La fauna ittica del fiume Tevere ha subito nel corso degli anni un progressivo impoverimento dovuto al generale degrado degli ecosistemi acquatici. Tra le principali cause di disturbo della fauna ittica vi è la presenza di specie esotiche che ha sicuramente causato una grave alterazione della composizione faunistica originale: attualmente la maggior parte delle specie ittiche segnalate nel Tevere è di origine alloctona. Lo scopo della ricerca è quello di valutare i cambiamenti avvenuti nel corso del tempo dello stato delle comunità ittiche dal punto di vista qualitativo, con particolare riferimento alla riduzione delle comunità locali di specie endemiche. L’area di studio comprende 92 corsi d’acqua della porzione umbra del bacino del fiume Tevere; le analisi sono state condotte utilizzando i dati della Carta Ittica Regionale di 1° e 2° livello e del 1° aggiornamento, raccolti rispettivamente nei periodi compresi tra il 1989-1994, il 1999-2005 ed il 2005-2010, in 171 stazioni di campionamento. I risultati della ricerca evidenziano un progressivo incremento del grado di compromissione delle comunità ittiche, testimoniato dalla comparsa in tempi recenti di ulteriori nuove specie alloctone. Complessivamente è stata rilevata la presenza di 40 specie ittiche, di cui soltanto 14 di origine autoctona. L'introduzione delle specie esotiche rappresenta una grave minaccia alla biodiversità ittica, perché poche specie ad ampia valenza ecologica, diventano sempre più diffuse, mentre il numero delle specie indigene endemiche si riduce sempre di più. Il presente studio evidenzia l'esistenza di due situazioni particolarmente critiche: l'introduzione e la rapida espansione del ghiozzo padano (Padogobius bonelli) nel bacino del fiume Tevere, che sta determinando un forte impatto sul ghiozzo di ruscello (Padogobius nigricans) e la diffusione del barbo del Danubio (Barbus barbus) che penalizza il barbo del Tevere (Barbus tyberinus). Il grado di compromissione delle comunità ittiche non è omogeneo per tutto il bacino del Tevere, ma sembra strettamente legato al gradiente longitudinale. I risultati di alcune ricerche dimostrano che soprattutto nei settori fluviali di pianura l’azione combinata di inquinamento e introduzione di specie esotiche ha comportato una progressiva diminuzione della componente autoctona nella comunità ittica. Le informazioni raccolte costituiscono la premessa indispensabile per intraprendere le necessarie strategie di conservazione delle specie minacciate.

Comunità ittiche del bacino umbro del fiume Tevere: evoluzione temporale e possibili strategie di conservazione della biodiversità autoctona

LORENZONI, Massimo;CAROSI, Antonella;LA PORTA, Gianandrea;POMPEI, LAURA;
2014

Abstract

La fauna ittica del fiume Tevere ha subito nel corso degli anni un progressivo impoverimento dovuto al generale degrado degli ecosistemi acquatici. Tra le principali cause di disturbo della fauna ittica vi è la presenza di specie esotiche che ha sicuramente causato una grave alterazione della composizione faunistica originale: attualmente la maggior parte delle specie ittiche segnalate nel Tevere è di origine alloctona. Lo scopo della ricerca è quello di valutare i cambiamenti avvenuti nel corso del tempo dello stato delle comunità ittiche dal punto di vista qualitativo, con particolare riferimento alla riduzione delle comunità locali di specie endemiche. L’area di studio comprende 92 corsi d’acqua della porzione umbra del bacino del fiume Tevere; le analisi sono state condotte utilizzando i dati della Carta Ittica Regionale di 1° e 2° livello e del 1° aggiornamento, raccolti rispettivamente nei periodi compresi tra il 1989-1994, il 1999-2005 ed il 2005-2010, in 171 stazioni di campionamento. I risultati della ricerca evidenziano un progressivo incremento del grado di compromissione delle comunità ittiche, testimoniato dalla comparsa in tempi recenti di ulteriori nuove specie alloctone. Complessivamente è stata rilevata la presenza di 40 specie ittiche, di cui soltanto 14 di origine autoctona. L'introduzione delle specie esotiche rappresenta una grave minaccia alla biodiversità ittica, perché poche specie ad ampia valenza ecologica, diventano sempre più diffuse, mentre il numero delle specie indigene endemiche si riduce sempre di più. Il presente studio evidenzia l'esistenza di due situazioni particolarmente critiche: l'introduzione e la rapida espansione del ghiozzo padano (Padogobius bonelli) nel bacino del fiume Tevere, che sta determinando un forte impatto sul ghiozzo di ruscello (Padogobius nigricans) e la diffusione del barbo del Danubio (Barbus barbus) che penalizza il barbo del Tevere (Barbus tyberinus). Il grado di compromissione delle comunità ittiche non è omogeneo per tutto il bacino del Tevere, ma sembra strettamente legato al gradiente longitudinale. I risultati di alcune ricerche dimostrano che soprattutto nei settori fluviali di pianura l’azione combinata di inquinamento e introduzione di specie esotiche ha comportato una progressiva diminuzione della componente autoctona nella comunità ittica. Le informazioni raccolte costituiscono la premessa indispensabile per intraprendere le necessarie strategie di conservazione delle specie minacciate.
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