Nel 1892 fu dato alle stampe un trattato sulla medicina popolare della provincia di Perugia, che aveva ricevuto un premio “straordinario” nel Concorso che la Società Italiana di Antropologia, Etnologia e Psicologia comparata aveva bandito per promuovere una “Inchiesta sulle superstizioni in Italia”. Il ricorso ad un riconoscimento speciale era causato dai meriti che si ravvisavano nell’opera, anche se il suo ambito tematico non si estendeva – come previsto – al più vasto e generico campo dei “pregiudizi popolari". Ne era autore Zeno Zanetti, medico condotto appassionato cultore di studi folclorici. La medicina delle nostre donne occupa un posto di grande rilievo nella storia della demoiatria, e dunque di quella che poi prenderà il nome di antropologia medica. Non solo la mole amplissima di documentazione è tuttora utile, ma è interessante la metodologia, che si avvale dell’osservazione e dell’ascolto, esercitati rigorosamente da Zanetti nel suo ruolo professionale, in una prospettiva che oggi definiremmo emica. Secondo le teorie evoluzionistiche del tempo, a parere di Zanetti il popolo conserva ma non crea: proprio da ciò deriverebbe la rilevanza storica di credenze e pratiche folcloriche riconducibili, come fossili viventi, alle medicine più antiche. Nello stesso tempo, contraddicendosi, l’autore esprime valutazioni che superano l’approccio antiquario e riconoscono un valore intrinseco alla cultura popolare: nelle note rintraccia non solo elementi rispondenti alle conoscenze scientifiche coeve, ma anche possibili ipotesi di ricerca medica in direzioni non ancora indagate. Inoltre l’attenzione di Zanetti per la fisiologia del corpo, le etiologie e le tecniche diagnostiche, configura la medicina popolare come un “sistema” dotato di una coerenza interna da altri demologi non riconosciuta. Manca invece una etnografia del rapporto medico-paziente e della sua pratica professionale, che avrebbe potuto dirci molto sull’incontro/scontro tra organizzazione sanitaria e classi subalterne alla fine del XIX secolo.

Zeno Zanetti. Tra medicina e demoiatria

FALTERI, Paola
In corso di stampa

Abstract

Nel 1892 fu dato alle stampe un trattato sulla medicina popolare della provincia di Perugia, che aveva ricevuto un premio “straordinario” nel Concorso che la Società Italiana di Antropologia, Etnologia e Psicologia comparata aveva bandito per promuovere una “Inchiesta sulle superstizioni in Italia”. Il ricorso ad un riconoscimento speciale era causato dai meriti che si ravvisavano nell’opera, anche se il suo ambito tematico non si estendeva – come previsto – al più vasto e generico campo dei “pregiudizi popolari". Ne era autore Zeno Zanetti, medico condotto appassionato cultore di studi folclorici. La medicina delle nostre donne occupa un posto di grande rilievo nella storia della demoiatria, e dunque di quella che poi prenderà il nome di antropologia medica. Non solo la mole amplissima di documentazione è tuttora utile, ma è interessante la metodologia, che si avvale dell’osservazione e dell’ascolto, esercitati rigorosamente da Zanetti nel suo ruolo professionale, in una prospettiva che oggi definiremmo emica. Secondo le teorie evoluzionistiche del tempo, a parere di Zanetti il popolo conserva ma non crea: proprio da ciò deriverebbe la rilevanza storica di credenze e pratiche folcloriche riconducibili, come fossili viventi, alle medicine più antiche. Nello stesso tempo, contraddicendosi, l’autore esprime valutazioni che superano l’approccio antiquario e riconoscono un valore intrinseco alla cultura popolare: nelle note rintraccia non solo elementi rispondenti alle conoscenze scientifiche coeve, ma anche possibili ipotesi di ricerca medica in direzioni non ancora indagate. Inoltre l’attenzione di Zanetti per la fisiologia del corpo, le etiologie e le tecniche diagnostiche, configura la medicina popolare come un “sistema” dotato di una coerenza interna da altri demologi non riconosciuta. Manca invece una etnografia del rapporto medico-paziente e della sua pratica professionale, che avrebbe potuto dirci molto sull’incontro/scontro tra organizzazione sanitaria e classi subalterne alla fine del XIX secolo.
In corso di stampa
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