La percezione del linguaggio parlato è un fenomeno complesso che coinvolge differenti processi di elaborazione relativi alla fonetica, all’organizzazione fonologica, alla struttura lessicale, morfologica e sintattica dell’espressione verbale. In questo processo composito, la fonetica riveste un ruolo preliminare nell’apprendimento di una lingua, in quanto la percezione, la produzione e la dimensione acustico- articolatoria dei suoni del parlato si presentano, in ordine di importanza, ancor prima di ogni altra analisi che presupponga una elaborazione del significato. Nell’ambito della linguistica acquisizionale, lo studio dei processi fonetico-fonologici consente una migliore comprensione sia dei processi di produzione dei suoni del parlato, sia dei meccanismi che sottendono la ricezione e dunque la comprensione di una lingua straniera nei suoi diversi aspetti (Archibald: 1995). La presente ricerca intende approfondire lo studio dei processi alla base dell’apprendimento della pronuncia da parte di soggetti adulti, in particolare sinofoni. Gli studi dedicati all’apprendimento della fonologia di una lingua straniera da parte di adulti mettono in evidenza gli errori tipici e i principali scogli fonetici, mentre risulta ancora non determinata una strada univoca di prassi didattica valida anche per lingue tipologicamente distanti dall’italiano (Rastelli: 2010). L’ipotesi che qui avanziamo è che la percezione integrata di diverse modalità sensoriali (somministrazione di stimoli verbali con aggiunta, all’audio, del video-labiale ad esso relativo: Miller & D’Esposito: 2005), possa migliorare la percezione e quindi la riproduzione e la pronuncia in lingua straniera (Markham: 1997; Dalton & Seidlhoffer: 1995). Si cercherà inoltre di mettere in luce i processi cognitivi soggiacenti alle produzioni fonetiche in lingua italiana di apprendenti principianti adulti in relazione a tali stimoli. Si procederà poi a: a) valutare l'accuratezza delle riproduzioni in relazione ai parametri di costruzione degli stimoli; b) confrontare il valore numerico risultante dalla valutazione di docenti di italiano L2 e fonetisti con l'indice di complessità di ogni stimolo, calcolato in fase di costruzione del design sperimentale; c) analizzare e categorizzare la tipologia degli eventuali errori di accuratezza (James: 1998), commessi dai soggetti in base alla loro madrelingua; d) rilevare la misura della latenza nella preparazione alla ri-produzione fonetica dell’apprendente sinofono. Verrà infine calcolato l’indice di correlazione tra lo spettrogramma dello speaker nativo e quello dei soggetti apprendenti, utilizzando per l’analisi il programma Praat (Boersman&Weenink, Institute of Phonetics Sciences of University of Amsterdam: 2011). Metodo La prima fase della ricerca presenta l’elaborazione di una lista di parole prive di significato create tenendo conto dei seguenti parametri: lunghezza delle parole, complessità sillabica, presenza di fonemi “difficili” in posizione eterosillabica o tautosillabica, presenza di foni labiali (b, p, f, v, m), ('facilitanti' poiché pronunciati con una modalità articolatoria visibile dall’esterno). I foni suddetti, laddove presenti, sono stati collocati in posizione iniziale, mediana e finale di parola, in coesistenza con consonanti geminate, vibranti, liquide, nessi consonantici eterosillabici e tautosillabici. Inoltre, in accordo con la letteratura specifica prodotta sulla creazione di parole senza senso il più possibile simili a quelle semanticamente piene (Christiansen : 2011), è stata eletta a rappresentativa dell'italiano l'alternanza consonante/vocale più che quella vocale/consonante. Le vocali sono ugualmente distribuite nelle diverse posizioni eccetto 'u' che non è stata usata nella posizione finale, poiché in italiano le parole che terminano con questa vocale sono molto rare e hanno un ruolo funzionale. Infine, le diverse possibili interazioni fra i parametri citati hanno portato alla determinazione di un provvisorio indice di complessità tripartito, utilizzato nella fase pre-sperimentale per poter presentare ai soggetti batterie di stimoli di complessità omogenea. Gli stimoli sono stati presentati in ordine casuale in tre diverse sessioni (ovvero 108 stimoli x 3 sessioni), ciascuna delle quali è caratterizzata da un formato di presentazione: solo audio (SA), audio-ortografico (SAO), audio-labiale (SAL). Stimoli e procedura Una lista di 108 stimoli (36 non-parole x 3 livelli di difficoltà) è stata riprodotta nei tre diversi formati di presentazione. Per i formati SA (stimolo audio) e SAL (stimolo audio-labiale), ci si è avvalsi della collaborazione di una speaker madrelingua italiana, registrando voce e articolazione labiale durante la lettura delle non-parole. I 108 stimoli sono stati presentati in ordine casuale in tre diverse sessioni (rispettivamente 108 stimoli x sessione SA, sessione SAO e sessione SAL). L’ordine delle tre sessioni è stato controbilanciato tra i soggetti, così da evitare effetti legati all’apprendimento. Le prove sono state somministrate tramite laptop (display 17”) e cuffie (impedenza e range frequenziale = 32). Ciascuna prova iniziava con la presentazione su schermo di un segnale di allerta (una croce lampeggiante verde, durata = 1 sec), a cui faceva seguito lo stimolo. Appena terminato, un apposito segnale visivo (un cerchietto rosso, durata = 6 sec) invitava il soggetto a riprodurre verbalmente lo stimolo indirizzando la voce al microfono del medesimo laptop. La riproduzione verbale è stata registrata per una finestra temporale di 6 sec (ovvero, tutta la durata del cerchietto rosso), terminati i quali, un nuova prova aveva inizio. Partecipanti a) 12 soggetti sinofoni di entrambi i sessi, in età compresa fra i 18 e i 29 anni, iscritti al Corso di Lingua italiana dell’Università per Stranieri di Perugia, aventi un livello di competenza dell’italiano elementare (A1/A2 del QCER). b) gruppo di controllo formato da 12 soggetti di madre lingua italiana di entrambi i sessi, in età compresa fra 18 e 29 anni, iscritti al corso di laurea ITAS (Italiano per Stranieri), dell’Università per Stranieri di Perugia. Analisi dei dati I dati raccolti sono stati esportati in files audio di formato .WAV (3 files per ogni soggetto, corrispondenti a ciascuna sessione) distribuiti a tre diversi valutatori, insieme ad una tabella di valutazione. La tabella presenta 4 colonne: stimolo, punteggio sessione1, punteggio sessione2, punteggio sessione3. I punteggi assegnati variavano da 1 (minima accuratezza) a 5 (massima accuratezza). È importante sottolineare che i valutatori non erano a conoscenza della relazione esistente tra sessione e modalità di somministrazione (SA, SAO o SAL). Risultati preliminari I primi dati, emersi soprattutto dalle riproduzioni del 70% del gruppo di controllo, mostrano che la lunghezza delle sillabe non rappresenta il massimo parametro di difficoltà di uno stimolo; la conoscenza di altre lingue straniere influenza, per alcuni soggetti, la memoria fonologica di alcuni stimoli (es: pido, breca che ricordano parole dello spagnolo); la visione dell’articolazione labiale aiuta soprattutto nel mantenimento delle posizioni articolatorie dei foni iniziali di parola, mentre il solo audio autorizza alla distrazione visiva dallo schermo e ad una riproduzione del tutto soggettiva del ritmo prosodico. Una prima analisi dei dati sul gruppo di sinofoni, nel contempo, ha evidenziato un sensibile miglioramento delle capacità di articolazione di alcuni foni facilitanti e un consistente sviluppo articolatorio di foni scoglio, quali vibranti e liquide, soprattutto in posizione eterosillabica (es: pilernuca, cadarmota). La visione dei movimenti labiali si è dimostrata un valido aiuto per la totalità dei gruppi di soggetti testati nella riproduzione delle doppie. L’ortografia sembra un ancoraggio positivo per la memoria. Ci aspettiamo che le successive analisi (inclusa quella sugli spettrogrammi), possano dare ulteriori conferme delle evidenze emerse sinora.
