Numerosi sono stati i tentativi di definizione di un paradigma interpretativo dello sviluppo rurale e delle sue politiche da parte di sociologi ed economisti. Nel presente saggio la questione viene posta su quali siano quegli elementi comuni che attivano processi diversi che conducono ad uno sviluppo diffuso ed autocentrato . Partendo dalla ipotesi che non tutte le interrelazioni che nascono e si sviluppano in un territorio rurale diventano rilevanti per il loro sviluppo, ma solo quelle che conducono al mantenimento di una presenza umana diffusa attraverso attività sostenibili in termini economici, sociali ed ambientali il testo introduce un approccio territoriale e multisettoriale allo sviluppo rurale. In tale approccio viene “riscoperta” la centralità dell’agricoltura come principale utilizzatore dello spazio, ma focalizzando l’attenzione sulle interrelazioni tra questa, le altre attività socio-economiche e le risorse naturali ed ambientali del territorio in un’ottica di coproduzione di tutti gli attori (materiali ed immateriali) in esso presenti. Viene ridefinito il concetto di “multifunzionalità dell’agricoltura” come la capacità di far evolvere i sistemi agricoli differenziandoli in funzione al complesso di relazioni socio-economiche ed ambientali del contesto in cui evolvono (Saccomandi, 1995). L’elemento chiave diventano le economie di scopo e la mutualità tra il valore economico ed il valore ecologico. Alla base della formazione di questi nuovo reticoli che condividono risorse e output vi è la costruzione comune della definizione di qualità che fa riferimento alla sua sostenibilità e cioè alla capacità di soddisfare contemporaneamente l’esigenza privata (sempre più di natura edonistica) con quella collettiva (di responsabilità ambientale e sociale). Alla base della formazione di questi reticoli vi è una condivisione della definizione di qualità del prodotto e del servizio che fa proprio riferimento alla sua sostenibilità e cioè alla capacità di soddisfare contemporaneamente l’esigenza privata (sempre più di natura edonistica) con quella collettiva (di responsabilità ambientale e sociale). Viene quindi introdotto il concetto di “nested market” come luogo dove questi prodotti sostenibili vengono scambiati. Mercati caratterizzati da costruzioni sociali a forte componente istituzionale. I meccanismi di nascita e sviluppo dei “nested markets”sono molto diversificati e spesso legati alla storia ed alle istituzioni del territorio. Questi “nuovi” prodotti e servizi offerti dalle imprese agricole e rurali sono molti e diversi così come i meccanismi attraverso i quali vengono creati nuovi reticoli che legano produzione e consumo. Questi reticoli mlti-attori e multi –livello che costituiscono il motore dello sviluppo rurale sostenibile, nel testo vengono indicati come Web Rurale ( van der Ploeg et altri 2008). Il “web rurale” ha un connotazione di tipo teorico e metodologico per l’analisi delle traiettorie di sviluppo delle aree rurali, ed è anche uno strumento di supporto alle decisioni ed alla programmazione. Le attività che contribuiscono al rafforzamento delle sei dimensioni del web rurale scaturiscono, infatti, da forme di coordinamento civile che legittimano politiche di sostegno pubbliche e che agiscono da moltiplicatori dei benefici che da queste ci si attende.

Verso un nuovo quadro di riferimento per la comprensione dello sviluppo rurale delle regioni europee

Milone P.;VENTURA, Flaminia
2012

Abstract

Numerosi sono stati i tentativi di definizione di un paradigma interpretativo dello sviluppo rurale e delle sue politiche da parte di sociologi ed economisti. Nel presente saggio la questione viene posta su quali siano quegli elementi comuni che attivano processi diversi che conducono ad uno sviluppo diffuso ed autocentrato . Partendo dalla ipotesi che non tutte le interrelazioni che nascono e si sviluppano in un territorio rurale diventano rilevanti per il loro sviluppo, ma solo quelle che conducono al mantenimento di una presenza umana diffusa attraverso attività sostenibili in termini economici, sociali ed ambientali il testo introduce un approccio territoriale e multisettoriale allo sviluppo rurale. In tale approccio viene “riscoperta” la centralità dell’agricoltura come principale utilizzatore dello spazio, ma focalizzando l’attenzione sulle interrelazioni tra questa, le altre attività socio-economiche e le risorse naturali ed ambientali del territorio in un’ottica di coproduzione di tutti gli attori (materiali ed immateriali) in esso presenti. Viene ridefinito il concetto di “multifunzionalità dell’agricoltura” come la capacità di far evolvere i sistemi agricoli differenziandoli in funzione al complesso di relazioni socio-economiche ed ambientali del contesto in cui evolvono (Saccomandi, 1995). L’elemento chiave diventano le economie di scopo e la mutualità tra il valore economico ed il valore ecologico. Alla base della formazione di questi nuovo reticoli che condividono risorse e output vi è la costruzione comune della definizione di qualità che fa riferimento alla sua sostenibilità e cioè alla capacità di soddisfare contemporaneamente l’esigenza privata (sempre più di natura edonistica) con quella collettiva (di responsabilità ambientale e sociale). Alla base della formazione di questi reticoli vi è una condivisione della definizione di qualità del prodotto e del servizio che fa proprio riferimento alla sua sostenibilità e cioè alla capacità di soddisfare contemporaneamente l’esigenza privata (sempre più di natura edonistica) con quella collettiva (di responsabilità ambientale e sociale). Viene quindi introdotto il concetto di “nested market” come luogo dove questi prodotti sostenibili vengono scambiati. Mercati caratterizzati da costruzioni sociali a forte componente istituzionale. I meccanismi di nascita e sviluppo dei “nested markets”sono molto diversificati e spesso legati alla storia ed alle istituzioni del territorio. Questi “nuovi” prodotti e servizi offerti dalle imprese agricole e rurali sono molti e diversi così come i meccanismi attraverso i quali vengono creati nuovi reticoli che legano produzione e consumo. Questi reticoli mlti-attori e multi –livello che costituiscono il motore dello sviluppo rurale sostenibile, nel testo vengono indicati come Web Rurale ( van der Ploeg et altri 2008). Il “web rurale” ha un connotazione di tipo teorico e metodologico per l’analisi delle traiettorie di sviluppo delle aree rurali, ed è anche uno strumento di supporto alle decisioni ed alla programmazione. Le attività che contribuiscono al rafforzamento delle sei dimensioni del web rurale scaturiscono, infatti, da forme di coordinamento civile che legittimano politiche di sostegno pubbliche e che agiscono da moltiplicatori dei benefici che da queste ci si attende.
2012
9788860366887
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/826698
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