Lo studio prende in esame la pittura ad Orvieto nel XV secolo e il modo in cui la città cercò di dar seguito alla grande stagione trecentesca che aveva visto nascere il Duomo. Attorno ad esso operarono alcuni tra i più significativi maestri dell’epoca, soprattutto senesi, fatto che aveva favorito nella seconda metà del XIV secolo la maturazione di una attiva ‘scuola pittorica locale’. Quale filo conduttore della storia pittorica della città può essere presa la decorazione di alcune cappelle all’interno del Duomo stesso, di cui la più nota è senza dubbio la Cappella nova, poi detta di San Brizio, in cui intervennero Beato Angelico e quindi Signorelli. Ma la vicenda decorativa ebbe inizio oltre due decenni prima e vide dinamiche complesse e una serrata concorrenza tra i pittori locali, come Bartolomeo di Pietro e Giovenale da Orvieto e poi Pietro di Nicola Baroni , in lizza con i grandi maestri forestieri, come Gentile da Fabriano e poi Angelico. Le figure di questi artisti orvietani vengono messe meglio a fuoco, con nuove attribuzioni e l’analisi dei ‘debiti’ verso i colleghi più celebri attivi in città. Relativamente alla seconda metà del secolo la ricerca si sofferma sull’attività del giovane Piermatteo d’Amelia, di Giovanni Boccati, Pintoricchio e Signorelli.

Pittura del Quattrocento a Orvieto

SANTANICCHIA, Mirko
2010

Abstract

Lo studio prende in esame la pittura ad Orvieto nel XV secolo e il modo in cui la città cercò di dar seguito alla grande stagione trecentesca che aveva visto nascere il Duomo. Attorno ad esso operarono alcuni tra i più significativi maestri dell’epoca, soprattutto senesi, fatto che aveva favorito nella seconda metà del XIV secolo la maturazione di una attiva ‘scuola pittorica locale’. Quale filo conduttore della storia pittorica della città può essere presa la decorazione di alcune cappelle all’interno del Duomo stesso, di cui la più nota è senza dubbio la Cappella nova, poi detta di San Brizio, in cui intervennero Beato Angelico e quindi Signorelli. Ma la vicenda decorativa ebbe inizio oltre due decenni prima e vide dinamiche complesse e una serrata concorrenza tra i pittori locali, come Bartolomeo di Pietro e Giovenale da Orvieto e poi Pietro di Nicola Baroni , in lizza con i grandi maestri forestieri, come Gentile da Fabriano e poi Angelico. Le figure di questi artisti orvietani vengono messe meglio a fuoco, con nuove attribuzioni e l’analisi dei ‘debiti’ verso i colleghi più celebri attivi in città. Relativamente alla seconda metà del secolo la ricerca si sofferma sull’attività del giovane Piermatteo d’Amelia, di Giovanni Boccati, Pintoricchio e Signorelli.
2010
9788890185298
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/168594
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