La riflessione su cosa s’intenda con la parola “comunità” non è uniforme e chiara, è anzi complessa. Ciò, perché ogni realtà comunitaria assume almeno due finalità a volte opposte: da una parte, confermare, tramandare tutto quanto ha consentito di raggiungere un certo livello di vita (per esempio, un determinato grado di civilizzazione) a uno specifico gruppo umano, caratterizzato da tratti culturali comuni; dall’altra, favorire nei propri stessi componenti il cambiamento, tale che apprendano, mutino prospettiva ed eventualmente “progrediscano”. In ogni comunità è ineliminabile e peculiare la contraddizione tra due istanze: il dover preservare la propria identità, nel tempo, uguale a se stessa e il dover coltivare, per la sopravvivenza della comunità stessa, i germi per evolversi, per mutare ciò che l’ha resa riconoscibile. L’intera dinamica è problematica, contro-intuitiva, se non paradossale.
Quali comunità educanti?
Marco Milella
2025
Abstract
La riflessione su cosa s’intenda con la parola “comunità” non è uniforme e chiara, è anzi complessa. Ciò, perché ogni realtà comunitaria assume almeno due finalità a volte opposte: da una parte, confermare, tramandare tutto quanto ha consentito di raggiungere un certo livello di vita (per esempio, un determinato grado di civilizzazione) a uno specifico gruppo umano, caratterizzato da tratti culturali comuni; dall’altra, favorire nei propri stessi componenti il cambiamento, tale che apprendano, mutino prospettiva ed eventualmente “progrediscano”. In ogni comunità è ineliminabile e peculiare la contraddizione tra due istanze: il dover preservare la propria identità, nel tempo, uguale a se stessa e il dover coltivare, per la sopravvivenza della comunità stessa, i germi per evolversi, per mutare ciò che l’ha resa riconoscibile. L’intera dinamica è problematica, contro-intuitiva, se non paradossale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


