Il saggio esamina l’interpretazione e la rilevazione dell’intento specifico genocidario nella sentenza Bosnia c. Serbia della Corte internazionale di giustizia del 26 febbraio 2007, commentando in senso critico l’approccio adottato dalla Corte rispetto alla prova del dolus specialis. Si critica in particolare il modo in cui la pronuncia configura la rilevanza probatoria dell’esistenza di un “pattern of conduct”; nonché l’eccessiva deferenza mostrata dalla Corte agli atti processuali e alle conclusioni del Tribunale penale per la ex Jugoslavia. Si sottolinea l'esigenza di differenziare il metodo di prova dell’intento specifico a seconda che si tratti di accertare la responsabilità individuale o la responsabilità statale per genocidio
Sul perché c'è stato genocidio a Srebrenica ma (forse) non altrove: la prova dell'intento specifico
MANEGGIA, Amina
2008
Abstract
Il saggio esamina l’interpretazione e la rilevazione dell’intento specifico genocidario nella sentenza Bosnia c. Serbia della Corte internazionale di giustizia del 26 febbraio 2007, commentando in senso critico l’approccio adottato dalla Corte rispetto alla prova del dolus specialis. Si critica in particolare il modo in cui la pronuncia configura la rilevanza probatoria dell’esistenza di un “pattern of conduct”; nonché l’eccessiva deferenza mostrata dalla Corte agli atti processuali e alle conclusioni del Tribunale penale per la ex Jugoslavia. Si sottolinea l'esigenza di differenziare il metodo di prova dell’intento specifico a seconda che si tratti di accertare la responsabilità individuale o la responsabilità statale per genocidioI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
