Tra i temi meno analizzati dalla storiografia, che in modo sempre più massiccio negli ultimi tre decenni ha soffermato la sua attenzione sulla figura di Giuseppe Garibaldi e sul suo mito, vi è il momento giovanile della sua formazione intellettuale e culturale. Lo stesso Garibaldi aveva incoraggiato tale orientamento, sintetizzando in poche pagine, nelle Memorie, i primi trent’anni della sua vita. Pochi lavori finora si sono discostati dal “tracciato” fissato in primis dallo stesso Garibaldi, scoraggiati soprattutto dalla difficoltà di reperire la necessaria documentazione. Il presente lavoro ha cercato, nell’ambito delle manifestazioni per il bicentenario della nascita di Garibaldi, di mettere a fuoco gli anni giovanili, uscendo dal mito del ragazzo poco studioso e pervaso unicamente dalla “febbre” dell’azione. Tale mito, già posto in discussione da Alfonso Scirocco – che poneva in luce le frequenti citazioni letterarie dell’Eroe – ha trovato una sua più precisa sconfessione nell’analisi compiuta sulla biblioteca personale di Garibaldi, seguendone la dispersione nei vari fondi presenti a Caprera, a Livorno e negli Stati Uniti, e appuntando l’attenzione sulla parte che, presumibilmente, costituiva la sua prima struttura negli anni della giovinezza. Da questa analisi viene a definirsi un Garibaldi che amava leggere e “farsi una cultura”, con particolare riferimento alla poesia e ai classici dell’antichità greca e, soprattutto, romana. Su tale base di formazione intellettuale, inserì in seguito, in America latina, la lettura delle opere dell’Illuminismo francese e di quelle riguardanti la realtà americana di fine Settecento.

La formazione culturale di Garibaldi

UGOLINI, Romano
2008

Abstract

Tra i temi meno analizzati dalla storiografia, che in modo sempre più massiccio negli ultimi tre decenni ha soffermato la sua attenzione sulla figura di Giuseppe Garibaldi e sul suo mito, vi è il momento giovanile della sua formazione intellettuale e culturale. Lo stesso Garibaldi aveva incoraggiato tale orientamento, sintetizzando in poche pagine, nelle Memorie, i primi trent’anni della sua vita. Pochi lavori finora si sono discostati dal “tracciato” fissato in primis dallo stesso Garibaldi, scoraggiati soprattutto dalla difficoltà di reperire la necessaria documentazione. Il presente lavoro ha cercato, nell’ambito delle manifestazioni per il bicentenario della nascita di Garibaldi, di mettere a fuoco gli anni giovanili, uscendo dal mito del ragazzo poco studioso e pervaso unicamente dalla “febbre” dell’azione. Tale mito, già posto in discussione da Alfonso Scirocco – che poneva in luce le frequenti citazioni letterarie dell’Eroe – ha trovato una sua più precisa sconfessione nell’analisi compiuta sulla biblioteca personale di Garibaldi, seguendone la dispersione nei vari fondi presenti a Caprera, a Livorno e negli Stati Uniti, e appuntando l’attenzione sulla parte che, presumibilmente, costituiva la sua prima struttura negli anni della giovinezza. Da questa analisi viene a definirsi un Garibaldi che amava leggere e “farsi una cultura”, con particolare riferimento alla poesia e ai classici dell’antichità greca e, soprattutto, romana. Su tale base di formazione intellettuale, inserì in seguito, in America latina, la lettura delle opere dell’Illuminismo francese e di quelle riguardanti la realtà americana di fine Settecento.
2008
9788885183360
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