A più di trent’anni dall’emanazione della direttiva 93/13/CEE, il contributo si sofferma sul sistema di tutela contro le clausole vessatorie predisposto dalla normativa comunitaria e di diritto interno, concentrando in particolare l’attenzione sulle conseguenze dell’accertamento della vessatorietà delle clausole e sui poteri esercitabili in proposito dal giudice, al fine di vagliare l’esistenza di un margine di apertura alla volontà del consumatore-contraente debole successivamente all’accertamento dell’abusività. L’interrogativo sorge, nello specifico, con riferimento all’ipotesi in cui il giudizio di vessatorietà colpisca una clausola concernente elementi essenziali dell’accordo, ovvero che incida in maniera sostanziale sull’operazione negoziale. In tale circostanza, infatti, la declaratoria di nullità, ex art. 36 c. cons., espone il consumatore al rischio di una inevitabile compromissione della sopravvivenza dell’intero contratto. La riflessione, volta a valutare se e come sia possibile preservare il contratto - dinnanzi al vuoto normativo su tale aspetto - si sviluppa attraverso un’analisi della recente giurisprudenza della Corte di giustizia, la quale giunge a riconoscere, al ricorrere di determinate condizioni, che il giudice possa rinviare le parti ad una rinegoziazione ‘guidata’ avente una finalità sostitutivo-correttiva della clausola vessatoria, nell’ottica di preservare l’obiettivo di tutela del consumatore sotteso alla direttiva 93/13/CEE.

Contratti del consumatore, clausole vessatorie e problematiche di rinegoziazione

MONICA PUCCI
2025

Abstract

A più di trent’anni dall’emanazione della direttiva 93/13/CEE, il contributo si sofferma sul sistema di tutela contro le clausole vessatorie predisposto dalla normativa comunitaria e di diritto interno, concentrando in particolare l’attenzione sulle conseguenze dell’accertamento della vessatorietà delle clausole e sui poteri esercitabili in proposito dal giudice, al fine di vagliare l’esistenza di un margine di apertura alla volontà del consumatore-contraente debole successivamente all’accertamento dell’abusività. L’interrogativo sorge, nello specifico, con riferimento all’ipotesi in cui il giudizio di vessatorietà colpisca una clausola concernente elementi essenziali dell’accordo, ovvero che incida in maniera sostanziale sull’operazione negoziale. In tale circostanza, infatti, la declaratoria di nullità, ex art. 36 c. cons., espone il consumatore al rischio di una inevitabile compromissione della sopravvivenza dell’intero contratto. La riflessione, volta a valutare se e come sia possibile preservare il contratto - dinnanzi al vuoto normativo su tale aspetto - si sviluppa attraverso un’analisi della recente giurisprudenza della Corte di giustizia, la quale giunge a riconoscere, al ricorrere di determinate condizioni, che il giudice possa rinviare le parti ad una rinegoziazione ‘guidata’ avente una finalità sostitutivo-correttiva della clausola vessatoria, nell’ottica di preservare l’obiettivo di tutela del consumatore sotteso alla direttiva 93/13/CEE.
2025
978-88-495-6023-7
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