Il saggio dà conto di un corposo lavoro di ricerca sulla giurisprudenza costituzionale in materia di lavoro presso le pubbliche amministrazioni che ha riguardato oltre settecento pronunce. Nell’esposizione dei risultati si mette in evidenza la specificità nel panorama europeo dell’esperienza italiana, in cui il dettato costituzionale in materia di impiego alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, diversamente da quanto accade in altre realtà, non richiede una disciplina pubblicistica dei rapporti di lavoro. L’esame della giurisprudenza costituzionale conferma l’adesione della Corte alla tesi della neutralità della Costituzione rispetto alla natura giuridica del rapporto di lavoro. Nel saggio si dimostra come la Corte, attraverso l’applicazione del principio di eguaglianza come parametro nel confronto fra lavoro pubblico e privato, diversamente da quanto sostenuto da parte della dottrina, in realtà accompagni la progressiva assimilazione dei regimi giuridici dell’impiego pubblico e privato. I giudici, infatti, ritengono compatibile con l’assetto costituzionale un regime tutto pubblicistico e quindi speciale dei lavoratori pubblici fino a che il legislatore, trasformando molti degli aspetti che caratterizzavano la specialità del pubblico impiego, finisce per rendere la gran parte della sua disciplina assimilabile a quella dell’impiego privato. In questo quadro la Corte sottopone le residue differenze ad uno stretto vaglio di costituzionalità in relazione al principio di eguaglianza formale e sostanziale, contribuendo, a suo modo, al processo che porterà alla privatizzazione.

La Corte costituzionale e il modello italiano di impiego alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche

PIOGGIA, Alessandra
2007

Abstract

Il saggio dà conto di un corposo lavoro di ricerca sulla giurisprudenza costituzionale in materia di lavoro presso le pubbliche amministrazioni che ha riguardato oltre settecento pronunce. Nell’esposizione dei risultati si mette in evidenza la specificità nel panorama europeo dell’esperienza italiana, in cui il dettato costituzionale in materia di impiego alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, diversamente da quanto accade in altre realtà, non richiede una disciplina pubblicistica dei rapporti di lavoro. L’esame della giurisprudenza costituzionale conferma l’adesione della Corte alla tesi della neutralità della Costituzione rispetto alla natura giuridica del rapporto di lavoro. Nel saggio si dimostra come la Corte, attraverso l’applicazione del principio di eguaglianza come parametro nel confronto fra lavoro pubblico e privato, diversamente da quanto sostenuto da parte della dottrina, in realtà accompagni la progressiva assimilazione dei regimi giuridici dell’impiego pubblico e privato. I giudici, infatti, ritengono compatibile con l’assetto costituzionale un regime tutto pubblicistico e quindi speciale dei lavoratori pubblici fino a che il legislatore, trasformando molti degli aspetti che caratterizzavano la specialità del pubblico impiego, finisce per rendere la gran parte della sua disciplina assimilabile a quella dell’impiego privato. In questo quadro la Corte sottopone le residue differenze ad uno stretto vaglio di costituzionalità in relazione al principio di eguaglianza formale e sostanziale, contribuendo, a suo modo, al processo che porterà alla privatizzazione.
2007
9788849513806
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/164120
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact