L’articolo sintetizza i principali risultati dell’Indagine retrospettiva sulle famiglie umbre incentrata sul tema della mobilità sociale, termine con cui si designa ogni passaggio di un individuo da uno strato, un ceto, una classe sociale ad un altro. Lo studio effettuato mostra come la classe di origine influenzi ancora in modo evidente la destinazione di classe. Ciò non significa che il criterio del merito sia oggi divenuto irrilevante. Infatti, da un lato emerge che i movimenti di carriera riescono a mitigare le disuguaglianze; dall’altro si nota che un alto livello di istruzione favorisce fenomeni di mobilità ascendente. A usufruire maggiormente del progressivo miglioramento dei livelli di scolarità sono state le donne, che, contemporaneamente, hanno incrementato notevolmente la loro partecipazione attiva al mercato del lavoro. Chi, invece, si ferma ai titoli di studio più bassi e detiene scarse risorse culturali tende a servirsi, come canale di accesso al lavoro, delle reti informali, e a sostituire, così, il merito con criteri rispondenti ad altre logiche. Eppure, la classe di origine condiziona, ancora oggi, la possibilità di conseguire i titoli di studio più elevati; recenti indagini hanno messo, inoltre, in luce come l’Italia sia uno dei paesi europei con i più bassi livelli d’istruzione. Gran parte del cammino da compiere per garantire alla popolazione maggiori gradi di sviluppo e equità è stato fatto, ma rimane ancora della strada da percorrere.

Disuguaglianza, esclusione e mobilità sociale in Umbria

BARBIERI, GIOVANNI
2004

Abstract

L’articolo sintetizza i principali risultati dell’Indagine retrospettiva sulle famiglie umbre incentrata sul tema della mobilità sociale, termine con cui si designa ogni passaggio di un individuo da uno strato, un ceto, una classe sociale ad un altro. Lo studio effettuato mostra come la classe di origine influenzi ancora in modo evidente la destinazione di classe. Ciò non significa che il criterio del merito sia oggi divenuto irrilevante. Infatti, da un lato emerge che i movimenti di carriera riescono a mitigare le disuguaglianze; dall’altro si nota che un alto livello di istruzione favorisce fenomeni di mobilità ascendente. A usufruire maggiormente del progressivo miglioramento dei livelli di scolarità sono state le donne, che, contemporaneamente, hanno incrementato notevolmente la loro partecipazione attiva al mercato del lavoro. Chi, invece, si ferma ai titoli di studio più bassi e detiene scarse risorse culturali tende a servirsi, come canale di accesso al lavoro, delle reti informali, e a sostituire, così, il merito con criteri rispondenti ad altre logiche. Eppure, la classe di origine condiziona, ancora oggi, la possibilità di conseguire i titoli di studio più elevati; recenti indagini hanno messo, inoltre, in luce come l’Italia sia uno dei paesi europei con i più bassi livelli d’istruzione. Gran parte del cammino da compiere per garantire alla popolazione maggiori gradi di sviluppo e equità è stato fatto, ma rimane ancora della strada da percorrere.
2004
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