All'interno del volume "Luoghi, figure e itinerari della Restaurazione in Umbria (1815-1830). Nuove prospettive di ricerca", curato dall'autrice insieme a Chiara Coletti, il saggio ricostruisce il quadro della situazione artistica in Umbria tra il tramonto dell'epoca napoleonica e il primo quindicennio della Restaurazione. Con l'obiettivo di verificare la varietà delle influenze e la specificità degli apporti endogeni di un territorio inteso nella sua accezione culturale più ampia, lo studio esamina il ruolo degli artisti in transito e le dinamiche di quelli autoctoni (in oscillazione tra l'Umbria e Roma o Firenze), tracciando una geografia dei fenomeni che conferma il secolare ruolo di crocevia della regione. L'Accademia di Belle Arti di Perugia, sotto la direzione di Tommaso Minardi (1819-1821), si configura come centro propulsore e laboratorio primario del nascente gusto purista, con la programmatica riscoperta dei Primitivi e dell'arte del primo Rinascimento umbro. Un interesse questo che contribuisce anche alla "conversione dello sguardo" dei paesaggisti, soprattutto stranieri, che dalla ricerca del sublime passano a una percezione dei luoghi più pacata e sentimentale. Lo studio, impostato su mirate ricerche condotte negli archivi umbri e romani, mette poi a fuoco il ruolo della committenza dei vescovi umbri, promotori di iniziative che, dopo la burrasca napoleonica, assumono i caratteri di una piccola, moderna "controriforma" per immagini. All'interno del saggio, particolare rilievo è stato dato alla personalità di Pietro Fontana, già segretario del francese Dipartimento del Trasimeno e poi, negli anni della Restaurazione, collettore di relazioni internazionali, illuminato protagonista della politica di tutela del patrimonio artistico, sensibile collezionista e mecenate di giovani artisti. Lo studio si conclude con una riflessione sulla nascita di alcune scuole di disegno che costituiscono le premesse per lo sviluppo delle Scuole di arti e mestieri di fine secolo: un elemento, anche questo, che contribuisce a considerare la Restaurazione in Umbria come un periodo di sostanziale rigenerazione.

Arte al crocevia: fonti, occasioni e linguaggi nell'Umbria pontificia (1815-1830)

PETRILLO, STEFANIA
2017

Abstract

All'interno del volume "Luoghi, figure e itinerari della Restaurazione in Umbria (1815-1830). Nuove prospettive di ricerca", curato dall'autrice insieme a Chiara Coletti, il saggio ricostruisce il quadro della situazione artistica in Umbria tra il tramonto dell'epoca napoleonica e il primo quindicennio della Restaurazione. Con l'obiettivo di verificare la varietà delle influenze e la specificità degli apporti endogeni di un territorio inteso nella sua accezione culturale più ampia, lo studio esamina il ruolo degli artisti in transito e le dinamiche di quelli autoctoni (in oscillazione tra l'Umbria e Roma o Firenze), tracciando una geografia dei fenomeni che conferma il secolare ruolo di crocevia della regione. L'Accademia di Belle Arti di Perugia, sotto la direzione di Tommaso Minardi (1819-1821), si configura come centro propulsore e laboratorio primario del nascente gusto purista, con la programmatica riscoperta dei Primitivi e dell'arte del primo Rinascimento umbro. Un interesse questo che contribuisce anche alla "conversione dello sguardo" dei paesaggisti, soprattutto stranieri, che dalla ricerca del sublime passano a una percezione dei luoghi più pacata e sentimentale. Lo studio, impostato su mirate ricerche condotte negli archivi umbri e romani, mette poi a fuoco il ruolo della committenza dei vescovi umbri, promotori di iniziative che, dopo la burrasca napoleonica, assumono i caratteri di una piccola, moderna "controriforma" per immagini. All'interno del saggio, particolare rilievo è stato dato alla personalità di Pietro Fontana, già segretario del francese Dipartimento del Trasimeno e poi, negli anni della Restaurazione, collettore di relazioni internazionali, illuminato protagonista della politica di tutela del patrimonio artistico, sensibile collezionista e mecenate di giovani artisti. Lo studio si conclude con una riflessione sulla nascita di alcune scuole di disegno che costituiscono le premesse per lo sviluppo delle Scuole di arti e mestieri di fine secolo: un elemento, anche questo, che contribuisce a considerare la Restaurazione in Umbria come un periodo di sostanziale rigenerazione.
2017
978-88-6728-847-2
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