La Lettera dei patriarchi d ’Oriente all’imperatore Teofilo è analizzata come un laboratorio delle idee politiche di Mosca. Il testo è giunto nella Rus' probabilmente nella seconda metà del XV secolo. La storia della traduzione e della prima diffusione della Lettera dei patriarchi in Russia rimane quasi completamente sconosciuta. Ad autrice del saggio sono noti tre codici manoscritti del XV e dell’inizio del XVI secolo, contenenti la “Lettera dei patriarchi" (noti con i titoli Mnogosloznoe poslanie o Mnogosloznyj svitok — Lettera polisillaba o Rotolo polisillabo), che sembrano essere, almeno finora, le più antiche testimonianze della presenza di que sta importante tradizione patristica in Russia. La versione slava della Lettera dei patriarchi contiene, tra l'altro, alcuni frammenti del testo slavo del sermone sull'icona Romana, tradotta in precedenza, e un lungo brano (occupa circa un terzo della Lettera dei patriarchi slava) tratto dalla Lettera dello pseudo-Giovanni Damasceno. Questo significa che il traduttore della Lettera dei patriarchi tentava di utilizzare materiale su tematiche affini, già esistente in slavo ecclesiastico, per semplificare oppure per arricchire il suo lavoro. È quindi probabile che anche altre differenze del testo slavo rispetto all'originale greco siano dovute a prestiti da altre opere appartenenti al ciclo del Trionfo dell'Ortodossia in slavo. La versione slava della Lettera dei patriarchi funzionava in Russia diversamente da come sono soliti ritenere gli studiosi: essa non è stata citata una volta da un unico autore, ma gli scribi la riproducevano di frequente, direttamente o indirettamente, rifacendosi a codici diversi, per scopi precisi oppure semplicemente per dare più eloquenza al testo in preparazione. L'utilizzo della Lettera dei patriarchi veniva suggerito agli scribi dalle opere precedenti, così come avviene con altri testi autorevoli, ad esempio la Sacra Scrittura, con la differenza però che la Lettera dei patriarchi era conosciuta in cerchie molto ristrette di letterati, e aveva valore politico e storico, più che sacro; inoltre non esistevano né una tradizione né delle regole per citare questa fonte. La Lettera dei patriarchi rappresenta per il pensiero politico dell'epoca una sorta di sottofondo, spesso implicito, in grado di determinare fenomeni imprevedibili e addirit tura misteriosi. Probabilmente alcune modifiche riportate nella versione slava della Lettera furono determinate dalle necessità ideologiche locali. Per esempio: nel testo della Lettera dei patriarchi viene introdotta l'idea della successione dello scettro dall'impero romano e della necessità di difenderlo dai nemici in guerra, idea che mancava nella lettera originale, poco attuale per i patriarchi e inutile per i loro scopi. Ciò induce a sospettare che, rie laborando la fonte, un ignoto redattore intendesse già influenzare il gran principe per ispirargli l'idea dell'eredità romano-bizantina e chiamarlo alla lotta contro l'islamismo.

“Mnogoslozhnoe poslanije/svitok” kak laboratorija idej (“Lettera polisillaba” o “Rottolo polisillabo” come laboratorio delle idee).

PLIOUKHANOVA, Maria
2014

Abstract

La Lettera dei patriarchi d ’Oriente all’imperatore Teofilo è analizzata come un laboratorio delle idee politiche di Mosca. Il testo è giunto nella Rus' probabilmente nella seconda metà del XV secolo. La storia della traduzione e della prima diffusione della Lettera dei patriarchi in Russia rimane quasi completamente sconosciuta. Ad autrice del saggio sono noti tre codici manoscritti del XV e dell’inizio del XVI secolo, contenenti la “Lettera dei patriarchi" (noti con i titoli Mnogosloznoe poslanie o Mnogosloznyj svitok — Lettera polisillaba o Rotolo polisillabo), che sembrano essere, almeno finora, le più antiche testimonianze della presenza di que sta importante tradizione patristica in Russia. La versione slava della Lettera dei patriarchi contiene, tra l'altro, alcuni frammenti del testo slavo del sermone sull'icona Romana, tradotta in precedenza, e un lungo brano (occupa circa un terzo della Lettera dei patriarchi slava) tratto dalla Lettera dello pseudo-Giovanni Damasceno. Questo significa che il traduttore della Lettera dei patriarchi tentava di utilizzare materiale su tematiche affini, già esistente in slavo ecclesiastico, per semplificare oppure per arricchire il suo lavoro. È quindi probabile che anche altre differenze del testo slavo rispetto all'originale greco siano dovute a prestiti da altre opere appartenenti al ciclo del Trionfo dell'Ortodossia in slavo. La versione slava della Lettera dei patriarchi funzionava in Russia diversamente da come sono soliti ritenere gli studiosi: essa non è stata citata una volta da un unico autore, ma gli scribi la riproducevano di frequente, direttamente o indirettamente, rifacendosi a codici diversi, per scopi precisi oppure semplicemente per dare più eloquenza al testo in preparazione. L'utilizzo della Lettera dei patriarchi veniva suggerito agli scribi dalle opere precedenti, così come avviene con altri testi autorevoli, ad esempio la Sacra Scrittura, con la differenza però che la Lettera dei patriarchi era conosciuta in cerchie molto ristrette di letterati, e aveva valore politico e storico, più che sacro; inoltre non esistevano né una tradizione né delle regole per citare questa fonte. La Lettera dei patriarchi rappresenta per il pensiero politico dell'epoca una sorta di sottofondo, spesso implicito, in grado di determinare fenomeni imprevedibili e addirit tura misteriosi. Probabilmente alcune modifiche riportate nella versione slava della Lettera furono determinate dalle necessità ideologiche locali. Per esempio: nel testo della Lettera dei patriarchi viene introdotta l'idea della successione dello scettro dall'impero romano e della necessità di difenderlo dai nemici in guerra, idea che mancava nella lettera originale, poco attuale per i patriarchi e inutile per i loro scopi. Ciò induce a sospettare che, rie laborando la fonte, un ignoto redattore intendesse già influenzare il gran principe per ispirargli l'idea dell'eredità romano-bizantina e chiamarlo alla lotta contro l'islamismo.
2014
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1224656
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