Il consumo di olio extravergine d’oliva, principale fonte di grassi nella Dieta Mediterranea, è associato ad un ridotto rischio di contrarre alcune patologie cronico-degenerative, in particolare i tumori e le malattie cardio-vascolari. Tali patologie riconoscono sia alcuni fattori di rischio che alcune condizioni di rischio comuni. Tra queste il processo infiammatorio cronico sembra essere di particolare importanza. Dati recenti hanno indicato che alcuni composti fenolici presenti nell’olio d’oliva, in particolare l’idrossitirosolo (HT), hanno potenti attività anti-infiammatorie “in vitro”. D’altro canto poco si conosce riguardo il potenziale anti-infiammatorio di questo composto “in vivo”. In questo lavoro riportiamo i risultati di nostre recenti ricerche che dimostrano come l’HT sia in grado di influenzare il processo infiammatorio in topi trattati con il Lipopolisaccaride (LPS). - Gli animali, suddivisi in 5 gruppi, sono stati trattati come segue: 1) controllo, nessun trattamento; 2) LPS, trattamento con solo LPS (50µg/topo); 3) pre-trattamento con HT (40 mg/kg p.c.) iniziato 18 ore prima del trattamento con LPS (2 somministrazioni); 4) pre-trattamento con HT (80 mg/kg p.c.) iniziato 18 ore prima del trattamento con LPS (2 somministrazioni); 5) pre-trattamento con HT (80 mg/kg p.c.) iniziato 72 ore prima del trattamento con LPS (4 somministrazioni). Due ore dopo il trattamento con LPS gli animali sono stati sacrificati, è stato prelevato il sangue e sono stati valutati i seguenti parametri: nei leucociti il danno al DNA (Comet assay) e l’espressione della COX-2 (qPCR), nel plasma il potere antiossidante (FRAP) e la concentrazione di TNF-a (ELISA). -Il trattamento con LPS ha causato un significativo aumento (50%) del danno al DNA che veniva ridotto dall’HT in maniera dose e tempo dipendente. Il pre-trattamento con HT per 72 ore riduceva il danno al DNA a valori addirittura inferiori rispetto al valore ottenuto senza trattamento con LPS. Risultati essenzialmente simili sono stati ottenuti anche per quanto riguarda l’espressione, a livello di mRNA, della COX-2 e la concentrazione di TNF-a. L’incremento dell’espressione della COX-2 indotto dall’LPS veniva significativamente ridotto dall’HT in tutti i gruppi di trattamento con piccole differenze correlate alla dose e al tempo di pre-trattamento, in particolare è stata osservata una riduzione del 55% con HT 40mg/kg p.c., del 62 % con HT 80mg/kg p.c., e del 77% con HT 80mg/kg p.c. per 72 ore. Analogo andamento è stato osservato nei riguardi della produzione del TNF-a, anche in questo caso il pre-trattamento con HT per 72 ore alla dose più alta (80 mg/kg p.c.) ha dato la maggiore inibizione (60%). Un andamento opposto si è evidenziato per quanto riguarda il potere anti-ossidante del plasma che è risultato minimo sia nel gruppo di controllo che in quello trattato con il solo LPS, ed aumentato da tutti i trattamenti con HT . Questi dati, nel loro insieme, indicano che l’HT è in grado di esplicare importati attività anti-infiammatorie, in vivo, agendo a vari livelli: incrementando le capacità antiossidanti del plasma e modulando sia la produzione del TNF-a che l’espressione della COX-2. Si sottolinea l’importanza di effettuare ulteriori approfondimenti attraverso studi di intervento sull’uomo.

Effetti anti-infiammatori dell’idrossitirosolo, principale fenolo presente nell’olio d’oliva, in vivo sul modello animale

FUCCELLI, RAFFAELA;FABIANI, Roberto;ROSIGNOLI, Patrizia
2013

Abstract

Il consumo di olio extravergine d’oliva, principale fonte di grassi nella Dieta Mediterranea, è associato ad un ridotto rischio di contrarre alcune patologie cronico-degenerative, in particolare i tumori e le malattie cardio-vascolari. Tali patologie riconoscono sia alcuni fattori di rischio che alcune condizioni di rischio comuni. Tra queste il processo infiammatorio cronico sembra essere di particolare importanza. Dati recenti hanno indicato che alcuni composti fenolici presenti nell’olio d’oliva, in particolare l’idrossitirosolo (HT), hanno potenti attività anti-infiammatorie “in vitro”. D’altro canto poco si conosce riguardo il potenziale anti-infiammatorio di questo composto “in vivo”. In questo lavoro riportiamo i risultati di nostre recenti ricerche che dimostrano come l’HT sia in grado di influenzare il processo infiammatorio in topi trattati con il Lipopolisaccaride (LPS). - Gli animali, suddivisi in 5 gruppi, sono stati trattati come segue: 1) controllo, nessun trattamento; 2) LPS, trattamento con solo LPS (50µg/topo); 3) pre-trattamento con HT (40 mg/kg p.c.) iniziato 18 ore prima del trattamento con LPS (2 somministrazioni); 4) pre-trattamento con HT (80 mg/kg p.c.) iniziato 18 ore prima del trattamento con LPS (2 somministrazioni); 5) pre-trattamento con HT (80 mg/kg p.c.) iniziato 72 ore prima del trattamento con LPS (4 somministrazioni). Due ore dopo il trattamento con LPS gli animali sono stati sacrificati, è stato prelevato il sangue e sono stati valutati i seguenti parametri: nei leucociti il danno al DNA (Comet assay) e l’espressione della COX-2 (qPCR), nel plasma il potere antiossidante (FRAP) e la concentrazione di TNF-a (ELISA). -Il trattamento con LPS ha causato un significativo aumento (50%) del danno al DNA che veniva ridotto dall’HT in maniera dose e tempo dipendente. Il pre-trattamento con HT per 72 ore riduceva il danno al DNA a valori addirittura inferiori rispetto al valore ottenuto senza trattamento con LPS. Risultati essenzialmente simili sono stati ottenuti anche per quanto riguarda l’espressione, a livello di mRNA, della COX-2 e la concentrazione di TNF-a. L’incremento dell’espressione della COX-2 indotto dall’LPS veniva significativamente ridotto dall’HT in tutti i gruppi di trattamento con piccole differenze correlate alla dose e al tempo di pre-trattamento, in particolare è stata osservata una riduzione del 55% con HT 40mg/kg p.c., del 62 % con HT 80mg/kg p.c., e del 77% con HT 80mg/kg p.c. per 72 ore. Analogo andamento è stato osservato nei riguardi della produzione del TNF-a, anche in questo caso il pre-trattamento con HT per 72 ore alla dose più alta (80 mg/kg p.c.) ha dato la maggiore inibizione (60%). Un andamento opposto si è evidenziato per quanto riguarda il potere anti-ossidante del plasma che è risultato minimo sia nel gruppo di controllo che in quello trattato con il solo LPS, ed aumentato da tutti i trattamenti con HT . Questi dati, nel loro insieme, indicano che l’HT è in grado di esplicare importati attività anti-infiammatorie, in vivo, agendo a vari livelli: incrementando le capacità antiossidanti del plasma e modulando sia la produzione del TNF-a che l’espressione della COX-2. Si sottolinea l’importanza di effettuare ulteriori approfondimenti attraverso studi di intervento sull’uomo.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1151476
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact