-Una recente meta-analisi ha chiaramente evidenziato come il consumo dell’olio extravergine d’oliva sia associato ad un ridotto rischio di contrarre una neoplasia in diverse sedi. I composti fenolici secoiridoidi, presenti esclusivamente in questo alimento, sono stati identificati come possibili responsabili degli effetti chemiopreventivi dell’olio d’oliva. L’oleuropeina (OL) è il principale precursore di questi composti e si trova in grosse quantità sia nelle foglie che nel frutto dell’olivo. Sono numerose ormai le evidenze “in vitro” che hanno indicato come i secoiridoidi siano in grado di inibire la proliferazione e di indurre l’apoptosi in cellule tumorali. Vista la scarsità di dati riguardanti il potenziale anti-cancerogeno dell’OL “in vivo”, nel presente lavoro sono riportati i dati relativi all’effetto di questo composto su due modelli di cancerogenesi animale. Il primo costituito da topi ibridi A/J trattati con azossimetano (AOM) per indurre i tumori a livello del colon e il secondo costituito da topi nude (Nu/Nu, atimici) trapiantati con cellule di carcinoma mammario umano. -Gli animali (A/J e nude) sono stati suddivisi in due gruppi il primo alimentato con una dieta base (AIN-93M) e il secondo alimentato con la stessa dieta arricchita con OL (125 mg/kg di dieta). I topi A/J sono stati esposti ad AOM (10 mg/kg p.c.; i.p.) una volta a settimana per sei settimane, alla settima settimana una parte di essi è stata sacrificata per valutare i foci pre-neoplastici a livello del colon, i topi rimanenti sono stati sacrificati dopo 12 settimane per valutate il numero e la dimensione dei tumori. I topi nude, ovarectomizzati ed impiantati sotto cute con pellet di estradiolo, sono stati trapiantati con 1x106 cellule (MCF-7) a livello del tessuto adiposo mammario. La dimensione dei tumori è stata misurata con un calibro in funzione del tempo e al sacrificio sono stati recuperati i polmoni per la determinazione di eventuali metastasi. -Nel primo modello utilizzato (A/J–AOM), gli animali alimentati con l’OL hanno mostrato una riduzione significativa delle lesioni pre-neoplastiche sia a livello del tratto medio che distale del colon rispetto a quelli alimentati con la dieta base. Inoltre, al sacrificio solo il 14% degli animali alimentati con l’OL aveva sviluppato tumori nel tratto medio contro il 57% rilevato negli animali con la dieta base. Tuttavia non sono stare riscontrate differenze significative nei due gruppi per quanto riguarda le dimensioni dei tumori. -Nel secondo modello utilizzato (Nude–MCF-7), gli animali alimentati con l’OL hanno mostrato, oltre che un migliore stato di salute generale, una riduzione significativa delle dimensioni dei tumori rispetto a quelli alimentati con la dieta base. L’analisi istologica ha mostrato una minor frequenza di lesioni metastatiche a livello del parenchima polmonare negli animali alimentati con l’OL i quali, inoltre, presentavano anche un minor grado di infiltrazione della massa tumorale a livello della cavità toracica. Questi dati, nel loro insieme, indicano che l’OL è in grado di esplicare importati attività anti-cancerogene e chemopreventive in vivo, evidenziando l’importanza di effettuare ulteriori approfondimenti sulla capacità di questa molecola di interferire con le varie fasi del processo metastatico.
Effetti dell’oleuropeina, precursore dei fenoli secoiridoidi presenti nell’olio d’oliva, su due modelli di cancerogenesi animale
FUCCELLI, RAFFAELA;ROSIGNOLI, Patrizia;FABIANI, Roberto
2013
Abstract
-Una recente meta-analisi ha chiaramente evidenziato come il consumo dell’olio extravergine d’oliva sia associato ad un ridotto rischio di contrarre una neoplasia in diverse sedi. I composti fenolici secoiridoidi, presenti esclusivamente in questo alimento, sono stati identificati come possibili responsabili degli effetti chemiopreventivi dell’olio d’oliva. L’oleuropeina (OL) è il principale precursore di questi composti e si trova in grosse quantità sia nelle foglie che nel frutto dell’olivo. Sono numerose ormai le evidenze “in vitro” che hanno indicato come i secoiridoidi siano in grado di inibire la proliferazione e di indurre l’apoptosi in cellule tumorali. Vista la scarsità di dati riguardanti il potenziale anti-cancerogeno dell’OL “in vivo”, nel presente lavoro sono riportati i dati relativi all’effetto di questo composto su due modelli di cancerogenesi animale. Il primo costituito da topi ibridi A/J trattati con azossimetano (AOM) per indurre i tumori a livello del colon e il secondo costituito da topi nude (Nu/Nu, atimici) trapiantati con cellule di carcinoma mammario umano. -Gli animali (A/J e nude) sono stati suddivisi in due gruppi il primo alimentato con una dieta base (AIN-93M) e il secondo alimentato con la stessa dieta arricchita con OL (125 mg/kg di dieta). I topi A/J sono stati esposti ad AOM (10 mg/kg p.c.; i.p.) una volta a settimana per sei settimane, alla settima settimana una parte di essi è stata sacrificata per valutare i foci pre-neoplastici a livello del colon, i topi rimanenti sono stati sacrificati dopo 12 settimane per valutate il numero e la dimensione dei tumori. I topi nude, ovarectomizzati ed impiantati sotto cute con pellet di estradiolo, sono stati trapiantati con 1x106 cellule (MCF-7) a livello del tessuto adiposo mammario. La dimensione dei tumori è stata misurata con un calibro in funzione del tempo e al sacrificio sono stati recuperati i polmoni per la determinazione di eventuali metastasi. -Nel primo modello utilizzato (A/J–AOM), gli animali alimentati con l’OL hanno mostrato una riduzione significativa delle lesioni pre-neoplastiche sia a livello del tratto medio che distale del colon rispetto a quelli alimentati con la dieta base. Inoltre, al sacrificio solo il 14% degli animali alimentati con l’OL aveva sviluppato tumori nel tratto medio contro il 57% rilevato negli animali con la dieta base. Tuttavia non sono stare riscontrate differenze significative nei due gruppi per quanto riguarda le dimensioni dei tumori. -Nel secondo modello utilizzato (Nude–MCF-7), gli animali alimentati con l’OL hanno mostrato, oltre che un migliore stato di salute generale, una riduzione significativa delle dimensioni dei tumori rispetto a quelli alimentati con la dieta base. L’analisi istologica ha mostrato una minor frequenza di lesioni metastatiche a livello del parenchima polmonare negli animali alimentati con l’OL i quali, inoltre, presentavano anche un minor grado di infiltrazione della massa tumorale a livello della cavità toracica. Questi dati, nel loro insieme, indicano che l’OL è in grado di esplicare importati attività anti-cancerogene e chemopreventive in vivo, evidenziando l’importanza di effettuare ulteriori approfondimenti sulla capacità di questa molecola di interferire con le varie fasi del processo metastatico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.