Soprattutto negli ultimi anni, per raggiungere l’obiettivo di ridurre la spesa pubblica, sono state adottate disposizioni di legge che impongono alle amministrazioni pubbliche la rinegoziazione dei contratti già stipulati in modo da ridurre i corrispettivi previsti. Tali disposizioni non sono riconducibili agli obiettivi delle disposizioni del codice civile e dei principi europei in materia di contratti. Esse inoltre non seguono la logica di disposizioni già contenute nel Codice degli appalti pubblici. L’applicazione di dette disposizioni pone problemi di coerenza con i principi della legislazione nazionale e comunitaria che tutelano la regolarità delle gare, potendo comportare modifiche sostanziali del contratto pubblico. La legislazione in esame, poi, comportando la limitazione dei diritti economici delle imprese, non sempre appare compatibile con il parametro costituzionale della ragionevolezza e potrebbe eccedere i limiti posti all’apprezzamento dello Stato dalla Cedu. Tenendo conto dei diversi aspetti problematici della normativa in esame, si può proporre comunque una interpretazione conforme ai principi nazionali e comunitari. Tale interpretazione, tuttavia, non consente di correggere tutte le criticità e pone alla fine seri dubbi sulla efficacia della legislazione in parola a raggiungere l’obiettivo di razionalizzare la spesa pubblica.

Obbligo di rinegoziazione dei contratti pubblici e normativa per la riduzione della spesa

CIPPITANI, Roberto
2016

Abstract

Soprattutto negli ultimi anni, per raggiungere l’obiettivo di ridurre la spesa pubblica, sono state adottate disposizioni di legge che impongono alle amministrazioni pubbliche la rinegoziazione dei contratti già stipulati in modo da ridurre i corrispettivi previsti. Tali disposizioni non sono riconducibili agli obiettivi delle disposizioni del codice civile e dei principi europei in materia di contratti. Esse inoltre non seguono la logica di disposizioni già contenute nel Codice degli appalti pubblici. L’applicazione di dette disposizioni pone problemi di coerenza con i principi della legislazione nazionale e comunitaria che tutelano la regolarità delle gare, potendo comportare modifiche sostanziali del contratto pubblico. La legislazione in esame, poi, comportando la limitazione dei diritti economici delle imprese, non sempre appare compatibile con il parametro costituzionale della ragionevolezza e potrebbe eccedere i limiti posti all’apprezzamento dello Stato dalla Cedu. Tenendo conto dei diversi aspetti problematici della normativa in esame, si può proporre comunque una interpretazione conforme ai principi nazionali e comunitari. Tale interpretazione, tuttavia, non consente di correggere tutte le criticità e pone alla fine seri dubbi sulla efficacia della legislazione in parola a raggiungere l’obiettivo di razionalizzare la spesa pubblica.
2016
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