Il lavoro di ricerca contenuto in questo volume, coordinato dalla Prof.ssa Anna Maria De Cesaris, nasce dall’esigenza di far conoscere le numerose problematiche sulle famiglie che sono sorte consequenzialmente alla rapida metamorfosi economica, demografica e sociale che, in questi ultimi decenni, ha caratterizzato il nostro paese. La realizzazione del volume è stata resa possibile grazie ai finanziamenti del Polo Scientifico Didattico di Terni dell’Università degli Studi di Perugia ed alla sensibilità del Prof. Alessandro Montrone, Presidente del Consiglio intercorso in Economia aziendale di Terni, che ha inserito questo progetto nella proposta di programmazione dell’attività scientifica del corso di laurea. Si ringraziano per la preziosa collaborazione prestata ai fini statistici la magistratura del Tribunale di Terni nelle persone della Dott.ssa Maria Letizia De Luca e del Dott. Carmelo Barbieri ed il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Terni nella persona del Ten.Col. Domenico Camillocci Solfaroli. In un quadro di disarticolazione del tessuto sociale quale quello attuale, è difficile disconoscere l’esistenza di realtà familiari oggi divenute molto più complesse. Il lavoro svolto da Anna Maria De Cesaris è stato quello di analizzare queste nuove realtà confrontandole con l’istituto tradizionale della famiglia ormai in crisi. Sono state considerate, sia pur brevemente, le ragioni storiche e sociologiche che hanno dettato il cambiamento della famiglia appartenente al passato pre-costituzionale in un modello familiare più evoluto, quale quello previsto e tutelato dalla nostra Costituzione. La crisi di questo istituto, le numerose problematiche sorte con le separazioni e i divorzi, la nascita di altre forme di vita familiare, sono stati oggetto di particolare attenzione al fine di darne una visione sociologica e, soprattutto, una regolamentazione, se possibile, giuridica. Nel saggio di Gaetano Catapano viene esaminato come si atteggiano i principali diritti e doveri dei coniugi/genitori in caso di separazione e divorzio. L’emancipazione femminile e l’acuirsi del fenomeno degenerativo della famiglia hanno indotto il nostro legislatore ad intervenire nella disciplina dei rapporti tra i componenti del nucleo familiare con norme che assumono rilevanza non solo dal punto di vista patrimoniale ma anche personale, sia tra i coniugi/genitori sia tra questi e i loro figli, in modo da tutelare principalmente e nel modo più stringente possibile l’involontaria vittima del fallimento familiare, ossia la prole. In una tale ottica, nel contributo vengono individuati i principali mezzi che il nostro ordinamento offre per cercare di garantire che allo sfaldamento familiare non consegua anche un annichilimento personale delle parti interessate, soprattutto dei figli. Il saggio prende in considerazione, evidenziandone le relative differenze, i più importanti istituti riguardanti la disciplina dei rapporti tra i coniugi nella separazione e tra gli ex coniugi nel divorzio. Vengono, infine, ripercorsi i principi fondamentali in materia di affidamento dei figli minori o maggiorenni non economicamente autosufficienti alla luce della recente introduzione, con la legge n. 54 dell’8 febbraio 2006, del c.d. “affidamento condiviso”, inteso come diritto-dovere dei genitori di essere presenti nella vita dei figli, anche nel caso di separazione o divorzio, ogni qual volta non esistano impedimenti che giustifichino l'allontanamento di un genitore dal proprio figlio. Nel saggio di Cristina Montesi e Simona Menegon vengono analizzati i principali mutamenti demografici (declino delle nascite, crescita longevità, invecchiamento della popolazione, espansione dell’immigrazione), ma anche sociali (modificazioni delle strutture familiari connesse anche con i cambiamenti del mercato del lavoro) recentemente occorsi in Italia ed in Umbria. Per quanto riguarda le famiglie si riscontra una forte diminuzione delle dimensioni; un ritardo della formazione dei nuclei familiari per matrimonio o unione di fatto; una diminuzione del numero dei figli ed un prolungamento della permanenza dei giovani nella famiglia di origine; un aumento dell’instabilità familiare per separazione o divorzio; un aumento delle famiglie monogenitore o di quelle ricostituite, un aumento delle unioni di fatto e delle unioni miste. Ecco perché si può parlare di famiglie “plurali” (ovvero dell’esistenza di una molteplicità di modelli familiari), di famiglie “polverizzate” (caratterizzate dalla consistente riduzione del numero medio di componenti), di famiglie “liquide” (cementate da legami al di fuori del matrimonio). Il lavoro familiare che, per motivi istituzionali, culturali, valoriali è nel nostro paese ancora troppo marcatamente a carico delle donne, incide notevolmente sulla partecipazione delle stesse al mercato del lavoro e sulla continuità del lavoro femminile, unitamente alla inadeguatezza del nostro welfare familiare che rientra nel modello mediterraneo (già all’ultimo posto in Europa per le risorse dedicate e con il rischio di diventare, a causa della crisi economica, sempre più residuale) ed