Burri 1945-48

Il contributo focalizza l'attenzione sulla fase figurativa di Burri, un nodo assai complesso per gli "irregolari" (e sorprendenti) percorsi di ricerca che muovono gli esordi dell'artista tra Città di Castello e Roma. Attraverso l'analisi di sei dipinti inediti, il saggio indaga sulle radici di un linguaggio che si definisce nella sua struttura primaria, intesa come compiuta intelligenza delle relazioni tra spazio, forma e colore, entro il 1948. Sono così ricostruiti nessi e portate alla luce circostanze, anche apparentemente secondarie, che in realtà hanno sostanziato intuizioni e orientato scelte, innescando una delle più singolari vicende dell’arte del XX secolo. E serratamente conseguenti si rivelano i fatti attraverso i quali si fa largo la norma estetica di Burri nei primissimi anni del dopoguerra. A lasciarla germinare contribuiscono in pari misura l’interesse per l’antico e l’istintiva consonanza con le esperienze più eccentriche, “fuori strada”, degli artisti a lui contemporanei. Un’emulsione dallo straordinario potenziale da cui Burri distilla presto, tra pensiero e prassi, i lemmi di quel “superiore galateo” della materia che scandirà tutta la sua produzione.