Il cedro (Citrus medica L.) è ritenuta una delle tre specie ancestrali di agrumi, da cui derivano tutti i membri del genere ad oggi conosciuti. In particolare la varietà Liscio diamante è tra le più apprezzate sia per quanto riguarda le caratteristiche organolettiche e commerciali del frutto, sia per la sua importanza culturale, soprattutto per la Comunità Ebraica che considera il cedro come il “frutto perfetto” dal punto di vista religioso. È però una pianta molto delicata, che necessita di un ambiente e di un clima particolari, e di una costante cura da parte dell’uomo. Vista l’importanza economica che ruota intorno a questo genotipo, è forte l’interesse ad individuare forme di propagazione più efficienti per la produzione di materiale di alta qualità e più resistente a problematiche di tipo agronomico e ambientale. Ciò consentirebbe di disporre di un prodotto più concorrenziale sul mercato, anche da un punto di vista economico. Notoriamente la micropropagazione consente di produrre materiale vegetale di elevata qualità, certificato sia dal punto di vista genetico che sanitario. Inoltre, le colture in vitro rappresentano uno strumento assai efficace per la salvaguardia di germoplasma di grande interesse agronomico, come appunto il ‘Liscio diamante’. Poiché allo stato attuale gli studi sulla micropropagazione di Citrus medica sono ancora limitati, pur non disponendo di opportuni riferimenti bibliografici specifici relativi a questo genotipo, le prove, focalizzate a individuare un processo rigenerativo adeguato alle esigenze e agli obiettivi preposti, hanno permesso di mettere a punto un protocollo di proliferazione in vitro che consente di disporre attualmente di un lotto di germogli di ‘Liscio diamante’ mantenuti in coltura asettica. Nel corso della sperimentazione numerose sono state le variabili studiate, direttamente connesse con il successo della fase di stabilizzazione, come la tipologia di espianti iniziali, l’epoca di prelievo di questi, la procedura di sterilizzazione e la composizione dei substrati nutritivi. Di questi ultimi, quello denominato CRM2, costituito dalla componente nutritiva di Murashige e Skoog (1962), arricchito di BAP (2 mg/l) e IBA (0,2 mg/l) e addizionato di saccarosio (30 g/l) e agar (7 g/ l), ha consentito di allestire successive subcolture di proliferazione che attualmente stanno assicurando la disponibilità di materiale micropropagato di ‘Liscio diamante’, presso il Laboratorio di colture in vitro del DSA3 di Perugia.
Indagini preliminari sulla micropropagazione di 'Liscio Diamante' (Citrus medica L.)
MICHELI, Maurizio
;
2016
Abstract
Il cedro (Citrus medica L.) è ritenuta una delle tre specie ancestrali di agrumi, da cui derivano tutti i membri del genere ad oggi conosciuti. In particolare la varietà Liscio diamante è tra le più apprezzate sia per quanto riguarda le caratteristiche organolettiche e commerciali del frutto, sia per la sua importanza culturale, soprattutto per la Comunità Ebraica che considera il cedro come il “frutto perfetto” dal punto di vista religioso. È però una pianta molto delicata, che necessita di un ambiente e di un clima particolari, e di una costante cura da parte dell’uomo. Vista l’importanza economica che ruota intorno a questo genotipo, è forte l’interesse ad individuare forme di propagazione più efficienti per la produzione di materiale di alta qualità e più resistente a problematiche di tipo agronomico e ambientale. Ciò consentirebbe di disporre di un prodotto più concorrenziale sul mercato, anche da un punto di vista economico. Notoriamente la micropropagazione consente di produrre materiale vegetale di elevata qualità, certificato sia dal punto di vista genetico che sanitario. Inoltre, le colture in vitro rappresentano uno strumento assai efficace per la salvaguardia di germoplasma di grande interesse agronomico, come appunto il ‘Liscio diamante’. Poiché allo stato attuale gli studi sulla micropropagazione di Citrus medica sono ancora limitati, pur non disponendo di opportuni riferimenti bibliografici specifici relativi a questo genotipo, le prove, focalizzate a individuare un processo rigenerativo adeguato alle esigenze e agli obiettivi preposti, hanno permesso di mettere a punto un protocollo di proliferazione in vitro che consente di disporre attualmente di un lotto di germogli di ‘Liscio diamante’ mantenuti in coltura asettica. Nel corso della sperimentazione numerose sono state le variabili studiate, direttamente connesse con il successo della fase di stabilizzazione, come la tipologia di espianti iniziali, l’epoca di prelievo di questi, la procedura di sterilizzazione e la composizione dei substrati nutritivi. Di questi ultimi, quello denominato CRM2, costituito dalla componente nutritiva di Murashige e Skoog (1962), arricchito di BAP (2 mg/l) e IBA (0,2 mg/l) e addizionato di saccarosio (30 g/l) e agar (7 g/ l), ha consentito di allestire successive subcolture di proliferazione che attualmente stanno assicurando la disponibilità di materiale micropropagato di ‘Liscio diamante’, presso il Laboratorio di colture in vitro del DSA3 di Perugia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.