L’uso del placebo può sollevare problemi etici in almeno due contesti: nelle fasi di sviluppo clinico di un farmaco e nella pratica clinica. Nel primo caso il problema si presenta quando un nuovo farmaco in sviluppo per la prima volta viene impiegato su pazienti al fine di valutarne la reale efficacia clinica. In questa particolare tappa della ricerca, (studi clinici di Fase II e III) ancor più che nelle fasi precedenti gli studi devono essere condotti con grande rigore metodologico selezionando accuratamente i pazienti che potranno partecipare all’indagine e distribuendoli poi in maniera casuale (random) in almeno due gruppi di pari numerosità uno dei quali, il cosiddetto gruppo sperimentale, riceverà il farmaco che si sta sviluppando e l’altro il cosiddetto gruppo di controllo potrà ricevere o il placebo (un finto trattamento) oppure il miglior trattamento già approvato ed in commercio (se esiste) per quella data patologia. Questi studi inoltre saranno effettuati secondo la procedura della doppia cecità in cui, sino a che l’indagine non sarà ultimata, ne i medici e operatori sanitari da un lato, ne i pazienti dall’altro lato saranno messi a conoscenza dello specifico trattamento effettivamente somministrato/ricevuto (farmaco in studio o trattamento di controllo) al fine di impedire che pregiudizi metodologici (bias) più o meno consapevoli possano pregiudicare l’esito della sperimentazione. Il problema etico qui si pone proprio nella scelta del tipo di trattamento da somministrare al gruppo di controllo nel caso in cui esista già un trattamento di provata efficacia in commercio per quella malattia. Il problema è forse meglio espresso dal seguente interrogativo. E’ lecito somministrare al gruppo di controllo il placebo (un finto trattamento) quando già esiste un trattamento di provata efficacia? E’ lecito arrecare inutile sofferenza ai pazienti del gruppo di controllo con placebo quando questi pazienti avrebbero comunque tratto maggior beneficio da un trattamento già esistente di provata (anche se limitata) efficacia. Nel secondo caso, ovvero nella pratica clinica, il problema etico relativo al placebo si pone soprattutto in due situazioni la prima è relativa alla questione se sia lecito da parte del medico somministrare, in particolari e limitate situazioni, un placebo ai propri pazienti; la seconda invece attiene a come rispondere alla richiesta da parte del paziente di poter utilizzare un trattamento placebo (per esempio un rimedio omeopatico presumibilmente privo di effetti) per una patologia di cui soffre.
ASPETTI ETICI NELLA SOMMINISTRAZIONE DEL PLACEBO
ALLEGRUCCI, Massimo;
2010
Abstract
L’uso del placebo può sollevare problemi etici in almeno due contesti: nelle fasi di sviluppo clinico di un farmaco e nella pratica clinica. Nel primo caso il problema si presenta quando un nuovo farmaco in sviluppo per la prima volta viene impiegato su pazienti al fine di valutarne la reale efficacia clinica. In questa particolare tappa della ricerca, (studi clinici di Fase II e III) ancor più che nelle fasi precedenti gli studi devono essere condotti con grande rigore metodologico selezionando accuratamente i pazienti che potranno partecipare all’indagine e distribuendoli poi in maniera casuale (random) in almeno due gruppi di pari numerosità uno dei quali, il cosiddetto gruppo sperimentale, riceverà il farmaco che si sta sviluppando e l’altro il cosiddetto gruppo di controllo potrà ricevere o il placebo (un finto trattamento) oppure il miglior trattamento già approvato ed in commercio (se esiste) per quella data patologia. Questi studi inoltre saranno effettuati secondo la procedura della doppia cecità in cui, sino a che l’indagine non sarà ultimata, ne i medici e operatori sanitari da un lato, ne i pazienti dall’altro lato saranno messi a conoscenza dello specifico trattamento effettivamente somministrato/ricevuto (farmaco in studio o trattamento di controllo) al fine di impedire che pregiudizi metodologici (bias) più o meno consapevoli possano pregiudicare l’esito della sperimentazione. Il problema etico qui si pone proprio nella scelta del tipo di trattamento da somministrare al gruppo di controllo nel caso in cui esista già un trattamento di provata efficacia in commercio per quella malattia. Il problema è forse meglio espresso dal seguente interrogativo. E’ lecito somministrare al gruppo di controllo il placebo (un finto trattamento) quando già esiste un trattamento di provata efficacia? E’ lecito arrecare inutile sofferenza ai pazienti del gruppo di controllo con placebo quando questi pazienti avrebbero comunque tratto maggior beneficio da un trattamento già esistente di provata (anche se limitata) efficacia. Nel secondo caso, ovvero nella pratica clinica, il problema etico relativo al placebo si pone soprattutto in due situazioni la prima è relativa alla questione se sia lecito da parte del medico somministrare, in particolari e limitate situazioni, un placebo ai propri pazienti; la seconda invece attiene a come rispondere alla richiesta da parte del paziente di poter utilizzare un trattamento placebo (per esempio un rimedio omeopatico presumibilmente privo di effetti) per una patologia di cui soffre.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.