Gregorio di Lorenzo, allievo di Desiderio da Settignano, per lungo tempo noto alla storiografia artistica col nome convenzionale di “Maestro delle Madonne di Marmo”, coniato da Wilhelm von Bode nel 1886, è oggi concordemente ritenuto un protagonista della scultura italiana del Quattrocento e del suo irradiamento in Italia col suo girovagare nelle corti di Ferrara, Napoli, Urbino ed in quella ungherese di Mattia Corvino. Proprio dopo il lungo soggiorno alla corte ungherese, dal 1475 al 1490, al suo rientrò a Firenze scolpì il superbo Stemma del priore generale dei Camaldolesi Pietro Dolfin, esponente illustre della celebre famiglia patrizia veneziana e grande riformatore dell’ordine camaldolese, incastonato sulla facciata del palazzo della Mausolea di Soci in Casentino, costruito negli anni 1494-ʼ96 dal monaco camaldolese Basilio Nardi, nativo della vicina Pratovecchio.
Uno stemma di Gregorio di Lorenzo per il generale camaldolese Pietro Dolfin alla Mausolea di Soci
Bellandi A.
2016
Abstract
Gregorio di Lorenzo, allievo di Desiderio da Settignano, per lungo tempo noto alla storiografia artistica col nome convenzionale di “Maestro delle Madonne di Marmo”, coniato da Wilhelm von Bode nel 1886, è oggi concordemente ritenuto un protagonista della scultura italiana del Quattrocento e del suo irradiamento in Italia col suo girovagare nelle corti di Ferrara, Napoli, Urbino ed in quella ungherese di Mattia Corvino. Proprio dopo il lungo soggiorno alla corte ungherese, dal 1475 al 1490, al suo rientrò a Firenze scolpì il superbo Stemma del priore generale dei Camaldolesi Pietro Dolfin, esponente illustre della celebre famiglia patrizia veneziana e grande riformatore dell’ordine camaldolese, incastonato sulla facciata del palazzo della Mausolea di Soci in Casentino, costruito negli anni 1494-ʼ96 dal monaco camaldolese Basilio Nardi, nativo della vicina Pratovecchio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.