La monografia tratta del complesso tema della causalità nel diritto penale, soprattutto è esaminato il rapporto con il sapere scientifico inteso quale fondamento della fattispecie causale. Rispetto agli innovativi studi sull'argomento, la tesi qui sostenuta, al termine di un'articolata ricostruzione tematica, va nel senso che il concetto di causalità e i saperi di riferimento utili per il giudice devono fare i conti con l'estensione (minima) incomprimibile del sistema penale, in quanto messo al cospetto delle insopprimibili esigenze di sicurezza collettiva proprie della c.d. <<società mondiale del rischio>>. In tal senso, il modello causale condizionale è da intendere come modello d'imputazione unitario, valevole tanto per i fenomeni di causalità naturalistica in senso stretto, quanto per i fenomeni psicologici e sociali più strettamente attinenti alla criminalità associata, di impresa e ai crimini internazionali più gravi, riguardanti complessi intrecci di responsabilità umane nell'ambito di organizzazioni burocratiche, militari e/o politiche. Dunque, i saperi rilevanti non sono limitabili alle c.d. leggi scientifiche universali o quasi universali, perché tali leggi quasi mai consentono di spiegare esaustivamente, in termini causali, simili relazioni umane e sociali. D'altra parte, lo standard di prova (anche internazionale) di certezza oltre il ragionevole dubbio, accolto nel nostro codice di procedura penale, esige che l'impiego di cognizioni scientifiche e d'esperienza meno affidabili delle leggi universali sia corredato, in sede decisionale, da indici sostanziali, cioè già di tipizzazione del fatto, e da indici probatori tali da garantire effettivamente l'<<alta credibilità razionale>>, oltre quindi ogni ragionevole dubbio, dell'ipotesi esplicativa causale formulata dall'accusa in giudizio.

Causalità e responsabilità penale. Dai rischi d'impresa ai crimini internazionali.

SERENI, Andrea
2008

Abstract

La monografia tratta del complesso tema della causalità nel diritto penale, soprattutto è esaminato il rapporto con il sapere scientifico inteso quale fondamento della fattispecie causale. Rispetto agli innovativi studi sull'argomento, la tesi qui sostenuta, al termine di un'articolata ricostruzione tematica, va nel senso che il concetto di causalità e i saperi di riferimento utili per il giudice devono fare i conti con l'estensione (minima) incomprimibile del sistema penale, in quanto messo al cospetto delle insopprimibili esigenze di sicurezza collettiva proprie della c.d. <>. In tal senso, il modello causale condizionale è da intendere come modello d'imputazione unitario, valevole tanto per i fenomeni di causalità naturalistica in senso stretto, quanto per i fenomeni psicologici e sociali più strettamente attinenti alla criminalità associata, di impresa e ai crimini internazionali più gravi, riguardanti complessi intrecci di responsabilità umane nell'ambito di organizzazioni burocratiche, militari e/o politiche. Dunque, i saperi rilevanti non sono limitabili alle c.d. leggi scientifiche universali o quasi universali, perché tali leggi quasi mai consentono di spiegare esaustivamente, in termini causali, simili relazioni umane e sociali. D'altra parte, lo standard di prova (anche internazionale) di certezza oltre il ragionevole dubbio, accolto nel nostro codice di procedura penale, esige che l'impiego di cognizioni scientifiche e d'esperienza meno affidabili delle leggi universali sia corredato, in sede decisionale, da indici sostanziali, cioè già di tipizzazione del fatto, e da indici probatori tali da garantire effettivamente l'<>, oltre quindi ogni ragionevole dubbio, dell'ipotesi esplicativa causale formulata dall'accusa in giudizio.
2008
9788834883761
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