L'esame della normativa antiriciclaggio contenuta nel d.lg.s 2007 n. 231 conduce l'Autrice all’affermazione di un nuovo ruolo degli avvocati, che vengono chiamati dall’ordinamento a svolgere funzioni collaborative nella lotta al riciclaggio, di carattere marcatamente pubblicistico. Queste funzioni arricchiscono la missione dell’avvocato, non più limitata alla fedele esecuzione del mandato professionale, ma comprensiva di una vasta serie di doveri preordinati al rispetto della giustizia, che egli assume non solo verso il cliente, ma anche verso la magistratura, la polizia ed altre pubbliche autorità, verso la professione in generale e nei confronti dell’intera società. Il sistema antiriciclaggio poggia in gran parte sulla deontologia professionale, ma rispetto alle regole deontologiche tradizionali alcuni preesistenti doveri sono rafforzati, mentre altri, prima sconosciuti, vengono introdotti ex novo. Si fa particolare riferimento, in questo lavoro, al dovere di segnalare alle autorità pubbliche, contro l’interesse del cliente, le operazioni sospette di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo. Si tratta di un dovere, che, pur non rappresentando una denuncia di reato, riveste importanza fondamentale presentandosi come un atto pre-investigativo che comunica alle autorità un possibile indizio di fatti penalmente rilevanti. Il rafforzamento delle regole deontologiche esistenti trova riscontro anche nel dato normativo secondo il quale la violazione dell’obbligo di segnalazione non comporta solo sanzioni disciplinari imposte dagli ordini professionali, ma anche sanzioni amministrative irrogate dai competenti organi pubblici. Il lavoro risolve, anche alla luce di una interessante sentenza della Corte europea di giustizia del 2007, il problema del potenziale conflitto tra le regole di deontologia forense e, precisamente, il conflitto tra il principio del segreto professionale, da un lato, e il dovere di segnalazione delle operazioni sospette, dall’altro.
Il nuovo ruolo dell'avvocato nella disciplina antiriciclaggio: profili deontologici
VALONGO, Alessia
2012
Abstract
L'esame della normativa antiriciclaggio contenuta nel d.lg.s 2007 n. 231 conduce l'Autrice all’affermazione di un nuovo ruolo degli avvocati, che vengono chiamati dall’ordinamento a svolgere funzioni collaborative nella lotta al riciclaggio, di carattere marcatamente pubblicistico. Queste funzioni arricchiscono la missione dell’avvocato, non più limitata alla fedele esecuzione del mandato professionale, ma comprensiva di una vasta serie di doveri preordinati al rispetto della giustizia, che egli assume non solo verso il cliente, ma anche verso la magistratura, la polizia ed altre pubbliche autorità, verso la professione in generale e nei confronti dell’intera società. Il sistema antiriciclaggio poggia in gran parte sulla deontologia professionale, ma rispetto alle regole deontologiche tradizionali alcuni preesistenti doveri sono rafforzati, mentre altri, prima sconosciuti, vengono introdotti ex novo. Si fa particolare riferimento, in questo lavoro, al dovere di segnalare alle autorità pubbliche, contro l’interesse del cliente, le operazioni sospette di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo. Si tratta di un dovere, che, pur non rappresentando una denuncia di reato, riveste importanza fondamentale presentandosi come un atto pre-investigativo che comunica alle autorità un possibile indizio di fatti penalmente rilevanti. Il rafforzamento delle regole deontologiche esistenti trova riscontro anche nel dato normativo secondo il quale la violazione dell’obbligo di segnalazione non comporta solo sanzioni disciplinari imposte dagli ordini professionali, ma anche sanzioni amministrative irrogate dai competenti organi pubblici. Il lavoro risolve, anche alla luce di una interessante sentenza della Corte europea di giustizia del 2007, il problema del potenziale conflitto tra le regole di deontologia forense e, precisamente, il conflitto tra il principio del segreto professionale, da un lato, e il dovere di segnalazione delle operazioni sospette, dall’altro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.