Bryobia praetiosa è un acaro partenogenetico Tetranychidae a vita libera, noto come “Clover mites”. Il suo aspetto è molto simile a quello del cosiddetto “ragnetto rosso” delle case (Balaustium sp.), dal quale è difficilmente distinguibile ad occhio nudo. Al microscopio ottico presenta delle caratteristiche setole palmate nella regione opistosomale dell’idiosoma, che sono, invece, semplici nel comune Balaustium. Trattasi di un acaro fitofago, molto frequente sui pascoli di trifoglio, sulle colture di cavolo, lupino, orzo, avena, farro ecc. Lo si rinviene talora nei centri abitati come infestante di tegole e di vecchi muri in pietra e da qui, poi, occasionalmente, finisce per penetrare anche nelle abitazioni, diffondendosi in letti, divani, vestiti e biancheria. Proprio in tali circostanze questo acaro diviene parassita dell’uomo. Gli episodi di dermatite che qui riportiamo, in numero di otto, provocati dalla puntura di Bryobia praetiosa, sono stati da noi osservati in Umbria prevalentemente nel mese di maggio/inizio di giugno e sono stati diagnosticati mediante l’Esame Diretto delle Polveri Ambientale (EDPA). I pazienti presentavano lesioni eritemato-papulo-microvescicolari coinvolgendo per lo più ampie aree del tronco, soprattutto torace e bacino, con lesioni da grattamento dovute all’intenso e irrefrenabile prurito. Singolare ci è parsa la localizzazione al viso ed al cuoio capelluto, dove si localizzava intenso eritema pruriginoso con la caratteristica sensazione di formicolio, "come se qualcosa camminasse sulla pelle". In realtà questi acari sono ben visibili ad occhio nudo, potendo misurare oltre 750 micron di lunghezza , ma le fasi immature di larva e di ninfa sono invece molto piccole e difficilmente possono essere viste ad occhio nudo. Al contrario di Balaustium che raramente è causa di patologia per l’uomo, Bryobia praetiosa diviene subito molesto, non appena si trova imprigionato all'interno di una abitazione. Sarebbe buona norma evitare di portare dentro casa, soprattutto all'inizio dell'estate, rami fioriti e spighe di qualsiasi tipo che molto spesso ospitano un gran numero di larve e ninfe di questi acari. Nonostante Bryobia praetiosa possa considerarsi un artropode molto comune nella vegetazione, soprattutto a fine primavera, la dermatite originata dalle sue punture, invece, non ci risulta sia mai stata segnalta in Italia; ciò, probabilmente, per la difficoltà di precisarne la diagnosi eziologica senza utilizzare l'EDPA. All'esterno, soprattutto a fine primavera/inizio estate, con le prime passeggiate in campagna e l'innalzarsi della temperatura che favorisce la schiusa simultanea delle uova di Bryobia, insorgono le prime manifestazioni cutanee prodotte dalle larve neoschiuse che penetrano nei vestiti e raggiungono poi la cute.
Dermatite da Bryobia praetiosa (Acari: Tetranychidae): prime segnalazioni in Italia
PRINCIPATO, Mario Antonello;STINGENI, LUCA
2012
Abstract
Bryobia praetiosa è un acaro partenogenetico Tetranychidae a vita libera, noto come “Clover mites”. Il suo aspetto è molto simile a quello del cosiddetto “ragnetto rosso” delle case (Balaustium sp.), dal quale è difficilmente distinguibile ad occhio nudo. Al microscopio ottico presenta delle caratteristiche setole palmate nella regione opistosomale dell’idiosoma, che sono, invece, semplici nel comune Balaustium. Trattasi di un acaro fitofago, molto frequente sui pascoli di trifoglio, sulle colture di cavolo, lupino, orzo, avena, farro ecc. Lo si rinviene talora nei centri abitati come infestante di tegole e di vecchi muri in pietra e da qui, poi, occasionalmente, finisce per penetrare anche nelle abitazioni, diffondendosi in letti, divani, vestiti e biancheria. Proprio in tali circostanze questo acaro diviene parassita dell’uomo. Gli episodi di dermatite che qui riportiamo, in numero di otto, provocati dalla puntura di Bryobia praetiosa, sono stati da noi osservati in Umbria prevalentemente nel mese di maggio/inizio di giugno e sono stati diagnosticati mediante l’Esame Diretto delle Polveri Ambientale (EDPA). I pazienti presentavano lesioni eritemato-papulo-microvescicolari coinvolgendo per lo più ampie aree del tronco, soprattutto torace e bacino, con lesioni da grattamento dovute all’intenso e irrefrenabile prurito. Singolare ci è parsa la localizzazione al viso ed al cuoio capelluto, dove si localizzava intenso eritema pruriginoso con la caratteristica sensazione di formicolio, "come se qualcosa camminasse sulla pelle". In realtà questi acari sono ben visibili ad occhio nudo, potendo misurare oltre 750 micron di lunghezza , ma le fasi immature di larva e di ninfa sono invece molto piccole e difficilmente possono essere viste ad occhio nudo. Al contrario di Balaustium che raramente è causa di patologia per l’uomo, Bryobia praetiosa diviene subito molesto, non appena si trova imprigionato all'interno di una abitazione. Sarebbe buona norma evitare di portare dentro casa, soprattutto all'inizio dell'estate, rami fioriti e spighe di qualsiasi tipo che molto spesso ospitano un gran numero di larve e ninfe di questi acari. Nonostante Bryobia praetiosa possa considerarsi un artropode molto comune nella vegetazione, soprattutto a fine primavera, la dermatite originata dalle sue punture, invece, non ci risulta sia mai stata segnalta in Italia; ciò, probabilmente, per la difficoltà di precisarne la diagnosi eziologica senza utilizzare l'EDPA. All'esterno, soprattutto a fine primavera/inizio estate, con le prime passeggiate in campagna e l'innalzarsi della temperatura che favorisce la schiusa simultanea delle uova di Bryobia, insorgono le prime manifestazioni cutanee prodotte dalle larve neoschiuse che penetrano nei vestiti e raggiungono poi la cute.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.