alla debolezza delle politiche di conciliazione famiglia-lavoro. Il quadro è ancor più problematico se si considera che le famiglie sono state gravate di nuove funzioni, diventando essenziale fonte di sostegno dei giovani inoccupati o disoccupati e dei grandi anziani. La disgregazione familiare, con la crescita di nuclei monogenitoriali, dà oltretutto luogo a nuove povertà (soprattutto femminili), a cui bisogna rispondere con le classiche politiche sociali di sostegno al reddito e con l’empowerment delle donne sul mercato del lavoro da perseguirsi mediante politiche attive del lavoro, di parità e di pari opportunità. Infine una riforma del welfare in senso relazionale, sussidiario, societario, diretta a sostenere i beni relazionali della famiglia e politiche di conciliazione famiglia lavoro da realizzarsi, in ottemperanza ai requisiti reclamati da una politica di bene comune, a livello aziendale e territoriale, si rendono necessarie per rispondere a queste nuove emergenze economico-sociali. Nel contributo di Francesca Ceccacci e Paola de Salvo è affrontata la questione relativa a come madri e padri possano riuscire nel tentativo di conciliare le esigenze di cura della famiglia con gli impegni professionali con particolare attenzione al contesto umbro. In particolare le autrici hanno approfondito come le condizioni lavorative dei genitori (ma soprattutto delle donne) incidano, positivamente o meno, sul buon andamento delle relazioni familiari anche “in una prospettiva ecologica dello sviluppo umano”, in quanto la persona tesse relazioni all’interno di un sistema complesso, nel quale i diversi contesti quotidiani si influenzano a vicenda e contribuiscono alla formazione della propria personalità. Per un’ecologia sociale diventano strategiche le politiche di conciliazione famiglia-lavoro sulle quali le autrici del saggio rivelano il crescente interesse della Unione Europea e l’evoluzione politico-normativa europea occorsa nel tempo. Per quanto riguarda il livello nazionale viene ricordato il recente Programma di azioni per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro predisposto dal Governo in cui trovano cittadinanza anche alcune misure per la conciliazione. Infine viene esaminato a livello territoriale una buona pratica di corporate welfare, l’asilo nido Kilipupu della Nestlè Italiana spa di Perugia, anch’essa indirizzata alla ricomposizione tra mondo del lavoro e mondo della famiglia.

"La gestione della crisi familiare. Separazioni e divorzi nell'Italia contemporanea"

DE CESARIS, Anna Maria
2012

Abstract

Il lavoro di ricerca contenuto in questo volume, coordinato dalla Prof.ssa Anna Maria De Cesaris, nasce dall’esigenza di far conoscere le numerose problematiche sulle famiglie che sono sorte consequenzialmente alla rapida metamorfosi economica, demografica e sociale che, in questi ultimi decenni, ha caratterizzato il nostro paese. La realizzazione del volume è stata resa possibile grazie ai finanziamenti del Polo Scientifico Didattico di Terni dell’Università degli Studi di Perugia ed alla sensibilità del Prof. Alessandro Montrone, Presidente del Consiglio intercorso in Economia aziendale di Terni, che ha inserito questo progetto nella proposta di programmazione dell’attività scientifica del corso di laurea. Si ringraziano per la preziosa collaborazione prestata ai fini statistici la magistratura del Tribunale di Terni nelle persone della Dott.ssa Maria Letizia De Luca e del Dott. Carmelo Barbieri ed il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Terni nella persona del Ten.Col. Domenico Camillocci Solfaroli. In un quadro di disarticolazione del tessuto sociale quale quello attuale, è difficile disconoscere l’esistenza di realtà familiari oggi divenute molto più complesse. Il lavoro svolto da Anna Maria De Cesaris è stato quello di analizzare queste nuove realtà confrontandole con l’istituto tradizionale della famiglia ormai in crisi. Sono state considerate, sia pur brevemente, le ragioni storiche e sociologiche che hanno dettato il cambiamento della famiglia appartenente al passato pre-costituzionale in un modello familiare più evoluto, quale quello previsto e tutelato dalla nostra Costituzione. La crisi di questo istituto, le numerose problematiche sorte con le separazioni e i divorzi, la nascita di altre forme di vita familiare, sono stati oggetto di particolare attenzione al fine di darne una visione sociologica e, soprattutto, una regolamentazione, se possibile, giuridica. Nel saggio di Gaetano Catapano viene esaminato come si atteggiano i principali diritti e doveri dei coniugi/genitori in caso di separazione e divorzio. L’emancipazione femminile e l’acuirsi del fenomeno degenerativo della famiglia hanno indotto il nostro legislatore ad intervenire nella disciplina dei rapporti tra i componenti del nucleo familiare con norme che assumono rilevanza non solo dal punto di vista patrimoniale ma anche personale, sia tra i coniugi/genitori sia tra questi e i loro figli, in modo da tutelare principalmente e nel modo più stringente possibile l’involontaria vittima del fallimento familiare, ossia la prole. In una tale