Il saggio prende in esame i codici contenenti gli statuti e la matricola del Collegio dei Cambiatori di Moneta di Perugia e del Collegio della Mercanzia. Il più antico riguarda il Collegio della Mercanzia e data al 1323, con miniatura del Maestro dei Corali di San Lorenzo a Perugia; entrambe le istituzioni si dotarono di nuovi statuti e matricole attorno al 1377, affidandone la decorazione miniata a Matteo di ser Cambio, protagonista della stagione artistica perugina di fine Trecento. Furono poi rinnovati solo alla fine del Cinquecento, miniati da artisti locali influenzati dalle opere di Federico Barocci. Lo studio, oltre a contestualizzare l'operato di questi artisti, offre una serie di motivazioni storiche che spiegano il perché la decorazione miniata di queste matricole, utilizzate ininterrottamente tra Trecento e Seicento, dopo il 1377 fu rinnovata solo a fine Cinquecento. Motivazioni legate al senso profondo che la matricola e lo statuto avevano nel Trecento in rapporto al governo cittadino guidato dai 10 Priori delle Arti, senso venuto meno dopo i decreti filo nobiliari di Braccio da Montone all'inizio del Quattrocento, e ritrovato in qualche modo di nuovo a fine Cinquecento, ma in un contesto di corporazione ridotta a 'mostra' della nobiltàcittadina, perciò completamente cambiato rispetto a quello trecentesco.
Le decorazioni miniate nelle matricole dei Collegi del Cambio e della Mercanzia
SANTANICCHIA, Mirko
1997
Abstract
Il saggio prende in esame i codici contenenti gli statuti e la matricola del Collegio dei Cambiatori di Moneta di Perugia e del Collegio della Mercanzia. Il più antico riguarda il Collegio della Mercanzia e data al 1323, con miniatura del Maestro dei Corali di San Lorenzo a Perugia; entrambe le istituzioni si dotarono di nuovi statuti e matricole attorno al 1377, affidandone la decorazione miniata a Matteo di ser Cambio, protagonista della stagione artistica perugina di fine Trecento. Furono poi rinnovati solo alla fine del Cinquecento, miniati da artisti locali influenzati dalle opere di Federico Barocci. Lo studio, oltre a contestualizzare l'operato di questi artisti, offre una serie di motivazioni storiche che spiegano il perché la decorazione miniata di queste matricole, utilizzate ininterrottamente tra Trecento e Seicento, dopo il 1377 fu rinnovata solo a fine Cinquecento. Motivazioni legate al senso profondo che la matricola e lo statuto avevano nel Trecento in rapporto al governo cittadino guidato dai 10 Priori delle Arti, senso venuto meno dopo i decreti filo nobiliari di Braccio da Montone all'inizio del Quattrocento, e ritrovato in qualche modo di nuovo a fine Cinquecento, ma in un contesto di corporazione ridotta a 'mostra' della nobiltàcittadina, perciò completamente cambiato rispetto a quello trecentesco.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.