Effetti dell’integrazione multisensoriale nell’acquisizione fonologica di una lingua straniera
SANTANGELO, Valerio;
2015
Abstract
La percezione del linguaggio parlato è un fenomeno complesso che coinvolge differenti processi di elaborazione relativi alla fonetica, all’organizzazione fonologica, alla struttura lessicale, morfologica e sintattica dell’espressione verbale. In questo processo composito, la fonetica riveste un ruolo preliminare nell’apprendimento di una lingua, in quanto la percezione, la produzione e la dimensione acustico- articolatoria dei suoni del parlato si presentano, in ordine di importanza, ancor prima di ogni altra analisi che presupponga una elaborazione del significato. Nell’ambito della linguistica acquisizionale, lo studio dei processi fonetico-fonologici consente una migliore comprensione sia dei processi di produzione dei suoni del parlato, sia dei meccanismi che sottendono la ricezione e dunque la comprensione di una lingua straniera nei suoi diversi aspetti (Archibald: 1995). La presente ricerca intende approfondire lo studio dei processi alla base dell’apprendimento della pronuncia da parte di soggetti adulti, in particolare sinofoni. Gli studi dedicati all’apprendimento della fonologia di una lingua straniera da parte di adulti mettono in evidenza gli errori tipici e i principali scogli fonetici, mentre risulta ancora non determinata una strada univoca di prassi didattica valida anche per lingue tipologicamente distanti dall’italiano (Rastelli: 2010). L’ipotesi che qui avanziamo è che la percezione integrata di diverse modalità sensoriali (somministrazione di stimoli verbali con aggiunta, all’audio, del video-labiale ad esso relativo: Miller & D’Esposito: 2005), possa migliorare la percezione e quindi la riproduzione e la pronuncia in lingua straniera (Markham: 1997; Dalton & Seidlhoffer: 1995). Si cercherà inoltre di mettere in luce i processi cognitivi soggiacenti alle produzioni fonetiche in lingua italiana di apprendenti principianti adulti in relazione a tali stimoli. Si procederà poi a: a) valutare l'accuratezza delle riproduzioni in relazione ai parametri di costruzione degli stimoli; b) confrontare il valore numerico risultante dalla valutazione di docenti di italiano L2 e fonetisti con l'indice di complessità di ogni stimolo, calcolato in fase di costruzione del design sperimentale; c) analizzare e categorizzare la tipologia degli eventuali errori di accuratezza (James: 1998), commessi dai soggetti in base alla loro madrelingua; d) rilevare la misura della latenza nella preparazione alla ri-produzione fonetica dell’apprendente sinofono. Verrà infine calcolato l’indice di correlazione tra lo spettrogramma dello speaker nativo e quello dei soggetti apprendenti, utilizzando per l’analisi il programma Praat (Boersman&Weenink, Institute of Phonetics Sciences of University of Amsterdam: 2011). Metodo La prima fase della ricerca presenta l’elaborazione di una lista di parole prive di significato create tenendo conto dei seguenti parametri: lunghezza delle parole, complessità sillabica, presenza di fonemi “difficili” in posizione eterosillabica o tautosillabica, presenza di foni labiali (b, p, f, v, m), ('facilitanti' poiché pronunciati con una modalità articolatoria visibile dall’esterno). I foni suddetti, laddove presenti, sono stati collocati in posizione iniziale, mediana e finale di parola, in coesistenza con consonanti geminate, vibranti, liquide, nessi consonantici eterosillabici e tautosillabici. Inoltre, in accordo con la letteratura specifica prodotta sulla creazione di parole senza senso il più possibile simili a quelle semanticamente piene (Christiansen : 2011), è stata eletta a rappresentativa dell'italiano l'alternanza consonante/vocale più che quella vocale/consonante. Le vocali sono ugualmente distribuite nelle diverse posizioni eccetto 'u' che non è stata usata nella posizione finale, poiché in italiano le parole che terminano con questa vocale sono molto rare e hanno un ruolo funzionale. Infine, le diverse possibili interazioni fra i parametri citati hanno portato alla