Con l'espressione «opere a scomputo» si intende la realizzazione di opere di urbanizzazione (primaria e secondaria) da parte del soggetto titolare del permesso di costruire (o che abbia ottenuto l'autorizzazione a lottizzare), in luogo della corresponsione della quota dovuta per gli oneri di urbanizzazione. Le opere a scomputo se, da un lato, soddisfano interessi correlati più direttamente al «governo del territorio» (immediata disponibilità delle opere di urbanizzazione, attenuazione del rischio di insolvenza nel pagamento degli oneri di urbanizzazione), dall'altro, possono confliggere con le esigenze di tutela della concorrenza nei lavori pubblici. Il saggio analizza la scelta compiuta dal legislatore nazionale con la disciplina derivante dal combinato disposto del Testo Unico dell'edilizia e del codice dei contratti, all'esito di un percorso giurisprudenziale inaugurato dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea con il "caso Bicocca", con la sentenza del 12 luglio 2001, causa C-399/98. Più in particolare, lo scritto si sofferma sulle opere sotto soglia e propone una lettura del dato normativo attraverso un criterio "per interessi", offrendo cioè una ricostruzione dell'articolato dibattito sulla realizzazione diretta dei lavori di urbanizzazione attraverso l'alternarsi, nelle diverse stagioni legislative e giurisprudenziali, del primato della "tutela della concorrenza" o del "governo del territorio". Questa medesima prospettiva di indagine caratterizza anche lo studio delle più recenti riforme legislative (il c.d. decreto sblocca italia, d.l. 133/2014) che, pur non essendo intervenute direttamente sulla disciplina delle opere a scomputo, sono in grado di alterare l’attuale equilibrio normativo. Il riferimento, in particolare, è all'introduzione nel Testo Unico dell'edilizia della possibilità di attuare «per stralci funzionali» gli interventi previsti nelle convenzioni di lottizzazioni e alla previsione di un «permesso di costruire convenzionato». L'attuazione per stralci funzionali e la conseguente rimodulazione degli oneri e delle opere di urbanizzazione può incidere sulla definizione dei presupposti per l'affidamento diretto delle opere a scomputo e, specificamente, sulla determinazione dell'importo e della soglia, alterando così l'equilibrio fra «tutela della concorrenza» e «governo del territorio» realizzato dal legislatore. Il saggio, nella sua parte conclusiva, propone una soluzione per evitare che l'attuazione per stralci o l'utilizzo del permesso di costruire convenzionato legittimino una indebita esclusione della gara, abbassando surrettiziamente la soglia.
L'affidamento diretto e liberalizzato delle opere di urbanizzazione primaria sottosoglia
GIUSTI, ANNALISA
2015
Abstract
Con l'espressione «opere a scomputo» si intende la realizzazione di opere di urbanizzazione (primaria e secondaria) da parte del soggetto titolare del permesso di costruire (o che abbia ottenuto l'autorizzazione a lottizzare), in luogo della corresponsione della quota dovuta per gli oneri di urbanizzazione. Le opere a scomputo se, da un lato, soddisfano interessi correlati più direttamente al «governo del territorio» (immediata disponibilità delle opere di urbanizzazione, attenuazione del rischio di insolvenza nel pagamento degli oneri di urbanizzazione), dall'altro, possono confliggere con le esigenze di tutela della concorrenza nei lavori pubblici. Il saggio analizza la scelta compiuta dal legislatore nazionale con la disciplina derivante dal combinato disposto del Testo Unico dell'edilizia e del codice dei contratti, all'esito di un percorso giurisprudenziale inaugurato dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea con il "caso Bicocca", con la sentenza del 12 luglio 2001, causa C-399/98. Più in particolare, lo scritto si sofferma sulle opere sotto soglia e propone una lettura del dato normativo attraverso un criterio "per interessi", offrendo cioè una ricostruzione dell'articolato dibattito sulla realizzazione diretta dei lavori di urbanizzazione attraverso l'alternarsi, nelle diverse stagioni legislative e giurisprudenziali, del primato della "tutela della concorrenza" o del "governo del territorio". Questa medesima prospettiva di indagine caratterizza anche lo studio delle più recenti riforme legislative (il c.d. decreto sblocca italia, d.l. 133/2014) che, pur non essendo intervenute direttamente sulla disciplina delle opere a scomputo, sono in grado di alterare l’attuale equilibrio normativo. Il riferimento, in particolare, è all'introduzione nel Testo Unico dell'edilizia della possibilità di attuare «per stralci funzionali» gli interventi previsti nelle convenzioni di lottizzazioni e alla previsione di un «permesso di costruire convenzionato». L'attuazione per stralci funzionali e la conseguente rimodulazione degli oneri e delle opere di urbanizzazione può incidere sulla definizione dei presupposti per l'affidamento diretto delle opere a scomputo e, specificamente, sulla determinazione dell'importo e della soglia, alterando così l'equilibrio fra «tutela della concorrenza» e «governo del territorio» realizzato dal legislatore. Il saggio, nella sua parte conclusiva, propone una soluzione per evitare che l'attuazione per stralci o l'utilizzo del permesso di costruire convenzionato legittimino una indebita esclusione della gara, abbassando surrettiziamente la soglia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.