive inedite e l’intimità raccolta di spazi interni, a volte generosi di colore locale, a volte sfiorati dalla malinconica percezione che può governare la relazione tra l’individuo e i suoi orizzonti. Tra fedeltà al vero e interpretazione lirica o esistenziale, l’Umbria emerge così come crocevia di esperienze artistiche e culturali, luogo di rivelazione e di contemplazione, in cui il paesaggio è spazio e misura del tempo, immagine del passato ma anche cifra identitaria e culturale da riscoprire e valorizzare.
Invito al viaggio. Nell’Umbria dei pittori, da Richard Wilson a Umberto Prencipe
stefania petrillo
2025
Abstract
Alla ricerca di una natura “sublime” o delle vestigia del passato, a partire dal Settecento pittori provenienti da molte parti d’Europa hanno attraversato l’Umbria e si sono confrontati con la varietà morfologica del suo paesaggio. Il saggio presenta una significativa selezione di autori e opere, molte delle quali studiate qui per la prima volta, lungo un itinerario che si dispiega dal limpido classicismo di Richard Wilson, per gli inglesi “il padre della pittura di paesaggio”, all’impressionante notturno che Lucien Simon, soggiogato dagli antichi riti dell’“Umbria santa”, dipinge ad Assisi nel 1907, sino agli inabitati scorci degli anni Venti, tra Perugia e Orvieto, di Parisani e Prencipe. È un percorso che si muove tra celebrati scenari, prospettive inedite e l’intimità raccolta di spazi interni, a volte generosi di colore locale, a volte sfiorati dalla malinconica percezione che può governare la relazione tra l’individuo e i suoi orizzonti. Tra fedeltà al vero e interpretazione lirica o esistenziale, l’Umbria emerge così come crocevia di esperienze artistiche e culturali, luogo di rivelazione e di contemplazione, in cui il paesaggio è spazio e misura del tempo, immagine del passato ma anche cifra identitaria e culturale da riscoprire e valorizzare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


