Nel cuore della Sicilia interna e nella penombra di un convento di suore benedettine in regime di clausura, si cela una piccola cappella di preghiera le cui pareti sono decorate da due eleganti bassorilievi di gesso. Nel primo si illustra l’Institutio Virginis, l’educazione della Vergine Maria a diventare la Madre di Cristo secondo i precetti impartiti dalla madre, Sant’Anna. Nel secondo, specularmente sulla parete di fronte, è raffigurata Maria Maddalena che lava i piedi al Cristo. Entrambi i “quadri” ospitano coreografie di fondo con paesaggi urbani ed eleganti edifici che riproducono, come modelli, l’architettura barocca che ha trovato in Sicilia una espressione di altissima qualità nell’attività di Filippo Iuvarra, architetto e scenografo messinese, nei primi decenni del 1700. Quanto ai due quadri, in particolare la presenza di un grosso gatto raffigurato alle spalle della Vergine e della pisside contenente i profumi e attributo della Maddalena, suggeriscono e raffigurano le attività, insite nel motto benedettino de “ora et labora”, delle suore ospitate nel convento. Educatrici delle fanciulle e preparatrici di unguenti, pharmaka per i malati ma anche strumenti di seduzione amorosa. La presenza del gatto è significante poichè rappresenta il ruolo di “testimone” di nascite eccezionali come documentatogià a partire da una tradizione mitologica raccontata dalle fonti sulla nascita di Eracle, fino alle numerose immagini con scene di Annunciazione della più alta tradizione pittorica europea.

C’è un gatto alla Badia! Il programma iconografico della cappella all’interno del monastero benedettino della SS. Annunziata a Chiusa Sclafani (PA)

MASSERIA, Concetta
2015

Abstract

Nel cuore della Sicilia interna e nella penombra di un convento di suore benedettine in regime di clausura, si cela una piccola cappella di preghiera le cui pareti sono decorate da due eleganti bassorilievi di gesso. Nel primo si illustra l’Institutio Virginis, l’educazione della Vergine Maria a diventare la Madre di Cristo secondo i precetti impartiti dalla madre, Sant’Anna. Nel secondo, specularmente sulla parete di fronte, è raffigurata Maria Maddalena che lava i piedi al Cristo. Entrambi i “quadri” ospitano coreografie di fondo con paesaggi urbani ed eleganti edifici che riproducono, come modelli, l’architettura barocca che ha trovato in Sicilia una espressione di altissima qualità nell’attività di Filippo Iuvarra, architetto e scenografo messinese, nei primi decenni del 1700. Quanto ai due quadri, in particolare la presenza di un grosso gatto raffigurato alle spalle della Vergine e della pisside contenente i profumi e attributo della Maddalena, suggeriscono e raffigurano le attività, insite nel motto benedettino de “ora et labora”, delle suore ospitate nel convento. Educatrici delle fanciulle e preparatrici di unguenti, pharmaka per i malati ma anche strumenti di seduzione amorosa. La presenza del gatto è significante poichè rappresenta il ruolo di “testimone” di nascite eccezionali come documentatogià a partire da una tradizione mitologica raccontata dalle fonti sulla nascita di Eracle, fino alle numerose immagini con scene di Annunciazione della più alta tradizione pittorica europea.
2015
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1395252
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