Il saggio tenta, con uno sforzo interdisciplinare, di correlare etica ed economia partendo dalla convinzione, sempre più diffusa tra gli economisti, che questa ricongiunzione è strategica per lo sviluppo sia umano che economico. Concezioni alternative di etica (etica delle intenzioni, etica delle conseguenze, etica delle virtù) sono schematicamente esaminate nelle loro principali caratteristiche, punti di forza ed aspetti critici rinviando alla tradizione filosofica in cui esse affondano le radici (kantiana, utilitarista, aristotelica) ed ai filoni di pensiero economico e visioni dello sviluppo a cui esse hanno dato origine. Più specificatamente il saggio analizza le varie concezioni di impresa e di finalismo aziendale (più o meno collegate al raggiungimento del bene comune assieme a quello aziendale), i differenti contesti organizzativi e gestionali con i rispettivi vantaggi e limiti, il diverso modo di concepire le relazioni con gli interlocutori aziendali, che possono generarsi quando le attività manageriali si ispirano a ciascuna di queste etiche. Viene anche tracciata una possibile connessione tra etica delle virtù e “capitale sociale” dimostrando che alcune virtù necessarie al vivere civile sono essenziali anche al fare business, dato che lavorano entrambe per favorire la cooperazione tra persone (fuori e dentro l’azienda). Tra le virtù che sono emblema, nelle parole di MacIntyre, della “dipendenza umana riconosciuta”, speciale attenzione è attribuita, per i suoi possibili risvolti anche in campo aziendale, alla generosità (distinguendola da altre virtù similari come la carità e la misericordia), per la sua capacità di costruire legami sociali (dentro e fuori dell’azienda), di produrre beni relazionali (in primis il bene comune), di concorrere alla felicità delle persone.
Un confronto comparato tra differenti business ethics nella prospettiva del bene comune
MONTESI, Cristina
2009
Abstract
Il saggio tenta, con uno sforzo interdisciplinare, di correlare etica ed economia partendo dalla convinzione, sempre più diffusa tra gli economisti, che questa ricongiunzione è strategica per lo sviluppo sia umano che economico. Concezioni alternative di etica (etica delle intenzioni, etica delle conseguenze, etica delle virtù) sono schematicamente esaminate nelle loro principali caratteristiche, punti di forza ed aspetti critici rinviando alla tradizione filosofica in cui esse affondano le radici (kantiana, utilitarista, aristotelica) ed ai filoni di pensiero economico e visioni dello sviluppo a cui esse hanno dato origine. Più specificatamente il saggio analizza le varie concezioni di impresa e di finalismo aziendale (più o meno collegate al raggiungimento del bene comune assieme a quello aziendale), i differenti contesti organizzativi e gestionali con i rispettivi vantaggi e limiti, il diverso modo di concepire le relazioni con gli interlocutori aziendali, che possono generarsi quando le attività manageriali si ispirano a ciascuna di queste etiche. Viene anche tracciata una possibile connessione tra etica delle virtù e “capitale sociale” dimostrando che alcune virtù necessarie al vivere civile sono essenziali anche al fare business, dato che lavorano entrambe per favorire la cooperazione tra persone (fuori e dentro l’azienda). Tra le virtù che sono emblema, nelle parole di MacIntyre, della “dipendenza umana riconosciuta”, speciale attenzione è attribuita, per i suoi possibili risvolti anche in campo aziendale, alla generosità (distinguendola da altre virtù similari come la carità e la misericordia), per la sua capacità di costruire legami sociali (dentro e fuori dell’azienda), di produrre beni relazionali (in primis il bene comune), di concorrere alla felicità delle persone.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.