determinazione di un provvisorio indice di complessità tripartito, utilizzato nella fase pre-sperimentale per poter presentare ai soggetti batterie di stimoli di complessità omogenea. Gli stimoli sono stati presentati in ordine casuale in tre diverse sessioni (ovvero 108 stimoli x 3 sessioni), ciascuna delle quali è caratterizzata da un formato di presentazione: solo audio (SA), audio-ortografico (SAO), audio-labiale (SAL). Stimoli e procedura Una lista di 108 stimoli (36 non-parole x 3 livelli di difficoltà) è stata riprodotta nei tre diversi formati di presentazione. Per i formati SA (stimolo audio) e SAL (stimolo audio-labiale), ci si è avvalsi della collaborazione di una speaker madrelingua italiana, registrando voce e articolazione labiale durante la lettura delle non-parole. I 108 stimoli sono stati presentati in ordine casuale in tre diverse sessioni (rispettivamente 108 stimoli x sessione SA, sessione SAO e sessione SAL). L’ordine delle tre sessioni è stato controbilanciato tra i soggetti, così da evitare effetti legati all’apprendimento. Le prove sono state somministrate tramite laptop (display 17”) e cuffie (impedenza e range frequenziale = 32). Ciascuna prova iniziava con la presentazione su schermo di un segnale di allerta (una croce lampeggiante verde, durata = 1 sec), a cui faceva seguito lo stimolo. Appena terminato, un apposito segnale visivo (un cerchietto rosso, durata = 6 sec) invitava il soggetto a riprodurre verbalmente lo stimolo indirizzando la voce al microfono del medesimo laptop. La riproduzione verbale è stata registrata per una finestra temporale di 6 sec (ovvero, tutta la durata del cerchietto rosso), terminati i quali, un nuova prova aveva inizio. Partecipanti a) 12 soggetti sinofoni di entrambi i sessi, in età compresa fra i 18 e i 29 anni, iscritti al Corso di Lingua italiana dell’Università per Stranieri di Perugia, aventi un livello di competenza dell’italiano elementare (A1/A2 del QCER). b) gruppo di controllo formato da 12 soggetti di madre lingua italiana di entrambi i sessi, in età compresa fra 18 e 29 anni, iscritti al corso di laurea ITAS (Italiano per Stranieri), dell’Università per Stranieri di Perugia. Analisi dei dati I dati raccolti sono stati esportati in files audio di formato .WAV (3 files per ogni soggetto, corrispondenti a ciascuna sessione) distribuiti a tre diversi valutatori, insieme ad una tabella di valutazione. La tabella presenta 4 colonne: stimolo, punteggio sessione1, punteggio sessione2, punteggio sessione3. I punteggi assegnati variavano da 1 (minima accuratezza) a 5 (massima accuratezza). È importante sottolineare che i valutatori non erano a conoscenza della relazione esistente tra sessione e modalità di somministrazione (SA, SAO o SAL). Risultati preliminari I primi dati, emersi soprattutto dalle riproduzioni del 70% del gruppo di controllo, mostrano che la lunghezza delle sillabe non rappresenta il massimo parametro di difficoltà di uno stimolo; la conoscenza di altre lingue straniere influenza, per alcuni soggetti, la memoria fonologica di alcuni stimoli (es: pido, breca che ricordano parole dello spagnolo); la visione dell’articolazione labiale aiuta soprattutto nel mantenimento delle posizioni articolatorie dei foni iniziali di parola, mentre il solo audio autorizza alla distrazione visiva dallo schermo e ad una riproduzione del tutto soggettiva del ritmo prosodico. Una prima analisi dei dati sul gruppo di sinofoni, nel contempo, ha evidenziato un sensibile miglioramento delle capacità di articolazione di alcuni foni facilitanti e un consistente sviluppo articolatorio di foni scoglio, quali vibranti e liquide, soprattutto in posizione eterosillabica (es: pilernuca, cadarmota). La visione dei movimenti labiali si è dimostrata un valido aiuto per la totalità dei gruppi di soggetti testati nella riproduzione delle doppie. L’ortografia sembra un ancoraggio positivo per la memoria. Ci aspettiamo che le successive analisi (inclusa quella sugli spettrogrammi), possano dare ulteriori conferme delle evidenze emerse sinora.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.