Il decreto legislativo 68/2011 su costi e fabbisogni standard in sanità introduce, rispetto al sistema di riparto fra le regioni delle risorse destinate ai livelli essenziali di assistenza in vigore dagli anni novanta, due innovazioni: il depotenziamento della ponderazione della quota capitaria per (sole) classi di età della popolazione e la individuazione di regioni benchmark. La prima innovazione aspira, senza successo, a stemperare il conflitto nord –sud, la seconda è ininfluente sull’allocazione delle risorse, posto che il finanziamento complessivo è determinato esogenamente. Il dettato normativo presenta tuttavia rilevanti ambiguità: in caso di fabbisogni stimati inferiori agli stanziamenti globali si potrebbero produrre benefici a favore delle regioni con spesa procapite pesata più contenuta. Una previsione distributiva fondata su una metodologia approssimativa incapace di esprimere un legame con le inefficienze di produzione, che appare tanto più rischiosa quanto più i costi e i fabbisogni standard costituiranno il riferimento cui rapportare a regime il finanziamento integrale della spesa sanitaria.

Costi e fabbisogni standard nel settore sanitario: le ambiguità del del decreto legislativo n. 68 del 2011, Working Paper

Caruso E.
;
Dirindin N.
2011

Abstract

Il decreto legislativo 68/2011 su costi e fabbisogni standard in sanità introduce, rispetto al sistema di riparto fra le regioni delle risorse destinate ai livelli essenziali di assistenza in vigore dagli anni novanta, due innovazioni: il depotenziamento della ponderazione della quota capitaria per (sole) classi di età della popolazione e la individuazione di regioni benchmark. La prima innovazione aspira, senza successo, a stemperare il conflitto nord –sud, la seconda è ininfluente sull’allocazione delle risorse, posto che il finanziamento complessivo è determinato esogenamente. Il dettato normativo presenta tuttavia rilevanti ambiguità: in caso di fabbisogni stimati inferiori agli stanziamenti globali si potrebbero produrre benefici a favore delle regioni con spesa procapite pesata più contenuta. Una previsione distributiva fondata su una metodologia approssimativa incapace di esprimere un legame con le inefficienze di produzione, che appare tanto più rischiosa quanto più i costi e i fabbisogni standard costituiranno il riferimento cui rapportare a regime il finanziamento integrale della spesa sanitaria.
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