Alla luce degli orientamenti delle istituzioni europee, il saggio esplora il rapporto tra libertà educative delle famiglie, in materia di religione e di morale, e autonomia delle scelte scolastiche. Il primo profilo affrontato riguarda le soluzioni normative e giurisprudenziali adottate in alcune recenti esperienze europee, per rispondere alle istanze di insegnamenti di religione non confessionali e di insegnamenti di etica e di cittadinanza. Sul punto, le istituzioni europee e la Corte di Strasburgo mostrano di avallare le soluzioni nazionali, a condizione che i corsi di religione o di etica siano impartiti in modo neutrale, imparziale ed obiettivo e che, nel caso di insegnamenti confessionali, sia prevista per gli alunni una possibilità di dispensa. Il secondo profilo muove da un'analisi dell'art. 2 del Primo Protocollo CEDU, a partire dai Lavori preparatori per poi giungere alle sue concrete applicazioni in diversi settori. In particolare, una visione ricostruttiva della giurisprudenza di Strasburgo sembra evidenziare un atteggiamento di maggior favore nei confronti dell'autonomia del progetto educativo scolastico rispetto alle convinzioni dei genitori degli alunni, nell'ottica dell'importanza di costruire un ambiente scolastico aperto al pluralismo e al dialogo tra diverse fedi e culture. European institutions and national governments are dealing with increasingly multicultural and multi religious societies. Understanding the central role religion plays in many people’s lives, in both the public and private spheres, they seem to agree that basic knowledge about religions must be an essential part of state school education. This paper briefly outlines how national public policies are confronting the issue, providing children with compulsory non-confessional courses in religious culture and ethics. The norms of the European Convention require that this teaching be conveyed in a neutral, critical and pluralistic way, although some recent decisions of the Strasbourg Court indicate that this is not always the case. The paper then focuses on the provision of the First Protocol to the ECHR that relates to parental liberties in the field of religious and moral education, arguing that granting an exemption from compulsory courses in religion and ethics is probably the most suitable solution for state schools, in order to guarantee minority rights and individual freedom of religion and belief in a manner consistent with international standards.

Autonomia dell'istruzione pubblica, insegnamenti religiosi non confessionali e libertà educativa dei genitori. Una lettura alla luce dell'art. 2 del Protocollo n.1 CEDU.

ANGELETTI, Silvia
2012

Abstract

Alla luce degli orientamenti delle istituzioni europee, il saggio esplora il rapporto tra libertà educative delle famiglie, in materia di religione e di morale, e autonomia delle scelte scolastiche. Il primo profilo affrontato riguarda le soluzioni normative e giurisprudenziali adottate in alcune recenti esperienze europee, per rispondere alle istanze di insegnamenti di religione non confessionali e di insegnamenti di etica e di cittadinanza. Sul punto, le istituzioni europee e la Corte di Strasburgo mostrano di avallare le soluzioni nazionali, a condizione che i corsi di religione o di etica siano impartiti in modo neutrale, imparziale ed obiettivo e che, nel caso di insegnamenti confessionali, sia prevista per gli alunni una possibilità di dispensa. Il secondo profilo muove da un'analisi dell'art. 2 del Primo Protocollo CEDU, a partire dai Lavori preparatori per poi giungere alle sue concrete applicazioni in diversi settori. In particolare, una visione ricostruttiva della giurisprudenza di Strasburgo sembra evidenziare un atteggiamento di maggior favore nei confronti dell'autonomia del progetto educativo scolastico rispetto alle convinzioni dei genitori degli alunni, nell'ottica dell'importanza di costruire un ambiente scolastico aperto al pluralismo e al dialogo tra diverse fedi e culture. European institutions and national governments are dealing with increasingly multicultural and multi religious societies. Understanding the central role religion plays in many people’s lives, in both the public and private spheres, they seem to agree that basic knowledge about religions must be an essential part of state school education. This paper briefly outlines how national public policies are confronting the issue, providing children with compulsory non-confessional courses in religious culture and ethics. The norms of the European Convention require that this teaching be conveyed in a neutral, critical and pluralistic way, although some recent decisions of the Strasbourg Court indicate that this is not always the case. The paper then focuses on the provision of the First Protocol to the ECHR that relates to parental liberties in the field of religious and moral education, arguing that granting an exemption from compulsory courses in religion and ethics is probably the most suitable solution for state schools, in order to guarantee minority rights and individual freedom of religion and belief in a manner consistent with international standards.
2012
9788824321181
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/913747
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