Tutta la nostra educazione (da prima della nascita) è centrata sulla dicotomia maschio-femmina e votata alla promozione attiva dell’eterosessualità: in famiglia, a scuola, nel gruppo dei pari. Nei contesti formativi ciascuno deve trovare il proprio spazio di realizzazione e la possibilità di costruire, pienamente, la propria identità. Non si tratta, banalmente, di una forma di rispetto o di tolleranza: si tratta piuttosto di fornire procedure, materiali e strumenti adeguati affinché ciascuno possa farlo. Parlare di “rispetto” e di “apertura” e poi proporre, consapevolmente o meno, esplicitamente o implicitamente modelli narrativi centrati soltanto sulla dicotomia maschio/femmina, sulla promozione dell’amore e della sessualità eterosessuale, sulla famiglia tradizionale, risulta contraddittorio. La modificazione degli approcci didattici è senza dubbio auspicabile, ma non si può prescindere dalla ridefinizione e dall’ampliamento di contenuti e modelli di riferimento. Grazie anche alla presentazione di una ricerca comparativa (Italia/Spagna) realizzata per verificare il livello informativo e le opinioni di studenti della secondaria di secondo grado, questo quaderno ha la pretesa di fornire indicazioni, materiali e strumenti di base utili a ogni insegnante che voglia costruire una didattica in cui le differenze non siano un ostacolo alla piena cittadinanza di tutti. Perché i bambini, i ragazzi e i giovani, attraverso il percorso di istruzione, reclamano uno spazio per essere, prima di tutto, se stessi, e non rispondere a un’etichetta, quale che sia.
Identità sessuale: un'assenza ingiustificata Ricerca, strumenti e informazioni per la prevenzione del bullismo omofobico a scuola
BATINI, Federico
2014
Abstract
Tutta la nostra educazione (da prima della nascita) è centrata sulla dicotomia maschio-femmina e votata alla promozione attiva dell’eterosessualità: in famiglia, a scuola, nel gruppo dei pari. Nei contesti formativi ciascuno deve trovare il proprio spazio di realizzazione e la possibilità di costruire, pienamente, la propria identità. Non si tratta, banalmente, di una forma di rispetto o di tolleranza: si tratta piuttosto di fornire procedure, materiali e strumenti adeguati affinché ciascuno possa farlo. Parlare di “rispetto” e di “apertura” e poi proporre, consapevolmente o meno, esplicitamente o implicitamente modelli narrativi centrati soltanto sulla dicotomia maschio/femmina, sulla promozione dell’amore e della sessualità eterosessuale, sulla famiglia tradizionale, risulta contraddittorio. La modificazione degli approcci didattici è senza dubbio auspicabile, ma non si può prescindere dalla ridefinizione e dall’ampliamento di contenuti e modelli di riferimento. Grazie anche alla presentazione di una ricerca comparativa (Italia/Spagna) realizzata per verificare il livello informativo e le opinioni di studenti della secondaria di secondo grado, questo quaderno ha la pretesa di fornire indicazioni, materiali e strumenti di base utili a ogni insegnante che voglia costruire una didattica in cui le differenze non siano un ostacolo alla piena cittadinanza di tutti. Perché i bambini, i ragazzi e i giovani, attraverso il percorso di istruzione, reclamano uno spazio per essere, prima di tutto, se stessi, e non rispondere a un’etichetta, quale che sia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.