Il contributo rappresenta il quarto capitolo di una ricerca su Flessibilità del lavoro, dinamiche innovative e relazioni industriali nelle imprese umbre. In questa parte del lavoro si è scelto di adottare lo schema interpretativo dell’Economia dei costi di transazione e in particolare il dilemma di Williamson del to buy, acquistare prestazioni e/o merci sul mercato attivando processi di outsourcing e/o di decentramento di fasi di produzione, o to make, produrre direttamente. Come indicatori di una maggiore o minore propensione dell’impresa all’utilizzo di strumenti di flessibilità sono state considerate due variabili: struttura organizzativa e tecnologia utilizzata. Tenendo conto anche del settore produttivo, del volume di fatturato state costruite quattro ipotesi specifiche: 1) strutture organizzative semplici, tecnologia generica e fatturati alti dovrebbero essere indice della scelta del to buy e determinare una flessibilità organizzativa e/o quantitativa; 2) strutture organizzative complesse, tecnologia specializzata, fatturato medio-alto dovrebbero indicare la scelta del to make e determinare una minore flessibilità dell’impresa ma possibile flessibilità qualitativa e/o temporale a livello di manodopera; 3) strutture organizzative complesse, tecnologia generica e fatturato medio-alto dovrebbe indicare una scelta “ibrida”, con propensione all’esternalizzazione non controllata direttamente di fasi anche complesse e determinare flessibilità organizzativa e retributiva; 4) strutture organizzative semplici, tecnologia specializzata e fatturato alto dovrebbe ancora indicare una scelta “ibrida”, con esternalizzazione di fasi marginali e/o decentramento produttivo controllati direttamente e possibilità di flessibilità temporale e qualitativa. L’indagine, condotta su dati sottoposti a analisi bivariata e multivariata, ha confermato le ipotesi e ha fatto emergere l’utilizzo di modelli di flessibilità organizzativa e quantitativa anche in presenza di organizzazione semplice e tecnologia generica e di flessibilità organizzativa e temporale nel caso di organizzazione semplice e tecnologia specializzata.

Organizzazione e tecnologia come determinanti della flessibilità: una proposta interpretativa basata sullo schema dell'Economia dei Costi di Transazione

CICOLETTI, Giancarla
2006

Abstract

Il contributo rappresenta il quarto capitolo di una ricerca su Flessibilità del lavoro, dinamiche innovative e relazioni industriali nelle imprese umbre. In questa parte del lavoro si è scelto di adottare lo schema interpretativo dell’Economia dei costi di transazione e in particolare il dilemma di Williamson del to buy, acquistare prestazioni e/o merci sul mercato attivando processi di outsourcing e/o di decentramento di fasi di produzione, o to make, produrre direttamente. Come indicatori di una maggiore o minore propensione dell’impresa all’utilizzo di strumenti di flessibilità sono state considerate due variabili: struttura organizzativa e tecnologia utilizzata. Tenendo conto anche del settore produttivo, del volume di fatturato state costruite quattro ipotesi specifiche: 1) strutture organizzative semplici, tecnologia generica e fatturati alti dovrebbero essere indice della scelta del to buy e determinare una flessibilità organizzativa e/o quantitativa; 2) strutture organizzative complesse, tecnologia specializzata, fatturato medio-alto dovrebbero indicare la scelta del to make e determinare una minore flessibilità dell’impresa ma possibile flessibilità qualitativa e/o temporale a livello di manodopera; 3) strutture organizzative complesse, tecnologia generica e fatturato medio-alto dovrebbe indicare una scelta “ibrida”, con propensione all’esternalizzazione non controllata direttamente di fasi anche complesse e determinare flessibilità organizzativa e retributiva; 4) strutture organizzative semplici, tecnologia specializzata e fatturato alto dovrebbe ancora indicare una scelta “ibrida”, con esternalizzazione di fasi marginali e/o decentramento produttivo controllati direttamente e possibilità di flessibilità temporale e qualitativa. L’indagine, condotta su dati sottoposti a analisi bivariata e multivariata, ha confermato le ipotesi e ha fatto emergere l’utilizzo di modelli di flessibilità organizzativa e quantitativa anche in presenza di organizzazione semplice e tecnologia generica e di flessibilità organizzativa e temporale nel caso di organizzazione semplice e tecnologia specializzata.
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