Il saggio muove dal caso mediaticamente clamoroso dell’uccisione di una studentessa inglese a Perugia per approfondire, correlandoli, tre temi chiave: la sicurezza urbana (da riscontri oggettivi e percepita); la condizione femminile negli odierni contesti cittadini; le trasformazioni della vita sociale delle città. Il metodo di indagine consiste in uno scavo progressivo che parte dai dati di cronaca e dalle statistiche sulle tipologie di reato, per arrivare a cogliere i mutamenti più significativi della struttura della socialità urbana. La criticità dei dati sulla sicurezza sembra correlarsi direttamente al fatto che esistano ormai due città in una (due Perugia): quella dello sguardo veloce, ad uso turistico, come città “fondale di tipo estetico”, e quella della quotidianità, rappresentata da un centro storico ben più grigio e insicuro. Il saggio si conclude con la presentazione dei risultati di una ricerca qualitativa su un campione di studentesse straniere, in cui si evidenzia come i nuovi soggetti urbani – specialmente le donne – siano ormai costrette ad accettare una “normalità” fatta di chiusure auto difensive in piccoli spazi privati o di esposizione agli “ineluttabili” rischi che contraddistinguono gli anonimi luoghi pubblici.
Studentesse straniere a Perugia: i due volti della città
SEGATORI, Roberto
2009
Abstract
Il saggio muove dal caso mediaticamente clamoroso dell’uccisione di una studentessa inglese a Perugia per approfondire, correlandoli, tre temi chiave: la sicurezza urbana (da riscontri oggettivi e percepita); la condizione femminile negli odierni contesti cittadini; le trasformazioni della vita sociale delle città. Il metodo di indagine consiste in uno scavo progressivo che parte dai dati di cronaca e dalle statistiche sulle tipologie di reato, per arrivare a cogliere i mutamenti più significativi della struttura della socialità urbana. La criticità dei dati sulla sicurezza sembra correlarsi direttamente al fatto che esistano ormai due città in una (due Perugia): quella dello sguardo veloce, ad uso turistico, come città “fondale di tipo estetico”, e quella della quotidianità, rappresentata da un centro storico ben più grigio e insicuro. Il saggio si conclude con la presentazione dei risultati di una ricerca qualitativa su un campione di studentesse straniere, in cui si evidenzia come i nuovi soggetti urbani – specialmente le donne – siano ormai costrette ad accettare una “normalità” fatta di chiusure auto difensive in piccoli spazi privati o di esposizione agli “ineluttabili” rischi che contraddistinguono gli anonimi luoghi pubblici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.