Perché ascoltare i drop-out? (...) Per poter cogliere il senso dell’esperienza scolastica dei ragazzi che abbandonano gli studi, occorre necessariamente far emergere le «buone ragioni» (e sono tante) che li hanno indotti ad al- lontanarsi da tale esperienza, considerata spesso poco importante, lontana dalla realtà quotidiana, avulsa dalle loro vite, fatta di miti e riti che per loro non hanno alcun senso. Nei racconti di questi ragazzi è facile scorgere una richiesta di contatto: sono stati i ragazzi ad abbandonare la scuola o è la scuola che li ha abbandonati a loro stessi? (Roberto Trinchero) Nel nostro Paese si è a lungo dibattuto sulla funzione selettiva che la scuola svolge più o meno implicitamente, e la denuncia sociale di don Milani negli anni Sessanta ci rammenta la critica mossa alla scuola dei ricchi, dei Gianni e dei Pierini, che, invece di includere e dare le giuste opportunità a chi ne aveva meno in base al ceto o contesto sociale di nascita, proponeva una iniqua uguaglianza di trattamento. (...) Tuttavia, quando i drop-out rientrano in circuiti formativi come quelli della formazione professionale, il cambio di marcia didattica viene avvertito e valorizzato e spesso l’apprendimento diventa obiettivo in vista. (Guido Benvenuto)
Drop-out
BATINI, Federico
2014
Abstract
Perché ascoltare i drop-out? (...) Per poter cogliere il senso dell’esperienza scolastica dei ragazzi che abbandonano gli studi, occorre necessariamente far emergere le «buone ragioni» (e sono tante) che li hanno indotti ad al- lontanarsi da tale esperienza, considerata spesso poco importante, lontana dalla realtà quotidiana, avulsa dalle loro vite, fatta di miti e riti che per loro non hanno alcun senso. Nei racconti di questi ragazzi è facile scorgere una richiesta di contatto: sono stati i ragazzi ad abbandonare la scuola o è la scuola che li ha abbandonati a loro stessi? (Roberto Trinchero) Nel nostro Paese si è a lungo dibattuto sulla funzione selettiva che la scuola svolge più o meno implicitamente, e la denuncia sociale di don Milani negli anni Sessanta ci rammenta la critica mossa alla scuola dei ricchi, dei Gianni e dei Pierini, che, invece di includere e dare le giuste opportunità a chi ne aveva meno in base al ceto o contesto sociale di nascita, proponeva una iniqua uguaglianza di trattamento. (...) Tuttavia, quando i drop-out rientrano in circuiti formativi come quelli della formazione professionale, il cambio di marcia didattica viene avvertito e valorizzato e spesso l’apprendimento diventa obiettivo in vista. (Guido Benvenuto)I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.