ottica, nel contributo vengono individuati i principali mezzi che il nostro ordinamento offre per cercare di garantire che allo sfaldamento familiare non consegua anche un annichilimento personale delle parti interessate, soprattutto dei figli. Il saggio prende in considerazione, evidenziandone le relative differenze, i più importanti istituti riguardanti la disciplina dei rapporti tra i coniugi nella separazione e tra gli ex coniugi nel divorzio. Vengono, infine, ripercorsi i principi fondamentali in materia di affidamento dei figli minori o maggiorenni non economicamente autosufficienti alla luce della recente introduzione, con la legge n. 54 dell’8 febbraio 2006, del c.d. “affidamento condiviso”, inteso come diritto-dovere dei genitori di essere presenti nella vita dei figli, anche nel caso di separazione o divorzio, ogni qual volta non esistano impedimenti che giustifichino l'allontanamento di un genitore dal proprio figlio. Nel saggio di Cristina Montesi e Simona Menegon vengono analizzati i principali mutamenti demografici (declino delle nascite, crescita longevità, invecchiamento della popolazione, espansione dell’immigrazione), ma anche sociali (modificazioni delle strutture familiari connesse anche con i cambiamenti del mercato del lavoro) recentemente occorsi in Italia ed in Umbria. Per quanto riguarda le famiglie si riscontra una forte diminuzione delle dimensioni; un ritardo della formazione dei nuclei familiari per matrimonio o unione di fatto; una diminuzione del numero dei figli ed un prolungamento della permanenza dei giovani nella famiglia di origine; un aumento dell’instabilità familiare per separazione o divorzio; un aumento delle famiglie monogenitore o di quelle ricostituite, un aumento delle unioni di fatto e delle unioni miste. Ecco perché si può parlare di famiglie “plurali” (ovvero dell’esistenza di una molteplicità di modelli familiari), di famiglie “polverizzate” (caratterizzate dalla consistente riduzione del numero medio di componenti), di famiglie “liquide” (cementate da legami al di fuori del matrimonio). Il lavoro familiare che, per motivi istituzionali, culturali, valoriali è nel nostro paese ancora troppo marcatamente a carico delle donne, incide notevolmente sulla partecipazione delle stesse al mercato del lavoro e sulla continuità del lavoro femminile, unitamente alla inadeguatezza del nostro welfare familiare che rientra nel modello mediterraneo (già all’ultimo posto in Europa per le risorse dedicate e con il rischio di diventare, a causa della crisi economica, sempre più residuale) ed alla debolezza delle politiche di conciliazione famiglia-lavoro. Il quadro è ancor più problematico se si considera che le famiglie sono state gravate di nuove funzioni, diventando essenziale fonte di sostegno dei giovani inoccupati o disoccupati e dei grandi anziani. La disgregazione familiare, con la crescita di nuclei monogenitoriali, dà oltretutto luogo a nuove povertà (soprattutto femminili), a cui bisogna rispondere con le classiche politiche sociali di sostegno al reddito e con l’empowerment delle donne sul mercato del lavoro da perseguirsi mediante politiche attive del lavoro, di parità e di pari opportunità. Infine una riforma del welfare in senso relazionale, sussidiario, societario, diretta a sostenere i beni relazionali della famiglia e politiche di conciliazione famiglia lavoro da realizzarsi, in ottemperanza ai requisiti reclamati da una politica di bene comune, a livello aziendale e territoriale, si rendono necessarie per rispondere a queste nuove emergenze economico-sociali. Nel contributo di Francesca Ceccacci e Paola de Salvo è affrontata la questione relativa a come madri e padri possano riuscire nel tentativo di conciliare le esigenze di cura della famiglia con gli impegni professionali con particolare attenzione al contesto umbro. In particolare le autrici hanno approfondito come le condizioni lavorative dei genitori (ma soprattutto delle donne) incidano, positivamente o meno, sul buon andamento delle relazioni familiari anche “in una prospettiva ecologica dello sviluppo umano”, in quanto la persona tesse relazioni all’interno di un sistema complesso, nel quale i diversi contesti quotidiani si influenzano a vicenda e contribuiscono alla formazione della propria personalità. Per un’ecologia sociale diventano strategiche le politiche di conciliazione famiglia-lavoro sulle quali le autrici del saggio rivelano il crescente interesse della Unione Europea e l’evoluzione politico-normativa europea occorsa nel tempo. Per quanto riguarda il livello nazionale viene ricordato il recente Programma di azioni per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro predisposto dal Governo in cui trovano cittadinanza anche alcune misure per la conciliazione. Infine viene esaminato a livello territoriale una buona pratica di corporate welfare, l’asilo nido Kilipupu della Nestlè Italiana spa di Perugia, anch’essa indirizzata alla ricomposizione tra mondo del lavoro e mondo della famiglia.
2012
9788856845860
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/176496
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