Allopurinolo (A) è il farmaco di prima scelta per il trattamento delle manifestazioni cliniche dell’iper- uricemia cronica con deposito di cristalli di acido urico/urato a livello articolare, del tessuto sottocutaneo (tofi) o renale. Le indicazioni terapeutiche comprendono, pertanto, la gotta, la calcolosi e le nefropatie renali da acido urico; è indicato anche come coadiuvante nella terapia delle malattie linfoproliferative in pazienti in trattamento con antiblastici, nell’iperuricemia da terapia diuretica protratta e in quella da nefropatia cronica. L’iperuricemia asintomatica non è contemplata tra le indicazioni terapeutiche di A, fatta eccezione per grave iperuricemia persistente (>13 mg/dL negli uomini e >10 mg/dL nelle donne), escrezione urinaria giornaliera di acido urico superiore a 1100 mg e in pazienti che devono essere sottoposti a radioterapia o chemioterapia. Nonostante ciò, gran parte delle prescrizioni di A risultano inappropriate, influenzando pesantemente la prevalenza delle reazioni avverse a farmaco (RAF) causate da A, descritte in letteratura a partire dagli anni ’70 subito dopo la sua commercializzazione. A tutt’oggi si ritiene che in circa il 5% dei soggetti in trattamento con A, tale terapia è interrotta per l’insorgenza di RAF a prevalente coinvolgimento cutaneo-mucoso, con o senza interessamento viscerale; più rari sono gli eventi gastrointestinali, muscolo-scheletrici, neurologici, ematologici, endocrinologici e dell’apparato genitale. Tra le RAF ad estrinsecazione cutaneo-mucosa di lieve-moderata gravità, le eruzioni maculo-papulose sono prevalenti, assumendo estrinsecazione clinica per lo più morbilliforme e scarlattiniforme, più raramente pitiriasi rosea-simile ed eccezionalmente a tipo systemic drug-related intertriginous and flexural exanthema e follicolite pustolosa eosinofila-simile; sono pure riportati casi sporadici di eritema fisso, granuloma anulare disseminato, ulcera perforante ed eruzione lichenoide. Le RAF gravi da A, alcune delle quali caratterizzate da alto tasso di mortalità, comprendono eritema polimorfo, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica, drug reaction with eosinophilia and systemic symptoms, pustolosi esantematica acuta generalizzata, vasculite e eritrodermia. L’inquadramento patogenetico delle RAF da A è complesso e basato per lo più sull’acquisizione dei dati clinico-anamnestici e di quelli delle indagini in vitro. I test cutanei, infatti, anche quando eseguiti con il metabolita attivo di A, ossipurinolo, non sono di ausilio e il test di scatenamento orale è deontologicamente non corretto in caso di RAF gravi da A.
Le reazioni avverse cutaneo-mucose ad allopurinolo: epidemiologia e manifestazioni cliniche
STINGENI, LUCA
Conceptualization
;Tramontana MConceptualization
;BIANCHI, LEONARDOConceptualization
;LISI, Paolo
2014
Abstract
Allopurinolo (A) è il farmaco di prima scelta per il trattamento delle manifestazioni cliniche dell’iper- uricemia cronica con deposito di cristalli di acido urico/urato a livello articolare, del tessuto sottocutaneo (tofi) o renale. Le indicazioni terapeutiche comprendono, pertanto, la gotta, la calcolosi e le nefropatie renali da acido urico; è indicato anche come coadiuvante nella terapia delle malattie linfoproliferative in pazienti in trattamento con antiblastici, nell’iperuricemia da terapia diuretica protratta e in quella da nefropatia cronica. L’iperuricemia asintomatica non è contemplata tra le indicazioni terapeutiche di A, fatta eccezione per grave iperuricemia persistente (>13 mg/dL negli uomini e >10 mg/dL nelle donne), escrezione urinaria giornaliera di acido urico superiore a 1100 mg e in pazienti che devono essere sottoposti a radioterapia o chemioterapia. Nonostante ciò, gran parte delle prescrizioni di A risultano inappropriate, influenzando pesantemente la prevalenza delle reazioni avverse a farmaco (RAF) causate da A, descritte in letteratura a partire dagli anni ’70 subito dopo la sua commercializzazione. A tutt’oggi si ritiene che in circa il 5% dei soggetti in trattamento con A, tale terapia è interrotta per l’insorgenza di RAF a prevalente coinvolgimento cutaneo-mucoso, con o senza interessamento viscerale; più rari sono gli eventi gastrointestinali, muscolo-scheletrici, neurologici, ematologici, endocrinologici e dell’apparato genitale. Tra le RAF ad estrinsecazione cutaneo-mucosa di lieve-moderata gravità, le eruzioni maculo-papulose sono prevalenti, assumendo estrinsecazione clinica per lo più morbilliforme e scarlattiniforme, più raramente pitiriasi rosea-simile ed eccezionalmente a tipo systemic drug-related intertriginous and flexural exanthema e follicolite pustolosa eosinofila-simile; sono pure riportati casi sporadici di eritema fisso, granuloma anulare disseminato, ulcera perforante ed eruzione lichenoide. Le RAF gravi da A, alcune delle quali caratterizzate da alto tasso di mortalità, comprendono eritema polimorfo, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica, drug reaction with eosinophilia and systemic symptoms, pustolosi esantematica acuta generalizzata, vasculite e eritrodermia. L’inquadramento patogenetico delle RAF da A è complesso e basato per lo più sull’acquisizione dei dati clinico-anamnestici e di quelli delle indagini in vitro. I test cutanei, infatti, anche quando eseguiti con il metabolita attivo di A, ossipurinolo, non sono di ausilio e il test di scatenamento orale è deontologicamente non corretto in caso di RAF gravi da A.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.