La nota discute l'utilizzo del metodo delle Unità a Condizione Unica (UCU) per la valutazione della suscettibilità da frana. Nel lavoro proposto sono stati utilizzati due metodi per la valutazione della suscettibilità da frana. Il primo ha previsto, come passo iniziale, l'individuazione dei fattori ritenuti predisponenti alle frane (precipitazioni, pendenza, caratteristiche geologiche, uso del suolo e rapporto tra assetto giaciturale della stratificazione (se presente) e assetto del versante. I “valori” dei suddetti fattori predisponenti sono stati raggruppati in un numero limitato di classi, ottenendo così, per ciascun fattore, una carta tematica. La sovrapposizione delle diverse carte, applicando tecniche di analisi spaziale e di mapalgebra in ambiente GIS, porta alla definizione di domini omogenei (le UCU, appunto), caratterizzati da combinazioni uniche delle classi in cui i fattori sono stati suddivisi. Il numero e la dimensione delle unità ricavabili dipende essenzialmente dal criterio utilizzato nella riduzione in classi dei diversi fattori. Infine, calcolando l’Indice di frana in ciascuna UCU (definito come il rapporto percentuale tra l’area in frana in ciascuna UCU e l’area della UCU stessa) è stato possibile effettuare un primo tentativo di valutazione del grado di propensione al dissesto del territorio, secondo quanto espresso nell’assunto di Bayes. Il metodo viene comunemente adottato per la realizzazione di carte della franosità, anche se risulta evidente che la scelta e la classificazione dei fattori di instabilità influenza notevolmente il risultato finale. Elemento innovativo in questo metodo è l'utilizzo, oltre ai classici fattori di instabilità, dell'assetto della stratificazione. Tramite un opportuno script implementato nel software GRASS GIS è stata realizzata una procedura che permette di interpolare i dati geologici giaciturali, nonché di valutare la relazione esistente tra la stratificazione e la superficie topografica, al fine di ottenere una “mappa dell'assetto giaciturale”. La procedura si basa sull'indice TOBIA, proposto da Meentmeyer & Moody (2000). Il secondo metodo è basato, invece, sull'attribuzione di pesi differenti ai vari fattori analizzati. Per ogni layer è stato calcolato l'Indice di Franosità relativo: (Ifrel): Ifrel=a/b, dove: – a è il numero dei pixel della porzione in frana per ogni classe del layer, rapportato al numero totale dei pixel in frana; – b è dato dal rapporto tra il numero dei pixel della porzione non in frana per ogni classe del layer, rapportato al numero totale dei pixel non in frana. Gli indici a e b sono quindi messi in relazione, al fine di determinare l'incidenza relativa di ciascuna classe del layer, normalizzata alla sua diffusione areale, attraverso la valutazione di un peso. Entrambi questo metodi hanno il vantaggio di poter essere applicati in altri areali di studio caratterizzati dalle medesime condizioni morfoclimatiche, mentre l'assegnazione dei pesi ha il vantaggio di poter gerarchizzare i fattori maggiormente predisponenti, ai fini di una ottimizzazione degli interventi di controllo e gestione della pericolosità e del rischio idrogeologici a fini di protezione civile. I metodi implementati sono stati applicati al bacino idrografico del T. Ventia (Umbria centro-settentrionale), affluente di sinistra del F. Tevere nell'Alta Valtiberina, per il quale vengono discussi i risultati ottenuti. Ne risulta che l'integrazione del metodo delle Unità a Condizione Unica e dell'indice TOBIA costituisce un importante miglioramento nell'individuazione delle aree potenzialmente soggette a fenomeni franosi.
Integrazione dell'indice TOBIA e dell'interpolazione dei dati giaciturali per una più corretta valutazione della suscettibilità da frana tramite il metodo delle UCU (Unique-Condition Units)
DE ROSA, PIERLUIGI;FREDDUZZI, ANDREA;CENCETTI, Corrado
2010
Abstract
La nota discute l'utilizzo del metodo delle Unità a Condizione Unica (UCU) per la valutazione della suscettibilità da frana. Nel lavoro proposto sono stati utilizzati due metodi per la valutazione della suscettibilità da frana. Il primo ha previsto, come passo iniziale, l'individuazione dei fattori ritenuti predisponenti alle frane (precipitazioni, pendenza, caratteristiche geologiche, uso del suolo e rapporto tra assetto giaciturale della stratificazione (se presente) e assetto del versante. I “valori” dei suddetti fattori predisponenti sono stati raggruppati in un numero limitato di classi, ottenendo così, per ciascun fattore, una carta tematica. La sovrapposizione delle diverse carte, applicando tecniche di analisi spaziale e di mapalgebra in ambiente GIS, porta alla definizione di domini omogenei (le UCU, appunto), caratterizzati da combinazioni uniche delle classi in cui i fattori sono stati suddivisi. Il numero e la dimensione delle unità ricavabili dipende essenzialmente dal criterio utilizzato nella riduzione in classi dei diversi fattori. Infine, calcolando l’Indice di frana in ciascuna UCU (definito come il rapporto percentuale tra l’area in frana in ciascuna UCU e l’area della UCU stessa) è stato possibile effettuare un primo tentativo di valutazione del grado di propensione al dissesto del territorio, secondo quanto espresso nell’assunto di Bayes. Il metodo viene comunemente adottato per la realizzazione di carte della franosità, anche se risulta evidente che la scelta e la classificazione dei fattori di instabilità influenza notevolmente il risultato finale. Elemento innovativo in questo metodo è l'utilizzo, oltre ai classici fattori di instabilità, dell'assetto della stratificazione. Tramite un opportuno script implementato nel software GRASS GIS è stata realizzata una procedura che permette di interpolare i dati geologici giaciturali, nonché di valutare la relazione esistente tra la stratificazione e la superficie topografica, al fine di ottenere una “mappa dell'assetto giaciturale”. La procedura si basa sull'indice TOBIA, proposto da Meentmeyer & Moody (2000). Il secondo metodo è basato, invece, sull'attribuzione di pesi differenti ai vari fattori analizzati. Per ogni layer è stato calcolato l'Indice di Franosità relativo: (Ifrel): Ifrel=a/b, dove: – a è il numero dei pixel della porzione in frana per ogni classe del layer, rapportato al numero totale dei pixel in frana; – b è dato dal rapporto tra il numero dei pixel della porzione non in frana per ogni classe del layer, rapportato al numero totale dei pixel non in frana. Gli indici a e b sono quindi messi in relazione, al fine di determinare l'incidenza relativa di ciascuna classe del layer, normalizzata alla sua diffusione areale, attraverso la valutazione di un peso. Entrambi questo metodi hanno il vantaggio di poter essere applicati in altri areali di studio caratterizzati dalle medesime condizioni morfoclimatiche, mentre l'assegnazione dei pesi ha il vantaggio di poter gerarchizzare i fattori maggiormente predisponenti, ai fini di una ottimizzazione degli interventi di controllo e gestione della pericolosità e del rischio idrogeologici a fini di protezione civile. I metodi implementati sono stati applicati al bacino idrografico del T. Ventia (Umbria centro-settentrionale), affluente di sinistra del F. Tevere nell'Alta Valtiberina, per il quale vengono discussi i risultati ottenuti. Ne risulta che l'integrazione del metodo delle Unità a Condizione Unica e dell'indice TOBIA costituisce un importante miglioramento nell'individuazione delle aree potenzialmente soggette a fenomeni franosi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.