L’Alta Valle del T. Naja , nel suo tratto iniziale, scorre da sud verso nord, lungo il ramo sudoccidentale dell’antico Lago Tiberino (Auct.), un’ampia e articolata depressione tettonica originatasi nel Plio-Pleistocene che, nella sua diramazione sudoccidentale, si estende lungo il margine occidentale della catena dei M.ti Martani fino alla conca di Terni (fig. 1). I M.ti Martani si elevano in un’ampia piega costituita dalle formazioni calcaree e marnoso calcaree della serie Umbro Marchigiana, separando in due rami paralleli l’antica depressione tettonica. Il bacino del T. Naja presenta, in sinistra idrografica, un paesaggio caratterizzato da blandi rilievi (400 m s.l.m.) dove erode efficacemente i depositi clastici (argille, sabbie e conglomerati) che per fasi di sedimentazione, in un ambiente dove si alternavano zone palustri e alluvionali, hanno colmato l’antica depressione (fig. 2). In destra idrografica si imposta al contrario lungo i ripidi versanti dei rilievi Martani (da 800 a 1100m s.l.m.) dove affiorano, dal basso verso, ampie plaghe travertinose, calcari Giurassico-Cretacei e calcari marnosi Cretacei. La concentrazione di acque minerali e oligominerali che caratterizzano la Valle del Naja è riconducibile alla struttura geologica che ne condiziona la circolazione sotterranea (fig. 3 e fig. 4). La gran parte degli acquiferi viene alimentata dalle acque di precipitazione meteorica che si infiltrano nei calcari dei M.ti Martani, permeabili per fatturazione. In particolare le formazioni del Calcare Massiccio, della Maiolica e della Scaglia rossa sono altamente permeabili e alimentano la circolazione sotterranea. I sedimenti plio-pleistocenici sono diversamente permeabili in funzione del contenuto di argilla e materia organica (a bassa permeabilità). La storia geologica è ulteriormente complicata dalla tettonica distensiva che ha controllato l’area dal Pliocene sup ad oggi. La catena Martana, ad ovest è dislocata da un sistema di faglie dirette che prendono il nome di “Faglia Martana” immergenti verso ovest e che hanno pilotato la risalita di fenomeni magmatici che circa 0,39 MA hanno portato alla localizzazione di piccoli centri eruttivi. Gli studi effettuati sul chimismo delle acque sorgentizie hanno dimostrato che, dopo essersi infiltrate nelle limitrofe formazioni calcaree, le stesse risalgono attraverso i depositi di copertura venendo a contatto con diversi litotipi e acquisendo le proprietà chimico-fisiche che le caratterizzano. L’acqua Fabia appartiene probabilmente ad acque più superficiali e perdurate a contatto con le formazioni travertinose mentre l’acqua Sangemini presenta valori più bassi di quelli caratterizzanti i depositi fluvio-lacustri e maggiori di quelli dei travertini e dei depositi più antichi.

Una singolare concentrazione di acque minerali.

MELELLI, Laura
2005

Abstract

L’Alta Valle del T. Naja , nel suo tratto iniziale, scorre da sud verso nord, lungo il ramo sudoccidentale dell’antico Lago Tiberino (Auct.), un’ampia e articolata depressione tettonica originatasi nel Plio-Pleistocene che, nella sua diramazione sudoccidentale, si estende lungo il margine occidentale della catena dei M.ti Martani fino alla conca di Terni (fig. 1). I M.ti Martani si elevano in un’ampia piega costituita dalle formazioni calcaree e marnoso calcaree della serie Umbro Marchigiana, separando in due rami paralleli l’antica depressione tettonica. Il bacino del T. Naja presenta, in sinistra idrografica, un paesaggio caratterizzato da blandi rilievi (400 m s.l.m.) dove erode efficacemente i depositi clastici (argille, sabbie e conglomerati) che per fasi di sedimentazione, in un ambiente dove si alternavano zone palustri e alluvionali, hanno colmato l’antica depressione (fig. 2). In destra idrografica si imposta al contrario lungo i ripidi versanti dei rilievi Martani (da 800 a 1100m s.l.m.) dove affiorano, dal basso verso, ampie plaghe travertinose, calcari Giurassico-Cretacei e calcari marnosi Cretacei. La concentrazione di acque minerali e oligominerali che caratterizzano la Valle del Naja è riconducibile alla struttura geologica che ne condiziona la circolazione sotterranea (fig. 3 e fig. 4). La gran parte degli acquiferi viene alimentata dalle acque di precipitazione meteorica che si infiltrano nei calcari dei M.ti Martani, permeabili per fatturazione. In particolare le formazioni del Calcare Massiccio, della Maiolica e della Scaglia rossa sono altamente permeabili e alimentano la circolazione sotterranea. I sedimenti plio-pleistocenici sono diversamente permeabili in funzione del contenuto di argilla e materia organica (a bassa permeabilità). La storia geologica è ulteriormente complicata dalla tettonica distensiva che ha controllato l’area dal Pliocene sup ad oggi. La catena Martana, ad ovest è dislocata da un sistema di faglie dirette che prendono il nome di “Faglia Martana” immergenti verso ovest e che hanno pilotato la risalita di fenomeni magmatici che circa 0,39 MA hanno portato alla localizzazione di piccoli centri eruttivi. Gli studi effettuati sul chimismo delle acque sorgentizie hanno dimostrato che, dopo essersi infiltrate nelle limitrofe formazioni calcaree, le stesse risalgono attraverso i depositi di copertura venendo a contatto con diversi litotipi e acquisendo le proprietà chimico-fisiche che le caratterizzano. L’acqua Fabia appartiene probabilmente ad acque più superficiali e perdurate a contatto con le formazioni travertinose mentre l’acqua Sangemini presenta valori più bassi di quelli caratterizzanti i depositi fluvio-lacustri e maggiori di quelli dei travertini e dei depositi più antichi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/174463
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