L’Italia è un territorio fortemente soggetto al rischio idrogeologico e in particolare al rischio da frana. Le frane sono innescate da cause naturali, meteorologiche o geofisiche, e da cause antropiche. Le cause meteorologiche includono precipitazioni intense o prolungate e il rapido scioglimento della neve. Le frane innescate da precipitazioni intense o prolungate possono avvenire in gruppi o singolarmente, possono essere profonde o superficiali e possono verificarsi in periodi di tempo compresi tra pochi minuti e diversi giorni. Frane prodotte da precipitazioni intense o prolungate avvengono in Italia ogni anno e causano danni sociali ed economici rilevanti, inclusa la perdita di vite umane (Guzzetti et al., 2007; Guzzetti et al., 2008). In questo lavoro, svolto in collaborazione con l’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRPI-CNR) di Perugia ed il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Perugia, sono state definite soglie pluviometriche di tipo empirico per il possibile innesco di frane, sia per il territorio italiano (soglie nazionali) che per la Regione Abruzzo (soglie regionali). Le soglie sono state determinate utilizzando un catalogo di eventi di frana innescati dalla pioggia. In particolare per la definizione delle soglie nazionali sono stati utilizzati 753 dati e per la regione Abruzzo un sottoinsieme di 76 dati, relativi agli eventi di pioggia registrati nel territorio regionale. Le informazioni utilizzate riguardano i valori di intensità e di durata di pioggia degli eventi pluviometrici che hanno innescato fenomeni franosi superficiali. Il 76% dell’informazione presente nel catalogo è stato ottenuto analizzando la letteratura scientifica e il 24% effettuando una ricerca di tipo cronachistico (quotidiani regionali e nazionali). Il 70% degli eventi presenti nel catalogo è localizzato nelle regioni dell’Italia settentrionale, pertanto è stata avviata una specifica ricerca mirata alla raccolta di notizie, prevalentemente cronachistiche riguardanti movimenti franosi (singoli, multipli e diffusi) indotti dalle piogge, nel territorio dell’Italia centrale e meridionale, incluse le isole. I dati ottenuti sono stati elaborati con due diversi metodi statistici messi a punto dall’IRPI-CNR di Perugia: il primo basato sulla statistica bayesiana (utilizzando il software WinBUGS) e l’altro basato sulla statistica frequentista (realizzato in R, un ambiente per l’analisi statistica avanzata). Queste due tecniche hanno permesso una definizione oggettiva e riproducibile delle soglie pluviometriche. Per l’Italia e per l’Abruzzo sono state definite tre soglie di tipo intensità-durata (ID), delle quali una è stata calcolata con la statistica bayesiana (SB) e due con la statistica frequentista. Le due soglie calcolate con il metodo frequentista corrispondono ad una percentuale di non superamento dell’1% (R1) e del 5% (R5), rispettivamente (Luciani, 2009). Al fine di tener conto dei regimi climatici nelle diverse regioni, è stata effettuata la normalizzazione delle soglie ID utilizzando due fattori climatici: la MAP (pioggia media annua) e l’RDN (rapporto tra la MAP e il numero dei giorni piovosi RDs). Vengono riportate le soglie normalizzate rispetto alla MAP e all’RDN per l’Italia e per l’Abruzzo.

Determinazione di soglie pluviometriche per l'innesco di frane in Italia e nella Regione Abruzzo

LUCIANI, SILVIA;BRUNETTI, Maria Teresa;ROSSI, MAURO;VALIGI, Daniela
2010

Abstract

L’Italia è un territorio fortemente soggetto al rischio idrogeologico e in particolare al rischio da frana. Le frane sono innescate da cause naturali, meteorologiche o geofisiche, e da cause antropiche. Le cause meteorologiche includono precipitazioni intense o prolungate e il rapido scioglimento della neve. Le frane innescate da precipitazioni intense o prolungate possono avvenire in gruppi o singolarmente, possono essere profonde o superficiali e possono verificarsi in periodi di tempo compresi tra pochi minuti e diversi giorni. Frane prodotte da precipitazioni intense o prolungate avvengono in Italia ogni anno e causano danni sociali ed economici rilevanti, inclusa la perdita di vite umane (Guzzetti et al., 2007; Guzzetti et al., 2008). In questo lavoro, svolto in collaborazione con l’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRPI-CNR) di Perugia ed il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Perugia, sono state definite soglie pluviometriche di tipo empirico per il possibile innesco di frane, sia per il territorio italiano (soglie nazionali) che per la Regione Abruzzo (soglie regionali). Le soglie sono state determinate utilizzando un catalogo di eventi di frana innescati dalla pioggia. In particolare per la definizione delle soglie nazionali sono stati utilizzati 753 dati e per la regione Abruzzo un sottoinsieme di 76 dati, relativi agli eventi di pioggia registrati nel territorio regionale. Le informazioni utilizzate riguardano i valori di intensità e di durata di pioggia degli eventi pluviometrici che hanno innescato fenomeni franosi superficiali. Il 76% dell’informazione presente nel catalogo è stato ottenuto analizzando la letteratura scientifica e il 24% effettuando una ricerca di tipo cronachistico (quotidiani regionali e nazionali). Il 70% degli eventi presenti nel catalogo è localizzato nelle regioni dell’Italia settentrionale, pertanto è stata avviata una specifica ricerca mirata alla raccolta di notizie, prevalentemente cronachistiche riguardanti movimenti franosi (singoli, multipli e diffusi) indotti dalle piogge, nel territorio dell’Italia centrale e meridionale, incluse le isole. I dati ottenuti sono stati elaborati con due diversi metodi statistici messi a punto dall’IRPI-CNR di Perugia: il primo basato sulla statistica bayesiana (utilizzando il software WinBUGS) e l’altro basato sulla statistica frequentista (realizzato in R, un ambiente per l’analisi statistica avanzata). Queste due tecniche hanno permesso una definizione oggettiva e riproducibile delle soglie pluviometriche. Per l’Italia e per l’Abruzzo sono state definite tre soglie di tipo intensità-durata (ID), delle quali una è stata calcolata con la statistica bayesiana (SB) e due con la statistica frequentista. Le due soglie calcolate con il metodo frequentista corrispondono ad una percentuale di non superamento dell’1% (R1) e del 5% (R5), rispettivamente (Luciani, 2009). Al fine di tener conto dei regimi climatici nelle diverse regioni, è stata effettuata la normalizzazione delle soglie ID utilizzando due fattori climatici: la MAP (pioggia media annua) e l’RDN (rapporto tra la MAP e il numero dei giorni piovosi RDs). Vengono riportate le soglie normalizzate rispetto alla MAP e all’RDN per l’Italia e per l’Abruzzo.
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